pubblicato il 15.10.17
Casa Pound Milano S.p.a. – reportage 1 Pivert ·
Le imprese economiche milanesi dei Fascisti del Terzo Millennio
Negli ultimi tre anni i maggiori dirigenti nazionali di Casa Pound Italia (CPI) sembrano aver scelto come centrale delle loro imprese economico-imprenditoriali Milano e la sua area metropolitana.
Quello che i Fascisti del Terzo Millennio hanno costruito infatti nel capoluogo lombardo è un intricato intreccio di attività economiche di cui le più note sono la linea di abbigliamento Pivert, alcune case editrici e il ristorante Osteria Angelino.
Sabato 14 ottobre anche Milano avrà il suo nuovo Pivert store in Via Lomazzo 11 a Chinatown. L’inaugurazione coincide con l’uscita della nuova collezione Astrum annunciata con uno spot su Facebook dai toni molto anni Novanta che vede protagonista Nina Moric. Un filmato surreale di “vita vissuta” dove un non giovanissimo e barbuto uomo, dopo la partita a torello davanti a San Siro risponde al richiamo della presunta fidanzata e accorre all’Arco della Pace per incontrarla, non prima di una sosta per il cambio d’abito volante in un parcheggio. Lì indossa i capi del marchio con il picchio stilizzato, garanzia di perdono e abbraccio finale. Perché anche il fascista del terzo millennio ha un cuore.
A capo della Pivert (che per qualche tempo ha cercato di non essere associata direttamente a Casa Pound Italia) è Francesco Polacchi, ex-responsabile nazionale di Blocco Studentesco, riciclatosi oggi come imprenditore del tessile.
La sede legale è a Roma in via Diomede Pantaleoni 31 e Polacchi ne è amministratore unico con il 70% della proprietà. Il restante 30% è intestato alla società Minerva Holding, a sua volta controllata per un quarto da Polacchi stesso, per l’altro quarto da Giulia Polacchi e per il 50% da Maria Laura Venturelli. Una tipica azienda a conduzione familiare che al momento ha un utile di poco più di 11mila euro, i debiti da pagare e la volontà di investire come dimostrano le nuove e continue aperture di punti vendita.
La sede reale dell’impresa è a Cernusco sul Naviglio (Piazza Matteotti 5) dove si trovano anche i magazzini di stoccaggio della merce, mentre gli altri punti vendita sono a Brescia (Via Felice Cavallotti 2/a), Torino (Via Bruno Buozzi 4/c) e Roma (via Diomede 33).
I vestiti Pivert si possono inoltre acquistare in molti negozi streetwear e casual vicini al mondo dell’estremismo di destra come l’Intercity Firm di Padova (di proprietà del noto ex-forzanovista e rapinatore di banche Gianluca Locicero) o i punti vendita della catena romana Maracana Football Store (quattro nella Capitale e uno nella nera Albano Laziale).
Polacchi e la Pivert non mancano poi di rifornire le strutture sorelle di Casa Pound in Europa come Hogar Social (Madrid), Bastion Social (Lione)o un negozio in uno strano paesino danese nell’hinterland di Copenhagen (Rodrove).
Ovviamente Pivert è dotato di una piattaforma e-commerce e ultimamente sta beneficiando dell’endorsement mediatico dell’ex-modella Nina Moric che presenterà la nuova collezione (“Astrum”) sabato 14 ottobre sempre a Milano.
Tra i volti che fanno da testimonial alla catena di abbigliamento quello del pugile professionista Roberto Ruffini, arrestato nel 2014 a San Benedetto de Tronto per alcuni pestaggi. Ruffini, oltre a frequentare i ring nella categoria superleggeri stato responsabile della sede sambenedettese di Casa Pound.
Si fanno volentieri fotografare indossando i capi del brand anche Paolo Bargiggia, commentatore sportivo di Mediaset e firma del Primato Nazionale (dal 13 ottobre anche nelle edicole come settimanale cartaceo) e Matteo Minonzio, croce celtica tauata sulla schiena, esperto di arti orientali, legato ai gruppi di estrema destra di Bologna e finito in due inchieste nel 2007 e nel 2009, la prima nell’ambito di un’operazione che smantellava una cellula naziskin nel capoluogo emiliano, la seconda per traffico di sostanze anabolizzanti.
Pivert rappresenta a tutti gli effetti però una attività imprenditoriale dell’intera Casa Pound Italia visto il suo legame con altre propaggini economiche riconducili all’organizzazione di Gianluca Iannone e Simone Di Stefano.
