pubblicato il 2.11.15
Bolzano, la Uil sospende la delegata diventata militante di CasaPound ·
Bufera sul caso di Caterina Foti. Il segretario provinciale Toni Serafini: «Da noi non c’è spazio per i fascisti del terzo millennio»
BOLZANO. «Caterina si è messa fuori da sola. L’appartenenza a CasaPound è incompatibile con il nostro sindacato. Con i valori di libertà e democrazia che sono scritti nero su bianco nel nostro statuto». Toni Serafini, segretario provinciale della Uil, non fa giri di parole: Caterina Foti, delegata Uil della funzione pubblica, che ha annunciato di essersi iscritta a CasaPound, verrà convocata nelle prossime ore per “un chiarimento”: se non si farà da parte da sola, ci penseranno i probiviri. «Una cosa è certa - prosegue Serafini -: con i fascisti non vogliamo avere nulla a che fare. Uno dei nostri padri nobili è il martire della Resistenza Bruno Bozzi, trucidato dalle bande nere nel 1944. Su queste cose non si scherza. Non si tratta di una ritorsione verso la Foti, ma di una questione di coerenza e buon senso. È lei che ha fatto cortocircuito: non si può stare dentro la Uil e CasaPound».
Nervi tesi ieri. Telefonate e messaggi per tutta la giornata. Dice un delegato: «Un danno di immagine enorme. Che figura ci facciamo? Quelli della Cgil già ci sfottono...».
Il caso è delicato.
Caterina Foti, che alle elezioni comunali di maggio era stata eletta nel consiglio di circoscrizione Europa Novacella con Alto Adige nel cuore, nei giorni scorsi ha annunciato il suo passaggio a CasaPound, diventando il terzo consigliere di quartiere del movimento di estrema destra.
Lo statuto della Uil prevede l’incompatibilità tra la carica sindacale e l’attività politica. Finchè la Foti stava con la destra moderata di Alessandro Urzì, nessuno aveva posto il problema. Ora che è passata a CasaPound, si è scatenato un putiferio.
«E vorrei vedere - attacca Serafini -. Caterina è una brava delegata sindacale. Ma questi di CasaPound non esitano a definirsi i “fascisti del Terzo Millennio”. Noi siamo anti-fascisti, chiaro? Mi chiedo come faccia lei a stare dentro al nostro sindacato. Anche nella sua intervista all’Alto Adige di ieri, ha sottolineato che Mussolini ha fatto cose buone, che lei ce l’ha nel dna. Bene, la Uil ha un dna diverso dal suo. Quella è la porta, si accomodi pure...».
Il problema è che Caterina Foti non è una semplice iscritta. È una delegata sindacale della Uil/Fpl (la funzione pubblica), responsabile del Comparto dell’Azienda Servizi sociali Bolzano. Un settore con oltre mille dipendenti.
«Una brava, molto brava», spiega il segretario provinciale della categoria Giovanni Pandini. “Una” che tratta le vertenze e i contratti con i vertici dell’Assb. Tignosa e precisa. Talmente brava che Pandini stava per proporla per la segreteria. «Ma mi rendo conto - dice dispiaciuto - , che ormai la sua presenza è diventata ingestibile. L’ho chiamata, le ho parlato. Spero che la cosa si risolva in modo ragionevole, senza il ricorso ai probiviri».
Il timore è che CasaPound possa trasformare la cosa in un boomerang.
Della serie: l’avete cacciata perché ha idee diverse dalle vostre.
Serafini non si scompone: «È vero: ha idee diverse dalle nostre. La sua presenza non è più gradita. Ma dico: noi abbiamo centinaia di iscritti tra gli immigrati. Come possiamo avere una delegata che li rispedirebbe tutti indietro a calci nel sedere? Che nega persino al cittadinanza ai bambini nati qui. Che figura ci facciamo? Un sindacalista della Uil è un antifascista che crede nella libertà e nella democrazia. Che non discrimina nessuno e che difende tutti, italiani e non».
http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2015/11/01/news/bolzano-la-uil-sospende-la-delegata-diventata-militante-di-casapound-1.12370128
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r_trentino
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