pubblicato il 24.10.17
Blitz contro FN Condannati due Anarchici - Artisti trentini scrivono: «Il pericolo è il fascismo» ·
Condanna, poco fa, per i due anarchici accusati dopoil blitz contro un gazebo di Forza Nuova in via Manci a Trento: 4 mesi e 15 giorni e 4 mesi e 10 giorni le pene. Disposta per i due imputati anche una misura restrittiva: uno ha l'obbligo di firma e l'altro il divieto di accesso a Trento.
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La senteza è arrivata verso le 15, in un Palazzo di giustizia «blindato» dove in mattinata si era tenuta l'udienza di convalida dell'arresto di quattro giovani, due di area anarchica e due del centro sociale Bruno, arrestati sabato pomeriggio con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni.
Il giudici Giovanni De Donato, accogliendo la richeista del pm Pasquale Profiti, ha convalidato l'arresto dei quattro giovani.
I due giovani dell'area anarcoinsurrezionalista avevano chiesto e ottenuto di essere giudicati con rito abbreviato e il processo è stato celebrato nel primo pomeriggio.
I due esponenti del centro sociale, che sono stati scarcerati, andranno invece in aula nel mese di febbraio 2018.
La difesa è sostenuta dagli avvocati Nicola Canestrini (sotto nella foto al cellulare) e Giampiero Mattei.
Un gruppo di artisti trentini ha lanciato una lettera aperta che polemizza con la concessione degli spazi di via Manci a Forza Nuova, rilancia un allerta sul pericolo neofascismo e solidarizza con i quattro arrestati.
In aula attivisti anarchici e del centro sociale ed esponenti di Forza Nuova si ritroveranno di nuovo faccia a faccia, su fronti opposti: i primi nelle vesti di imputati, i secondi come parti lese per l'aggressione di sabato al gazebo del movimento. In vista del processo per direttissima la Procura ha citato come testimoni, i tre poliziotti e il carabiniere rimasti contusi nel bloccare sabato i giovani che avevano divelto il gazebo di Forza Nuova.
Oggi in udienza sono presenti alcuni attivisti del movimento della destra radicale, tra cui Numa de Masi, che lamenta danni materiali per circa 3.000 euro. Forza Nuova questa mattina chiederà di costituirsi parte civile nel procedimento a carico dei quattro attivisti arrestati. Attivisti che hanno trascorso la domenica due in cella nel carcere di Spini di Gardolo e due nella camera di sicurezza della Questura.
Polizia e carabinieri hanno disposto per oggi un rafforzamento delle misure di sicurezza a Palazzo di giustizia. Il centro sociale Bruno ha già annunciato la sua mobilitazione a sostegno dei compagni arrestati.
Sul fronte opposto Forza Nuova ieri è scesa in campo con la sua pagina Facebook nazionale: «La velocità e la destrezza dei militanti ha fatto sì che nella colluttazione gli anarchici avessero la peggio». La nota si concluse così: «Forza Nuova ha dimostrato di saper costantemente difendere l'agibilità in città considerate una volta roccaforti rosse e, con il proprio senso del dovere e l'amore per la propria Patria, ribadire che ne oggi ne mai nessuno potrà fermare chi ogni giorno dà "Tutto per la Patria"!».
La tensione è alta a Trento dopo l'aggressione ai militanti di Forza Nuova e alle forze dell'ordine di sabato.
Gli Anarchici hanno raggiunto largo Pigarelli. È arrivato anche il corteo del centro sociale Bruno.
https://www.ladige.it/news/cronaca/2017/10/23/processo-blitz-contro-forza-nuova-protesta-davanti-tribunale-area-blindata
Artisti trentini scrivono: «Il pericolo è il fascismo»
Dopo il doppio blitz di sabato pomeriggio a Trento contro un gazebo Forza Nuova, un gruppo di artisti locali scrive una lettera aperta che ricontestualizza l'accaduto partendo da una contestazione nei riguardi di Comune e questura per aver concesso al movimento di estrema destra uno spazio nel centro città e proprio nella via intitolata al leader della Resistenza, Giannantonio Manci.
