pubblicato il 25.09.15
Giovanni Ferorelli, squadrista, collaboratore dei servizi, trafficante, legato all'estremismo islamico ·
GIOVANNI FERORELLI, SQUADRISTA, COLLABORATORE
DEI SERVIZI SEGRETI, TRAFFICANTE DI ARMI
E STUPEFACENTI, LEGATO ALL’ESTREMISMO ISLAMICO
Da qualche tempo Giovanni Ferorelli, noto squadrista degli anni Settanta, interviene sulla sua pagina di facebook per commentare avvenimenti politici, sociali e di cronaca, esprimendo giudizi spesso razzisti. Ultimamente fa anche da sponda per scadenze dell’estrema destra, tra le altre quelle di Lealtà azione.
Sempre sulla sua pagina di facebook (che abbiamo interamente fotografato) rievoca i tempi andati postando fotografie dell’“epopea” di San Babila, altre che lo ritraggono in carcere in compagnia di camerati detenuti come lui o in manifestazioni “con l’esposizione di bandiere nazionalsocialiste”, come in occasione di un raduno del febbraio 1970 al teatro Ambasciatori Milano.
Già pluricondannato per violenze e rapine nei primi anni Settanta, ha subito ulteriori e pesanti condanne per traffico di armi e stupefacenti negli anni Novanta. In questo quadro, oltretutto, ha candidamente dichiarato di aver collaborato con il Sisde (circostanza confermata dalla stessa direzione del servizio) per quasi un decennio, dal 1980 al 1989.
Che si tratti di lui non vi è alcun dubbio, nonostante sulla sua pagina alteri la data di nascita portandola al 2 novembre 2000 (in realtà è nato a Bitetto in provincia di Bari nel 1951). La persona ritratta è la stessa, con qualche anno in più, conosciuta negli anni Settanta.
Giusto per non dimenticare chi sia stato Giovanni Ferorelli diamo la parola agli atti giudiziari pubblicando un capitolo, che lo vede protagonista, della sentenza-ordinanza del giudice Guido Salvini del 1995, relativa alle indagini sulle organizzazioni eversive lombarde nell’ambito dell’inchiesta sulla strage di piazza Fontana. In queste pagine la sua storia passata. Buona lettura.
TRIBUNALE CIVILE E PENALE DI MILANO
Ufficio Istruzione sez.20^
N.2643/84A R.G.P.M. N.721/88F R.G.G.I.
Procedimento penale nei confronti di AZZI Nico ed altri.
In nome del Popolo italiano
Il Giudice Istruttore presso il Tribunale Civile e Penale di Milano, dr. Guido Salvini, ha pronunziato la seguente
S E N T E N Z A – O R D I N A N Z A
Il Giudice Istruttore
Guido Salvini
Milano, 18marzo 1995
CAPITOLO 60, pag. 537
LA DEPOSIZIONE DI GIOVANNI FERORELLI
SUL GRUPPO “LA FENICE”
Proprio nella fase finale dell’istruttoria è stata raccolta la deposizione di Giovanni FERORELLI, ex militante di estrema destra coinvolto nella Milano dei primi anni ’70 in numerosi episodi di violenza e di detenzione di armi e passato in seguito ad attività di malavita comune.
Giovanni Ferorelli è stato arrestato nel 1993 in Puglia in quanto responsabile di episodi di cessioni di armi da guerra e di traffico di sostanze stupefacenti in collegamento con ambienti dell’estremismo islamico, fatti peraltro in parte avvenuti nell’ambito di una sua collaborazione con personale del SISDE e confermata dalla Direzione di tale Servizio.
Proprio al fine di far emergere processualmente la natura di operazioni coperte e concordate a priori con i rappresentanti del Servizio di molti degli episodi in cui egli è stato presente, Giovanni Ferorelli ha ritenuto opportuno, dinanzi all’A.G. di Bari, ripercorrere interamente il suo percorso illecito, ha rivelato numerosi episodi criminosi di cui era a conoscenza ed è stato ammesso ad un programma di protezione.
Con riferimento alle sue più antiche attività illecite di natura politica, Ferorelli era già stato sentito dal G.I. di Bologna in data 29.11.1993 e tale deposizione aveva consentito di far venire alla luce alcuni episodi inediti legati all’eversione di destra, fra cui un progetto di evasione di Pierluigi Concutelli dal carcere dell’Asinara, ideato da alcuni elementi di Ordine Nuovo e per la realizzazione del quale, alla fine del 1978, Fabrizio Zani aveva approntato, in un casolare non lontano da Bologna, un vero e proprio arsenale con armi provenienti da Milano.
In data 10.3.1995, Giovanni Ferorelli è stato sentito anche da questo Ufficio in merito alle sue conoscenze delle attività del gruppo La Fenice e più in generale in merito ai vari episodi oggetto dell’istruttoria.
Giovanni Ferorelli, non facendo tuttavia parte de La Fenice ed essendo stato più legato, a Milano, a persone come Giancarlo ESPOSTI, Gianni NARDI e Angelo ANGELI, non ha potuto fornire un contributo di grandissimo rilievo, ma alcuni episodi e circostanze da lui ricordate talvolta appena accennati nel corso dell’istruttoria da altri testimoni, hanno consentito di corroborare il quadro generale delineatosi durante le indagini.
