pubblicato il 12.11.17
Nuova sede di CasaPound a Genova, convegno e disagi al traffico a Nervi. Proteste antifasciste ·
La zona presidiata da 250 agenti
GENOVA - Si è svolto all'hotel Astor di Genova Nervi il convegno organizzato CasaPound per l'apertura della nuova sede genovese di via Montevideo.
A Genova anche il leader nazionale di CasaPound Gianluca Iannone. Quasi 250 simpatizzanti del movimento di estrema destra hanno prso parte al convegno. L'evento si è svolto in un clima di tranquillità, solo qualche disagio al traffico per la chiusura di viale della Palme e piazza Sciollo. A presidiare la zona circa 150 agenti della sicurezza. Già nei giorni precedenti Anpi e associazioni antifasciste avevano annunciato che non ci sarebbe stata nessuna manifestazione per "non dare risalto all'evento".
Dal convegno di Genova arriva la candidatura a premier di Simone Di Stefano: "Siamo qui con i nostri consiglieri comunali eletti un po' in tutta Italia e presentare la candidatura alla presidenza del consiglio. Ovvio che il presidente del Consiglio sarà incaricato dal presidente della Repubblica ma visto che tutti parlano di Salvini premier o di Berlusconi premier io oggi sono qui a dire che sarò ufficialmente il candidato premier di CasaPound alle elezioni nazionali".
E rispetto alla scelta di Genova Di Stefano precisa: "Casapound è dappertutto e dappertutto parla perché è nel pieno diritto di parlare in tutte le città compresa Genova. Che Genova sia una città rossa è dato dal fatto che esiste una tradizione popolare molto forte a cui noi parliamo perché Casapound parla in quegli spazi sociali che erano ritenuti appannaggio esclusivo della sinistra. E' giustissimo essere a Genova perché è una città di lavatori e di portuali". Dopo il convegno, al quale era presente Gianni Plinio, vice coordinatore di Fratelli d'Italia Genova, il vicepresidente di CasaPound ha confermato che sarà inaugurata la sede in via Montevideo.
E mentre tra piazza Alimonda e via Montevideo un gruppo di antifascisti ha fatto volantinaggio e attacca adesivi contro l'ultradestra a Nervi, c'è chi ha deciso di esprimente diversamente il proprio dissenso nei confronti dei militanti di CasaPound. Così da una parte in piazza Pittaluga alcuni cittadini hanno cantato Bella Ciao e sventolato bandiere dell'Anpi, dall'altra la 'protesta' del titolare di una gastronomia, Lorenzo Paolicelli, cui gli organizzatori del convegno avevano chiesto 30 porzioni di lasagne destinate ai vertici del movimento arrivati da fuori Genova che si è rifiutato di prepararle per quel genere di clientela: "Io sono anarchico, non do da mangiare ai fascisti" ha detto. Un'altra commerciante, titolare di un negozio di fiori, è critica: "Non si può bloccare un quartiere a causa di persone antidemocratiche. Chiudo per ragioni di sicurezza, sono indignata come cittadina. Nervi blindata ed ennesima ferita per Genova e la sua storia".
http://www.primocanale.it/notizie/nuova-sede-di-casapound-a-genova-convegno-e-disagi-al-traffico-a-nervi-191535.html
Nervi blindata per il convegno di CasaPound: 150 poliziotti, strade chiuse. Proteste antifasciste
Di Stefano: «Sarò il candidato premier, se qui possono parlare Salvini o Berlusconi, allora posso anche io»
«Visto che tutti parlano di Salvini o Berlusconi, oggi sono qui a dire che sarò ufficialmente il candidato premier di CasaPound alle elezioni nazionali»: in una Nervi “blindata”, con 150 fra poliziotti e carabinieri a vigilare sul convegno della formazione di ultradestra, cui hanno partecipato circa 400 persone, Simone Di Stefano ha lanciato la sua candidatura a premier. Nell’intervento, il vicepresidente del partito ha aggiunto che «oggi siamo qui con i nostri consiglieri comunali eletti un po’ in tutta Italia a presentare la candidatura alla presidenza del Consiglio», anche se «è ovvio che il premier sarà incaricato dal presidente della Repubblica».
Rispetto alla scelta di Genova, Di Stefano ha precisato che «CasaPound è dappertutto e dappertutto parla, perché è nel pieno diritto di parlare in tutte le città, compresa Genova. Che Genova sia una città “rossa” è dato dal fatto che esiste una tradizione popolare molto forte cui noi parliamo, perché CasaPound parla in quegli spazi sociali che erano ritenuti appannaggio esclusivo della sinistra. È giustissimo essere a Genova perché è una città di lavoratori e di portuali».
