pubblicato il 7.02.16
Ecco cosa risponde Alfano su CasaPound ·
05 febbraio 2016
Incalzato dalle polemiche, Alfano è costretto a rispondere in Aula ma rispolvera il vecchio arnese degli opposti etremismi. Ecco la sua risposta e una lista di episodi di violenza a senso unico di CasaPound
«L’incremento delle attività di propaganda e l’interesse del sodalizio per temi a forte rilevanza sociale hanno accentuato la concorrenzialità con i gruppi di opposto orientamento, sfociata nell’ultimo anno in ben 106 episodi di contrapposizione, con il ferimento, in alcuni casi anche grave, di 24 attivisti di destra e di sinistra». Alfano l’ha presa larga e, da erede della peggiore destra dc, rispolvera il vecchio arnese della teoria degli opposti estremismi.
Incalzato dalle polemiche, l’inquilino del Viminale è stato costretto a rispondere alle interrogazioni scandalizzate di Pd, Sel e dalla senatrice Bertolotta del M5s (che ha dettagliato i fatti di rilevanza penale) sull’informativa della polizia di prevenzione che benedice, in sostanza, i fascisti del III millennio. Non nomina mai la parola fascismo e appioppa una patente di “bravi ragazzi attenti al sociale” alla sigla di estrema destra che da anni si contende in tribunale, contrapposta agli eredi, il nome del poeta americano fulminato da Mussolini e dal fascismo.
Alfano ha assicurato in aula che sta seguendo «l’evoluzione di questa situazione di conflittualità, dedicando particolare attenzione all’attività dei gruppi politici estremisti e alle frange più radicali in tutte le zone d’Italia. In tale contesto, vengono costantemente controllati anche i luoghi di aggregazione dei simpatizzanti di CasaPound e le iniziative assunte dai medesimi. Eventuali comportamenti illeciti posti in essere da singoli esponenti del movimento vengono perseguiti con fermezza e sistematicità dalle Forze dell’ordine e dalla magistratura», si legge nello stenografico senza che il ministro di polizia senta la necessità di spiegare perché quel rapporto, rivelato dal blog Insorgenze, non faccia alcun cenno dei numerosi episodi di cronaca nera che hanno visto protagonisti i simpatizzanti, i militanti e i capi di Casapound.
«Al riguardo – ha proseguito – informo che nel quinquennio 2011-2015 sono stati tratti in arresto 19 militanti o simpatizzanti di CasaPound, mentre 336 sono stati deferiti a vario titolo all’Autorità Giudiziaria. A ciò aggiungo che dall’inizio del corrente anno sono già stati effettuati 1 arresto e 23 denunce. Quanto all’ispirazione fascista del movimento evocata nell’interrogazione, rilevo che, allo stato attuale, non risultano pronunce giurisdizionali che abbiano accertato, nei riguardi di Casapound, il concretizzarsi della fattispecie della riorganizzazione del disciolto partito fascista e che legittimino, quindi, l’adozione di provvedimenti di scioglimento».
Eppure il partito della tartaruga si presenta giocando su tutte le varianti dell’evocazione del fascismo più radicale, a partire dall’autodefinizione di fascisti del III millennio e si rifanno esplicitamente al programma di San Sepolcro (elaborato da Mussolini nel marzo 1919, con il quale furono fondati i Fasci di combattimento) e alla Repubblica di Salò. Come si legge sul sito www.casapound.org , «si propone di sviluppare in maniera organica un progetto ed una struttura politica nuova, che proietti nel futuro il patrimonio ideale ed umano che il Fascismo italiano ha costruito con immenso sacrificio»;
nel suo programma, al punto 18, si propone di riscrivere la Costituzione: «La Costituzione della Repubblica Italiana va riscritta. Essa è opera di uomini che la compilavano all’indomani della guerra civile ed adempivano a quel compito nella scia dei carri armati stranieri».
«Con riferimento specifico al documento della Direzione centrale della polizia di prevenzione, su cui è incentrata l’interrogazione, rappresento che esso non costituisce un documento di analisi o di valutazione sul movimento, ma una risposta a precisi quesiti posti dal Tribunale Civile di Roma, concernenti in particolare: dati conoscitivi sull’associazione; informazioni sull’articolazione della struttura organizzativa anche a livello periferico; notizie sull’eventuale diretto coinvolgimento del sodalizio in procedimenti penali o attività d’indagine, sfociate in denunce o rapporti informativi all’Autorità giudiziaria per fatti di violenza o per manifestazioni politiche non autorizzate, segnatamente di carattere antisemita e/o neonazista.