In questo quadro si può spiegare la strana “scomparsa” dalla vita politica pubblica di Francesco Polacchi; il giovane camerata ha infatti alle spalle un pesante carico penale dovuto alla sua attività di squadrista; probabilmente questo ha spinto la sua organizzazione a toglierlo dalle prime file (e dai riflettori) per consentirgli di costruire liberamente Pivert.
In effetti di Polacchi non si era saputo più nulla dal 2014 fin quando il 29 giugno 2017 non è ricomparso proprio a Milano guidando l’irruzione di Casa Pound a Palazzo Marino, l’aggressione contro gli attivisti della rete antirazzista “Nessuna persona è illegale” e i tafferugli con gli antifascisti intorno al Comune.
Francesco Polacchi, classe 1986, romano (è vissuto nel quartiere di Boccea), è nato e cresciuto politicamente in Casa Pound, divenendone da subito un dirigente giovanile di primo piano (la sua prima intervista sui media nazionali risale al 2006 all’interno del Pub di Casa Pound il Cutty Sark)
Nonostante fosse il capo carismatico di Blocco Studentesco di scuole ne girò, in effetti, fin troppe: dopo essere stato sbattuto fuori dal Convitto Nazionale e da una scuola privata, prese la maturità al Farnesina, l’unica scuola che vide spesso delle autogestioni capitanate dai fascisti; si iscrisse poi per un periodo a Roma Tre per studiare Storia, ma oltre a qualche rissa nell’ateneo romano non brillò.
La sua carriera squadrista invece conta un notevole curriculum:
– nell’Agosto del 2007 (a soli 21 anni) mentre era in vacanza in Sardegna (Porto Rotondo) accoltellò gravemente un giovane sassarese e ne ferì altri due davanti ad una discoteca (in compagnia di altri quattordici camerati che si trovavano lì con lui per partecipare ad un festival neofascista estivo): venne arrestato immediatamente dai carabinieri di Olbia e imputato per tentato omicidio.
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– 29 Ottobre 2008, Polacchi guidò il gruppo di Blocco Studentesco che aggredì in Piazza Navona il corteo/presidio degli studenti dell’Onda contro la discussione in senato della Riforma Gelmini. I fascisti dopo essersi fatti largo a colpi di fibbia tra gli studenti medi e i Cobas, occuparono un angolino della piazza e armati di caschi e manici di piccone tricolori, ingaggiando un lungo scontro con un corteo antifascista composto da universitari della Sapienza.
I militanti di Blocco Studentesco vennero lasciati fare dalle forze dell’ordine presenti e nel momento in cui stavano avendo la peggio vennero difesi dalla polizia e portati via da Piazza Navona.
Durante la trasmissione televisiva di Michele Santoro sugli scontri venne diffuso un filmato in cui un funzionario di Polizia (Digos) presente in piazza, dimostrava un rapporto molto colloquiale con Polacchi.
Da notare che la protesta dei giovani di Casa Pound contro la Riforma Gelmini si configurò unicamente come una breve provocazione volta a infiltrarsi nei movimenti studenteschi, visto che la stessa Gelmini partecipò a una iniziativa della sezione veronese del Blocco Studentesco.
– Il 3 novembre 2008 all’una e trenta della notte militanti Casa Pound irruppero dentro gli studi della RAI, in via Teulada, per minacciare la conduttrice Federica Sciarelli e la redazione della trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”. La colpa era di aver messo in onda un video che mostrava chiaramente l’aggressione di Blocco studentesco e il ruolo negli scontri di Francesco Polacchi in Piazza Navona.
– Nella notte del 13 Aprile 2010, Polacchi e i suoi aggredirono invece con caschi, cinghie e bastoni alcuni militanti del Centro Sociale Acrobax che stavano mettendo dei manifesti per il diritto alla casa nella zona dell’ateneo di Roma Tre. I fascisti ebbero la peggio (Polacchi stesso ebbe un braccio ingessato, mentre altri nove di Blocco finirono all’ospedale), ma la polizia denunciò comunque tutti (sia antifa che fascisti) per rissa.
– Il 23 Marzo 2012, Polacchi partecipò in prima fila ai durissimi scontri avvenuti nella borgata romana di Casal Bertone tra antifascisti e militanti del Circolo Futurista (locale sede territoriale di CPI).
– Il 14 Dicembre 2013, Polacchi e Di Stefano guidarono una ventina di militanti di Casa Pound in una azione contro la sede della Rappresentanza dell’Unione Europea a Roma.
Dopo l’arrivo della polizia lo stesso Polacchi venne ferito alla testa durante una carica, come dimostra una sua intervista sul luogo.
Da allora se ne persero le tracce… fino alla nascita di Pivert e agli incidenti di Palazzo Marino di questo Giugno.
To be continued…
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documentazione
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