«Ci attaccano perché siamo buoni, con i nordafricani le prenderebbero»
Il numero uno dei bengalesi della Capitale: «Noi, per indole, non reagiamo mai, loro lo sanno e attaccano noi perché sono dei vigliacchi. E mandano avanti i minorenni»
«La verità è che siamo troppo buoni. Noi, per indole, non reagiamo quasi mai, e non scappiamo nemmeno. Per questo i bengalesi sono sempre fra le vittime delle aggressioni, specialmente quelle razziste. Ma adesso è ora di finirla, cosa dobbiamo fare? Andare a picchiare chi ci minaccia e ci insulta?». Siddique Nure Allam, per tutti Bachcu, sa che il pestaggio del povero Kartik Chombro non è il primo e non sarà nemmeno l’ultimo. Solo nel 2017 i connazionali pestati a sangue sono stati quattro – almeno quelli finiti poi sui giornali -, ma gli episodi di violenza e sopraffazione nei confronti di appartenenti alla comunità sono all’ordine del giorno. Basti pensare al commerciante ferito poche settimane fa a colpi di pistola alle gambe per aver affrontato un paio di rapinatori nel suo bazar all’Aurelio.
«Paghiamo perché una certa politica – e non solo di estrema destra – dipinge l’immigrato come un poco di buono, un delinquente che vive sulle spalle degli italiani, ma non è così», dice ancora Bachcu, da quasi 20 anni alla guida di Dhummcatu, l’associazione dei bengalesi di Roma protagonista di proteste e manifestazioni per i diritti dei lavoratori stranieri. «Di conseguenza i ragazzi romani, specialmente quelli giovanissimi, si sentono protetti e direi quasi autorizzati a picchiarci».
Un lavapiatti da trent’anni a Roma con i figli studenti universitari ormai italiani, un giovane agricoltore che ha avviato un’azienda tutta sua, un commerciante ambulante che ha fatto arrivare la moglie da Dakka. Sono le vittime delle ultime aggressioni a sfondo razziale e di bullismo fra Tor Bella Monaca, Anzio e Don Bosco prima di quella di Chombro a piazza Cairoli sabato scorso. «Noi pensiamo solo a lavorare, non vogliamo creare problemi. A Roma e provincia siamo 35 mila. Per cultura non siamo portati ad aggredire, a confrontarci con i violenti – spiega Bachcu – e anche quanto accaduto di recente ci scoraggia dal farlo: a Torpignattara, ad esempio, alcuni commercianti hanno provato a bloccare dei teppisti che li insultavano. Sapete come è finita? Si sono beccati loro una denuncia per rissa. Insomma, meglio lasciar perdere».
Ma il leader dei bengalesi ha anche un’altra teoria sul perché da qualche mese bande di ragazzetti, spesso minorenni, non esitano a prendersela con un connazionale quando lo incrocia per strada. «I movimenti di estrema destra mandano avanti loro perché è più difficile perseguirli. E’ un trucco per non essere mai colpevoli. E sono vigliacchi perché se la prendono con chi non reagisce. Sanno bene che attaccare nigeriani o nordafricani non è così facile: allora sì che le prenderebbero. Ma da noi no, almeno non è successo ancora», avverte Bachcu, che per oggi ha indetto «una riunione della nostra associazione per affrontare la situazione dopo il pestaggio di Kartik e organizzare quantomeno un presidio di solidarietà e protesta in piazza Cairoli. Roma sta diventando troppo violenta per noi. Ci sono interi quartieri dove è ormai rischioso farsi vedere in giro. Penso alla zona fra Quadraro, Arco di Travertino e Porta Furba ma anche a Porta Maggiore, Tor Bella Monaca e via Prenestina».
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_ottobre_31/dorsorm-02-03-documentodcorriere-web-roma-813c788a-bdac-11e7-b457-66c72633d66c.shtml
Roma, "il Duce può salvarci": dagli slogan fascisti alla caccia al bengalese
Il profilo di Alessio Manzo e degli altri del branco tra foto di Mussolini-Hitler e bandiere della Roma
Saluti romani, foto del duce, slogan ultranazionalisti, un "Cam." che sottintende "camerata" prima del suo nome come per gridare subito la sua identità politica, poi birre, serate con gli amici, una grande passione per la musica techno. E per la Magica, forse trasmessa dal padre, che condivide con i suoi amici, da vero ultrà.
È il ritratto che emerge dai profili social di Alessio Manzo, neo 18enne proveniente dall'alberghiero di Tor Carbone, già passato negli archivi delle forze dell'ordine, che è stato arrestato per il tentato omicidio di un 27enne bengalese nella notte tra sabato e domenica, in pieno Centro. Insieme a lui, alle 2 di notte in piazza Cairoli, a due passi dal Ministero della Giustizia, ad aggredire due stranieri c'erano una decina di amici, tra cui forse anche due ragazze e i quattro, un 17enne, due 18enni e un 19enne, che sono stati denunciati per lesioni aggravate e percosse.
Sarebbe stato, però, Manzo a pestare a sangue il bengalese: mentre gli altri si allontanavano, sarebbe tornato indietro per un'ultima raffica di calci e pugni, prima di andare via. Ma non è questa la versione che il giovane ha raccontato agli inquirenti, parlando inizialmente di una rissa, una classica lite tra ragazzi e forse qualche bicchiere di troppo del sabato sera. Nessun riferimento alle frasi razziste, neanche alle sue ideologie. Quelle che sui social non ha mai nascosto: soprattutto su Askfm, un sito che si basa su domande e risposte. Così, circa un anno fa, quando sulla sua bacheca un certo "ErNoce", gli scriveva, "Te seguo solo perché sei fascista e questo ti fa tanto onore" con tanto di emoticon per richiamare il saluto romano, lui rispondeva: "Certo che me fa onore".
E a chi lo provoca scrivendogli "comunista nel cuore", lui risponde: "Pietà per te". E rilancia: "Mussolini, spero nel suo ritorno per salvare questa Italia che sta andando veramente a...". Oppure: "Se per razzista si intende chi difende la propria terra allora siamo razzisti". Anche se "l'Italia
agli italiani", nella lista di Manzo, sta in fondo, prima infatti ci sono la Magica, la donna, la birra e la Nutella, gli amici, la famiglia, e il fratello che qualche mese fa gli scrive "ti amo". Ma le esternazioni politiche riemergono sempre. E su cosa pensa della destra sionista, l'ultrà non mostra alcuna esitazione: "Come ideale si può paragonare al partito fascista, sono anti comunisti quindi bene. Ma sono israeliani e quindi ebrei".
http://roma.repubblica.it/cronaca/2017/10/30/news/roma_il_duce_puo_salvarci_dagli_slogan_fascisti_alla_caccia_al_bengalese-179757160/
Roma Pestaggi e raid squadristi, è il "Bangla tour" "Così l'ultradestra va a caccia di immigrati" · pubblicato il 22.11.13
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