Per quanto attiene al terzo punto, sono state sottoposte all’attenzione del magistrato talune situazioni di criticità riguardanti in particolare: l’infiltrazione nelle tifoserie ultras sportive, divenuta spesso il presupposto per il compimento di azioni violente nei confronti di esponenti di opposta ideologia anche fuori dagli stadi; più in generale, la presenza, all’interno del sodalizio o in ambienti vicini ad esso, di elementi inclini all’uso della violenza intesa come strumento ordinario di confronto e di affermazione politica. È stato quindi precisato che tali soggetti si trovano sovente coinvolti in episodi di illegalità contro elementi di opposto orientamento, ponendo in essere risse, aggressioni e scontri, talvolta preordinati».
Una risposta irricevibile, quella del ministro di polizia, che glissa sulle violenze squadristiche o le riduce a episodi di scontro fra estremisti. Eppure sarebbe stato sufficiente “googlare” un po’ per scoprire fatti che non c’entrano nulla con gli scontri con gli odiati centri sociali. Nelle interrogazioni parlamentari ne sono riportati parecchi. Li abbiamo messi in fila. Episodi come quello del 2 gennaio 2012, quando quattro esponenti di Casa Pound aggrediscono a Lecce uno studente universitario di diverso schieramento politico, lasciandolo a terra esanime, fino alla recente aggressione di una diciassettenne a Bolzano per futili motivi (Quotidiano On line Alto Adige, 26 gennaio 2016), per la quale è avvisato di garanzia un consigliere comunale altoatesino di CPI.
Il leader nazionale di CPI Iannone picchiò un carabiniere a calci e a pugni a Predappio nel 2004 in occasione e dell’anniversario della morte di Mussolini, cosa per la quale fu sottoposto a processo (http://www.romagnaoggi.it/forli/2009/4/24/122149/ ). Nel novembre 2011 un gruppo di iscritti al PD, evidentemente non dei Centri Sociali, a Roma mentre affiggevano manifesti vengono aggrediti e massacrati di mazzate, in particolare Paolo Marchionne, ora presidente del III municipio, (http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_luglio_9/zippo-casa-pound-condanna-201938275553.shtml?refresh_ce-cp ). Verrà identificato tra gli aggressori un dirigente nazionale della giovanile di CPI, Alberto Palladino, oggi dirigente di CPI; Palladino viene condannato durante i primi due processi. Nel luglio 2012 dai giornali si apprende di accuse per il numero due del movimento di destra Andrea Antonini per favoreggiamento personale e falso materiale. Assieme a un complice avrebbe testimoniato per far rilasciare una carta d’identità, intestata a un’altra persona, a un latitante narcotrafficante ( http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/09/antonini-leader-di-casapound-rischia-processo-per-favoreggiamento-a-spacciatore/288601/ ). Siamo nel giugno 2014: viene arrestato Ruffini, leader di CPI a San Benedetto del Tronto, pugile professionista che aveva in vari episodi riempito di pugni vari passanti per la strada a San Benedetto (http://www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/cronaca/2014/06/06/1075248-pestaggi-arrestato-pugile-professionista.shtml ). Nel luglio 2014 viene arrestato dalla Mobile di Roma Giovanni Ceniti, leader fino almeno a tre anni prima leader di CPI Verbania, in quanto implicato nell’omicidio Fanella a Roma, una storia connessa al tesoretto nascosto del maxitruffatore nero Mokbel (http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/07/03/news/titolare_di_un_centro_di_autoricambi_ed_ex_esponente_di_casapound_ecco_chi_giovanni_battista_ceniti-90621129/ ). Nel novembre 2014 ha avuto luogo a Magliano Romano un’aggressione di incappucciati ad una tifoseria composta anche di donne e bambini con feriti che hanno avuto decine di giorni di prognosi; le indagini hanno svelato alcuni autori dell’aggressione tra cui il capo di CPI a Viterbo, Diego Gaglini, candidato sindaco, e Erwin Maulo, noto violento, daspato, candidato consigliere comunale a Viterbo. Il 19 dicembre 2014 Lirio Abbate su l’Espresso scrive “Ci potrebbe essere un collegamento fra il capo di “Mafia Capitale”, Massimo Carminati e il leader di Casa Pound, Gianluca Iannone. A far da ponte fra i due sarebbe un uomo, di cui non si conosce ancora l’identità, che emerge nelle intercettazioni e su cui i carabinieri del Ros hanno avviato accertamenti per individuarlo. L’ipotesi emerge dai pedinamenti effettuati durante l’indagine su “Mafia Capitale”.