Dopo il convegno, cui era presente anche Gianni Plinio, vicecoordinatore di Fratelli d’Italia a Genova, il vicepresidente di CasaPound ha confermato che sarà inaugurata la sede in via Montevideo, dove però è stato fatto capire che «i giornalisti non sono graditi»; intanto, all’altezza di piazza Alimonda un gruppo di antifascisti ha organizzato un volantinaggio e attaccato adesivi contro l’ultradestra.
La contestazione dei residenti
A causa del convegno, in corso dalle 17 all’hotel Astor e cui hanno partecipato esponenti politici in arrivo da diverse regioni, tra cui il leader nazionale, Gianluca Iannone, e vari rappresentanti del partito nelle istituzioni, compreso il consigliere del X Municipio di Roma, Luca Marsella, dove CasaPound ha preso il 9%, il centro di Nervi era praticamente off limits, una situazione che ha provocato una levata di scudi tra i commercianti, con molti che hanno deciso di tenere i negozi chiusi per paura di scontri o disordini.
La “protesta della lasagna”
Fra i negozianti del quartiere contrari alla presenza di CasaPound, anche Lorenzo Paolicelli, titolare di “Lasagne d’autore” in via Sala, che non solo si è rifiutato di fornire 30 porzioni di lasagne ai partecipanti al convegno, ma ha anche organizzato un’originale “promozione” per la giornata di oggi, come si può leggere sulla sua pagina su Facebook : «Io sono anarchico, non do da mangiare ai fascisti». Critica anche un’altra commerciante, titolare di un negozio di fiori: «Non si può bloccare un quartiere a causa di persone antidemocratiche. Ho chiuso per ragioni di sicurezza, sono indignata come cittadina. Nervi “blindata” ed ennesima ferita per Genova e la sua storia».
Gli antifascisti in piazza
Intorno alle 17, inoltre, rappresentanti del movimento antifascista sono scesi in strada in piazza Pittaluga, insieme con una cinquantina di residenti di Nervi, per protestare pacificamente contro il raduno di CasaPound.
La “sorpresa” dell’hotel
Nel mirino è finito (anche) il direttore dell’hotel Astor, Ferdinando Maggi, che ha deciso di ospitare il convegno dell’estrema destra: «Gli organizzatori hanno utilizzato modalità poco trasparenti mi hanno prenotato la sala annunciando la presentazione di un libro. In realtà era un incontro pubblico politico. Non lo sapevo e mi dispiace per gli eventuali disagi. Desideriamo prendere le distanze da questa iniziativa e dalle ideologie di queste persone». Fino all’ultimo ieri pomeriggio si è lavorato per cercare di spostare in un’altra sede la presentazione. Una circostanza, però, che non ha trovato il favore della questura: «C’era il rischio - spiegano da via Diaz - che l’appuntamento si svolgesse comunque in un altro luogo magari pubblico. Per motivi di opportunità è meglio che si svolga all’interno dell’hotel».
Il presidente del Municipio, Francesco Carleo, aveva auspicato che non ci fossero scontri e tensioni in piazza: «Tutti hanno il diritto di manifestare le proprie idee ancora di più se sono partiti politici che hanno preso parte alle elezioni - ha spiegato il presidente (iscritto a Fratelli d’Italia) - non ci vedo nulla di male anche se non parteciperò all’evento. Mi spiace solo che Nervi possa subire dei disagi per la protesta di chi non permette che venga rispettato quello che è un diritto della Costituzione. CasaPound estremista? Tra gli estremisti ci sono i centri sociali e tanti altri della sinistra radicale».
http://www.lastampa.it/2017/11/11/italia/politica/nervi-blindata-per-il-convegno-di-casapound-poliziotti-strade-chiuse-proteste-antifasciste-XL9OnSoKyCCNZ2wOaeZPjI/pagina.html
“Lasagne? Sì ma non per Casapound”
Lasagne d’Autore, a Nervi, è una vera istituzione. Da ormai due anni Lorenzo Paolicelli, il proprietario, serve piatti a tutto il quartiere. “Sì, a tutti- ripete Paolicelli – ma dipende dalle situazioni”.
Intorno alle 16 di questo pomeriggio il telefono di Lasagne d’Autore ha squillato: è arrivata una telefonata dall’Astor che chiedeva abbondanti porzioni di lasagna.
“Subito credevo fosse uno scherzo – ha detto Lorenzo Paolicelli – dopo aver capito che stavano facendo sul serio, per coerenza, ho risposto loro che non lavoro per Casapound”.
Come lui sono state altre le attività che hanno mostrato dissenso attaccando alle vetrine biglietti che giustificavano la chiusura.
“Siamo indignati”, recita la parte iniziale del testo scritto sopra un foglio bianco dai proprietrari della Fioreria dei Parchi.
https://www.ilnerviese.it/lasagne-mi-dispiace-nom-casapound/
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