Tralasciando in questa sede alcune circostanze relative ai contatti tra l’ambiente milanese e l’ambiente ordinovista di Venezia, che riguardano la seconda parte di questa istruttoria, ecco gli aspetti più salienti della sua deposizione:
– Il gruppo La Fenice disponeva di uno stabile deposito di esplosivo in Liguria, probabilmente non distante dalla casa di Giancarlo Rognoni a Celle Ligure (f.4).
Tale indicazione conferma pienamente le più precise dichiarazioni di Edgardo Bonazzi e dello stesso Nico Azzi illustrate nel capitolo 10;
– Giovanni Ferorelli aveva partecipato negli ’70 alla commissione di un solo attentato insieme a Nico Azzi e precisamente alla collocazione di un ordigno dinanzi alla sede del quotidiano Il Giorno (f.4).
Tale episodio è effettivamente avvenuto il 22 maggio 1971 e si inquadra nella catena degli attentati minori che avevano preceduto quello assai più grave per cui lo stesso Nico Azzi è stato arrestato;
– Nico Azzi gli aveva inoltre confidato di aver commesso un attentato contro il carcere di S.Vittore per protestare contro la detenzione di alcuni camerati e anche in questo caso, come in molti altri episodi commessi da componenti del gruppo La Fenice, egli aveva usato una bomba a mano SRCM e cioè del tipo che il gruppo aveva stabilmente in dotazione (f.3).
L’attentato al muro di cinta del carcere di S.Vittore è avvenuto il 20.4.1971 e si ricordi che già Giuseppe ALBANESE, compagno di detenzione di Nico Azzi, aveva fatto cenno ad una analoga confidenza ricevuta dallo stesso Azzi (cfr. cap. 15);
– Una delle figure che non è stata sufficientemente focalizzata nel corso dell’istruttoria è certamente quella di Pietro BATTISTON, uno degli elementi “operativi” del gruppo di Giancarlo Rognoni.
In proposito Giovanni Ferorelli ha ricordato che Pietro Battiston aveva custodito dell’esplosivo – prevalentemente tritolo – anche di proprietà del gruppo di Giancarlo ESPOSTI e Angelo ANGELI e aveva ceduto allo stesso Ferorelli una pistola cal. 7,65 con cane interno.
In seguito Pietro Battiston, come altri militanti de La Fenice era riparato in Spagna (f.3).
-Infine Giovanni Ferorelli ha aggiunto che un altro militante de La Fenice, anche se non di primissimo piano, e cioè Marco CAGNONI era seriamente sospettato da Nico Azzi di essere un informatore della Polizia, probabilmente non solo al più semplice livello dell’Ufficio Politico della Questura di Milano, ma a livello del Ministero degli Interni.
Tale sospetto derivava dal fatto che Marco Cagnoni, benché coinvolto in azioni illecite del gruppo, non era mai stato arrestato o incriminato ed aveva conoscenze di persone a livello più alto rispetto a quelle cui disponevano gli altri militanti e certamente incompatibili con la sua persona (f.4).
In conclusione la deposizione di Giovanni Ferorelli, pur riferendosi ad episodi minori, conferma la ricostruzione complessiva e cioè la natura di struttura armata propria del gruppo La Fenice (tecnicamente inquadrabile, come si è detto, nelle ipotesi di reato di cui agli artt.270 e 306 c.p.) dotata di uno stabile arsenale logistico e dedita alla commissione di una vera e propria escalation di attentati.
Le indicazioni di Giovanni Ferorelli comportano poi un approfondimento del ruolo ricoperto da Pietro Battiston, trasferitosi da molti anni in Venezuela e ancora recentemente in contatto con latitanti come Carlo Digilio.
La figura di Pietro Battiston è comparsa solo per brevi accenni nel corso delle testimonianze e anche per tali ragioni, al momento del deposito degli atti, la sua posizione è stata stralciata al fine di consentirne una più completa focalizzazione nell’ambito della seconda parte dell’istruttoria.
Di notevole interesse è poi il richiamo al possibile ruolo di informatore di alto livello e di uomo infiltrato dai Servizi del Ministero degli Interni che può aver ricoperto il militante milanese Marco Cagnoni.
Non è da escludersi, infatti, che Marco Cagnoni sia la fonte diretta delle notizie sulle attività e sui contatti del gruppo La Fenice riportati nel documento rinvenuto in Viale Bligny, documento redatto, secondo la versione di Nico Azzi (cfr. cap. 10) non sulla base di notizie da lui stesso fornite ad un soggetto interno ad Apparati Statali, ma sulla base di notizie apprese dallo stesso Azzi da un altro militante in contatto con tali Apparati.
La tardività delle interessanti indicazioni fornite da Giovanni Ferorelli e la necessità di definire in tempi ragionevoli questa parte dell’istruttoria, non hanno consentito di verificare tale ipotesi e tale approfondimento deve essere rinviato all’ultimo troncone delle indagini che si concluderà entro il 30 giugno 1995.
http://www.osservatorionuovedestre.org/?p=2119
documentazione
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