Nel luglio 2015 in occasione di scontri con la Polizia durante una kermesse anti immigrati di CPI a Roma vengono feriti alcuni poliziotti, cosa per la quale vengono emessi 13 avvisi di garanzia contro esponenti romani e nazionali di CPI (https://luciogiordano.wordpress.com/2015/10/31/roma-proteste-anti-migranti-9-arresti-in-casa-pound/ ). Un articolo pubblicato dal quotidiano la Repubblica edizione romana, in data 23 marzo 2009, a firma Rori Cappelli dal titolo «CasaPound, slogan choc contro i disabili», si dà conto di come militanti di CasaPound avessero esibito uno striscione con la dicitura «travestiti da disabili, ma con le pance piene, siete sempre e solo iene». La giornalista, nell’articolo, riporta la reazione di un ragazzo minorenne down il quale alla vista dello striscione, piangente, dice «io non sono travestito da disabile, io sono down». Ancora, l’articolo pubblicato dal quotidiano la Repubblica del 6 febbraio 2009, a firma del giornalista Paolo Berizzi, narra di come un circolo neofascista milanese denominato «Cuore Nero» e gemellato con CasaPound, avesse pubblicato una fanzine, la cui copertina rappresentava un brindisi all’olocausto. Un fotomontaggio, al posto della famigerata scritta «il lavoro rende liberi» posta sopra il varco di accesso al campo di sterminio di Auschwitz, compare «Cuore nero brewery»: letteralmente, «Birrificio Cuore nero». La copertina è del numero di giugno 2008; in altra occasione, un esponente di CasaPound, consigliere della circoscrizione ovest di Prato per il partito delle libertà, inneggiava ad Adolf Hitler, come risulta dall’articolo pubblicato il 23 aprile 2011, pubblicato sul sito del quotidiano «Il Tirreno» dal titolo «Consigliere del PDL fa l’elogio di Hitler»; altro episodio di xenofobia e razzismo si è verificato in occasione dell’anteprima nazionale dello spettacolo teatrale di Ascanio Celestini dal titolo: «Il razzismo è una brutta cosa», tenutasi a Viterbo il 24 settembre 2009. In quella occasione, CasaPound Viterbo, con numerose scritte murali attaccò l’assessore provinciale Picchiarelli, il consigliere Riccardo Fortuna e l’attore Ascanio Celestini; volantini vennero affissi sui muri della città e buttati dentro la sede dell’Arci di Viterbo: le scritte murali ed i volantini attaccavano le persone, ma in realtà il bersaglio politico era lo spettacolo di Ascanio Celestini contro il razzismo.
Nel gennaio 2013, un’inchiesta della procura di Napoli portava all’arresto di 7 esponenti di CasaPound e all’applicazione dell’obbligo di dimora per altri 3 nelle città di Napoli, Salerno e Latina. In rete è possibile reperire diversi articoli sulla vicenda, pubblicati dal Corriere del Mezzogiorno tra il 24 ed il 29 gennaio 2013, nei quali si dà conto della vicenda, al di là degli sviluppi processuali, ciò che interessa è quanto emerge dalle intercettazioni captate tra gli aderenti di CasaPound, i quali esprimono chiaramente sentimenti antisemiti: si arriva a dire di voler violentare una studentessa ebrea, che gli ebrei con la kippah fanno schifo, altri dicono che le camere a gas non sono esistite, ma non bisogna dirlo pubblicamente, altri discutono del «Mein Kampf» di Adolf Hitler e si ricostruiscono episodi di pestaggi ai danni di giovani di sinistra in occasione di una campagna elettorale; nel 2014 è accaduto che, a seguito del diffondersi di una falsa notizia relativa ad una presunta aggressione compiuta da nomadi, gli aderenti al «Blocco studentesco», articolazione di CasaPound, hanno di fatto impedito a 90 ragazzi e ragazze del campo nomadi di Via Cesare Lombroso a Roma di recarsi, rispettivamente, alle scuole materne, elementari e medie. I giovani di CasaPound, si sono presentati in circa 500, esibendo uno striscione con su scritto «No alle violenze dei Rom. Alcuni italiani non si arrendono», accendendo fumogeni e scandendo cori contro i nomadi. Tale iniziativa venne stigmatizzata dall’allora vice-Sindaco di Roma, che ha visto la partecipazione di 500 persone di fronte alle quali i genitori dei bambini non si sono sentiti sicuri di uscire, un gesto meschino, un atto di razzismo che va contro ogni principio democratico».
Il gruppo musicale Zeta0alfa, ZOA che in greco significa Animali, come un famigerato battaglione delle SS, citato dall’informativa Papa come positivo momento ludico e culturale di rifermento per Casapound, il cui leader musicale è sempre Iannone, si caratterizza per canzoni di omaggio a Hitler e Mussolini; “Primo mi sfilo la cinghia, due inizia la danza, tre prendo bene la mira, quattro cinghiamattanza”, è solito urlare dal palco e dal microfono Iannone, il cantante degli Z0A, mentre la platea in sala mette in pratica la strofa iniziando a colpirsi. Ripetutamente. Con tanto di ferite che, finito il ballo, rappresentano medagliette di cui esser orgogliosi. La Cinghiamattanza appare come un rito di iniziazione. Ed è forse l’unica nota di colore in questa lista di reati.
