pubblicato il 5.03.17
Formia Condannato l’omicida, ex candidato di Fiamma Tricolore e de La Destra, di Mario Piccolino ·
FORMIA – Vent’anni di reclusione, dieci in meno rispetto alla pesante richiesta formalizzata dal sostituto Procuratore Alfredo Mattei. E’ l’entità della condanna inflitta, dopo una breve camera di consiglio, dal Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Cassino Donatella Perna al termine del rito abbreviato secco nei riguardi di Michele Rossi, l’uomo di 60 anni che il 29 maggio dello scorso anno con un colpo secco di pistola alla testa uccise l’avvocato Mario Piccolino, di 71 anni.
Il delitto, che si consumò all’interno dell’abitazione della vittima in via della Conca, nel quartiere di Mola a Formia, destò molto clamore: fu inquadrato nei primi giorni in una ritorsione della camorra nei confronti dell’avvocato Piccolino per la sua attività di denuncia che compiva sul suo blog Freevillage anche se la verità venne a galla due settimane dopo quando la Polizia arrestò a San Cosma e Damiano Rossi grazie al contenuto di sistema di videosorveglianza di una farmacia poco distante l’abitazione-studio di Piccolino venne arrestato e si assunse completamente la responsabilità del delitto.
Il motivo? Il rancore che maturava contro il legale formiano a causa di un contenzioso in sede civile che lo aveva visto soccombere, sul finire degli anni novanta, per il possesso di una grotta sull’isola di Ventotene. Il Gup Perna ha deciso che la richiesta di provvisionale formalizzata dal fratello della vittima, Marco, costituitosi parte civile attraverso l’avvocato Alberto Scerbo, sarà definita in sede civile.
Il legale di Rossi, Andrea Di Croce, ha già preannunciato ricorso in appello perché il suo assistito non uccise con la premeditazione: era incapace di intendere e di volere in conseguenza delle conseguenze di un’ischemia e di due ictus che lo avevano colpito nel 2014. E poi la “guerra” di perizie tra la consulente del Tribunale e la psicologa del carcere di Cassino.
http://www.temporeale.info/48253/argomenti/cronaca/formia-condannato-venti-anni-lomicida-mario-piccolino.html
A UCCIDERE L’AVVOCATO E BLOGGER ANTI-MAFIA MARIO PICCOLINO NON È STATA LA CAMORRA MA UN AGRICOLTORE DI 59 ANNI, USCITO SCONFITTO IN UNA CAUSA CIVILE SUL POSSESSO DI UNA GROTTA SULL’ISOLA DI VENTOTENE
Secondo gli inquirenti il movente è da ricercare in un contenzioso civile seguito dall’avvocato Piccolino, che vedeva contrapposti dei clienti del legale all’imprenditore agricolo, Michele Rossi di 59 anni, per la proprietà di una grotta a Ventotene, da cui l’imprenditore era uscito sconfitto…
A uccidere l’avvocato e blogger antimafia Mario Piccolino non è stata la camorra. Quel delitto non è stato neppure un avvertimento al Comune di Formia, in vista dei rilevanti affari in campo urbanistico che, con il nuovo Piano regolatore, si profilano nella città tirrenica.
Tutti i dubbi avanzati dalla stessa politica, dal 29 maggio scorso — giorno dell’esecuzione — a ieri pomeriggio, sono stati smentiti dalla Dda di Roma, che ha disposto il fermo di un imprenditore incensurato. E la verità è ancora più dura: il 71enne sarebbe stato ucciso da un uomo uscito sconfitto in una causa civile sul possesso di una grotta sull’isola di Ventotene.
Piccolino è stato freddato con un colpo di pistola alla fronte, sparato a bruciapelo con una pistola calibro 22, sulla porta del suo studio nel centro di Formia. Un omicidio all’apparenza di stampo camorristico, tanto che nello stesso Comune del sud pontino il sospetto circolato subito è stato quello che si trattasse di un avvertimento al sindaco Sandro Bartolomeo del Pd, molto legato all’avvocato-blogger che tramite il portale Freevillage denunciava il malaffare.
Per l’Antimafia invece l’autore di quella brutale esecuzione è Michele Rossi, 59 anni, originario di Cellole e residente a SS. Cosma e Damiano, paese vicino a Formia. Un incensurato, imprenditore agricolo, che proprio a Formia si era anche candidato alle elezioni amministrative, nel 2003 e nel 2008, prima con la Fiamma Tricolore e poi con La Destra. Rossi è stato fermato dalla Polizia, sulla strada che collega SS. Cosma e Damiano a Castelforte.
A firmare il provvedimento di fermo sono stati il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, l’aggiunto Michele Prestipino, e i sostituti Carlo Lasperanza e Alfredo Mattei. Fondamentale per gli inquirenti la testimonianza di un ingegnere che condivideva lo studio con la vittima e le immagini catturate dalle telecamere di sicurezza installate a Formia, che hanno immortalato l’indagato mentre si allontanava dal luogo del delitto e poi salire su un pick up.
Secondo gli inquirenti il movente è da ricercare in un contenzioso civile seguito dall’avvocato Piccolino, che vedeva contrapposti dei clienti del legale a Rossi per la proprietà di una grotta a Ventotene, da cui l’imprenditore era uscito sconfitto.
«Che la vicenda avesse travalicato i limiti del normale contenzioso — specificano gli investigatori — è dimostrato anche dal fatto che il 22 settembre 2014 l’avvocato Piccolino aveva pubblicato sul suo blog un pungente articolo, che richiamava l’esito dell’intera vicenda». Al momento dell’arresto Rossi è rimasto impassibile e attende ora, in carcere, di essere interrogato dal gip. La Mobile ha inoltre perquisito la casa dell’imprenditore e quella di suo fratello.
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/uccidere-avvocato-blogger-anti-mafia-mario-piccolino-non-stata-102937.htm
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