La lettera è stata diffusa ieri in Facebook, con il titolo Via Manci, vittime e carnefici, e recita: «Nel pomeriggio di sabato 21 ottobre, in via Manci (partigiano giustiziato dai nazi-fascisti) a Trento, si è tenuto un banchetto di raccolta firme contro lo ius soli organizzato dal partito neofascista Forza Nuova. In quella circostanza due gruppi di attivisti che hanno compiuto azioni di contestazione e contrasto hanno subìto un duro intervento da parte delle Forze dell’Ordine e l’arresto di cinque antifascisti, processati per direttissima.
Di fronte a questi gravi fatti, avvenuti a così breve distanza dalla morte del giovane Adan, tredicenne disabile kurdo morto senza un tetto in strada a Bolzano nell’attesa di avviare le pratiche per la richiesta di protezione internazionale, ci chiediamo ancora una volta come sia possibile che l’Amministrazione e la Questura della città di Trento concedano e difendano spazi politici alla propaganda razzista, fascista e xenofoba di gruppi organizzati che più volte si sono macchiati di aggressioni, accoltellamenti, attacchi a persone e pericolosi danneggiamenti a strutture per l’accoglienza.
È nostro dovere di artisti, per onestà intellettuale, affermare che le vittime della giornata di sabato non sono stati i fascisti di Forza Nuova, ma vittime della legittimazione politica delle loro ideologia e propaganda sono tutti i cittadini, le cittadine e le stesse istituzioni democratiche indegnamente occupate da chi ha oramai dimenticato il primario dovere di contrastare sì il ritorno del fascismo, ma anche la speculazione politica fatta a danno e sulla pelle di chi è più debole e fragile, di chi non ha una voce per reclamare diritti e difendersi da attacchi che oggi si fanno pericolosamente sempre più trasversali.
È nostro dovere ricordare tutto questo non solo agli abitanti di Trento ma anche ai suoi giornali, che vediamo così miopi vittimizzare questi neri seminatori odio e lame ed allo stesso tempo amplificarne azioni e propaganda con l’unica preoccupazione di incrementare gli introiti pubblicitari portati dal numero di click sugli articoli.
Il nostro pensiero e la nostra solidarietà vanno ai giovani antifascisti arrestati, con la speranza che vi sia la volontà anche giudiziaria di riconoscerne il coraggio e la generosità in luogo della loro presunta pericolosità».
Seguono i nomi dei primi firmatari della lettera aperta: Fan Chaabi, Luciano Forlese, MurJah Warriors Sound Art System, Trust In Noise, Rebel Rootz, Felix Lalù e Manuel Coser.
«Le azioni antifasciste, seppur non esenti da critiche in ordine ad alcune modalità esecutive adottate lo scorso sabato a Trento, non possono che essere approvate, perché questo hanno voluto trasmettere: nessuno spazio a chi professa l’odio, l’omofobia, la violenza come fine politico, perchè questo era ed è il fascismo», afferma in una nota Fulvio Flammini del Sindacato di base multicategoriale (Sbm).
«Chi gestisce l’ordine pubblico - aggiunge Flammini - dovrebbe spiegare perchè accoltellatori fascisti, picchiatori ‘nerì di minorenni non hanno trascorso nemmeno un minuto dietro le sbarre, mentre gli antifascisti sono stati arrestati.
Questioni di sofismi dei codici penale e di procedura? Può darsi, ma non c’è alcun paragone fra l’ideologica violenza fascista di chi accoltella avversari politici o di chi pesta ragazzini davanti ai licei e chi usa la violenza come mezzo per impedire che sia seminato altro odio fascista».
Di altro parere il il consigliere provinciale di Civica Trentina Rodolfo Borga: «La giunta provinciale non può perseverare nella tolleranza sino ad ora manifestata, che di fatto si traduce in un tacito sostegno a questi inaccettabili comportamenti».
(...)
http://www.ladige.it/news/politica/2017/10/23/blitz-contro-forza-nuova-artisti-trentini-scrivono-pericolo-fascismo
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