Qualcuno ha fatto i calcoli ma forse per difetto: dal 2011 a oggi, fra militanti e simpatizzanti di Casapound, potrebbero essere state arrestate almeno una quarantina di persone, ma alcune questure potrebbero aver omesso il legame con Cpi derubricando i fatti a banali aggressioni. In pratica, mediamente ogni tre mesi uno è finito in manette. Nello stesso periodo i denunciati sarebbero stati, secondo Alfano, 359: uno ogni cinque giorni. E 23 soltanto nel mese di gennaio appena trascorso.
http://popoffquotidiano.it/2016/02/05/ecco-cosa-risponde-alfano-su-casapound/
Senza fondamento la querela di CasaPound contro Persichetti
Un gip di Roma scrive di CasaPound quello che la polizia di prevenzione (la polizia politica) ha in evitato di dire sulle «aggresioni, spedizioni punitive, iniziative contro i disabili, xenofobia e brindisi alla Shoà»
“Il gip di Roma Vilma Passamonti scrive quello che la polizia di prevenzione nella sua infornativa sui bravi ragazzi di CasaPound aveva in tutti i modi evitato di dire”. E lo fa nella maniera più oggettiva possibile, ovvero citando le stesse parole che le tartarughine di via Napoleone III utilizzano sul loro sito per definire se stessi e i propri obiettivi: «l’associazione si propone di sviluppare in maniera organica un progetto e una struttura politica nuova, che proietti nel futuro il patrimonio ideale e umano che il Fascismo italiano ha costruito con immenso sacrificio».
Il blog Insorgenze torna sulla questione sollevata dalla pubblicazione dell’ormai famosa nota della polizia di prevenzione che santifica CasaPound glissando amabilmente sulle sue simpatie fasciste.
Se non fosse una storia di violenze, abusi, coperture, si potrebbe anche sorridere leggendo sul portale del Viminale «come la “polizia politica” sia andata trasformandosi da oscuro apparato di controllo e intimidazione a mezzo di contrasto, ampiamente sopportato dal consenso popolare, di ogni minaccia che alle istituzioni democratiche provenga dal terrorismo e dalla eversione. Tant’è che non si usa più da diversi anni nemmeno il termine di “polizia politica”, ritenendolo sinonimo di abuso e illegalità, ma si parla invece di polizia di sicurezza o di prevenzione». Ecco, dunque, la polizia di prevenzione è la polizia politica. E non ha nulla da ridire sulle gesta di CasaPound.
Il passaggio appena citato da Insorgenze fa parte del provvedimento reso noto nel pomeriggio di ieri con il quale il giudice ha archiviato la querela che Gianluca Iannone aveva presentato contro un articolo apparso su Liberazione dell’8 maggio 2010. La denuncia puntava l’indice contro un passaggio in cui riferiva delle «aggresioni, spedizioni punitive, iniziative contro i disabili, xenofobia e brindisi alla Shoà», compiute da esponenti di CasaPound. “Episodi ritenuti non veritieri e lesivi della onorabilità dell’associazione. Nel corso delle varie memorie depositate dalla parte querelante si invitava ripetutamente il magistrato a richiedere informazioni alla digos per avere chiarimenti sull’operato dell’organizzazione”. Un singolare dimostrazione di fiducia verso le informative della polizia nonostante l’esistenza di centinaia di denunce e decine di arresti. Questa strategia dispiegata anche in altre cause alla fine ha sortito la richiesta del giudice del tribunale civile di Roma dove pendeva la denuncia dalla figlia di Erza Pound. Da qui è scaturaita la nota informativa della polizia di prevenzione che tanto ha fatto discutere in questi giorni.
Nel dispositivo emesso oggi il gip sostiene che nell’articolo messo sotto accusa, firmato da Paolo Persichetti, curatore di Insorgenze, non solo “il diritto di cronaca è stato correttamente rispettato ma – aggiunge – nello scritto «un nucleo essenziale di veridicità dei fatti… sussiste con certezza secondo quanto documentato anche da articoli giornalistici dell’epoca, attenendo dunque o trovando la propria fonte in fatti anche pubblicamente conosciuti». La querela è dunque senza fondamento“.
Su Insorgenze il dispostivo integrale e subito dopo i link della documentazione presenti nella memoria difensiva redatta dall’avvocato Francesco Romeo.
http://popoffquotidiano.it/2016/02/06/senza-fondamento-la-querela-di-casapound-contro-persichetti/
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