pubblicato il 23.11.17
Veronetta Aggressione Un ferito davanti a CasaPound ·
Lite e vandalismo a Veronetta Un ferito davanti a CasaPound
Questa volta si è trattato di una lite tra ragazzi alticci che, dopo qualche insulto, hanno finito per mettersi le mani addosso. Ma poteva finire davvero male, la notte tra venerdì e sabato, in via Campofiore, a Veronetta, dove il giovane che ha avuto la peggio se l’è cavata con una prognosi di otto giorni per i pugni incassati.
Quando al 113, poco prima dell’1.20, è arrivata la segnalazione da parte di alcuni residenti, svegliati da urla e schiamazzi, quattro volanti si sono precipitate sul posto, non nuovo a episodi del genere, e hanno trovato il ragazzo, insanguinato, con ferite al volto e alla testa, e un gruppo di giovani ancora fermi davanti al civico 27, che ospita un circolo di CasaPound, mentre altri si sono subito dileguati.
Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine il ferito, insieme a una ragazza, era appena uscito dal bar «Time Out» che si trova all’inizio della stessa via, frequentato da giovani di estrema sinistra, ed era sulla strada di casa quando, all’altezza della sede di CasaPound, sarebbe scoppiato un diverbio con alcuni giovani dell’opposta fazione. Poi dalle parole si è passati alle mani finché, sul posto, sono giunti i poliziotti che, oltre alla vittima e all’amica, hanno identificato sette ragazzi riconducibili al movimento di estrema destra. Sul posto anche un’ambulanza del 118.
Nemmeno due ore di pace e, poco prima delle 3, ancora paura in via Campofiore, stavolta per colpa di un giovane che, transitando all’altezza del civico 27, probabilmente per «rappresaglia», ha divelto un cestino dei rifiuti scagliandolo contro la saracinesca del circolo di CasaPound e danneggiando lo sportellino della posta. Anche lui è stato identificato dagli agenti delle volanti. Rischia una denuncia per danneggiamento, mentre contro chi ha colpito il giovane rimasto ferito si procederà in caso di querela da parte della persona offesa.
Ma ad uscire ancor più provati dalla nottata movimentata sono stati i residenti, ormai esasperati da episodi poco piacevoli e tensioni reciproche che, dicono, «si susseguono almeno troppo spesso da quando, qualche mese fa, nella via sono approdati i militanti di CasaPound».
«Ho il massimo rispetto per le convinzioni politiche di tutti ma sono stufo di queste schermaglie e di questo susseguirsi di provocazioni», spiega Claudio Mantovanelli, che l’altra notte ha chiamato il 113.
«Non è possibile aprire la finestra e trovare un ragazzo disteso a terra in un lago di sangue. Viviamo nella paura. Ormai la situazione è diventata insostenibile».
Gli fa eco Cesare Zenari: «Prima che arrivasse il circolo, sentivamo solo gli schiamazzi notturni di qualche bar. Da allora, ci troviamo davanti a casa poliziotti in assetto antisommossa se sono annunciate manifestazioni, troviamo scritte delle diverse fazioni sui muri, una volta è stato anche scaricato del letame qui davanti. Se servirà a tornare a vivere in serenità, siamo pronti anche a fare una raccolta di firme».
«Non siamo inclini alla violenza», commenta in una nota il referente veronese di CasaPound Roberto Bussinello, Non ci piace neanche identificarci nel cliché dello scontro rossi contro neri, ma è chiaro che il consenso popolare in costante crescita non piace agli antagonisti che l’unica risposta che sanno dare è quella della provocazione».
Elisa Pasetto
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Rissa, aggressione fascista o aggressione antifascista? Il "busillis" di Veronetta
Veronetta, quartiere universitario, quartiere non nuovo a vicende simili, quartiere notoriamente sede di circoli e semplici locali frequentati dai cosiddetti "simpatizzanti di sinistra" (e che talvolta giornalisticamente diventano di "estrema sinistra"). Nella notte tra venerdì 10 e sabato 11 novembre è da registrare l'ennesimo episodio di violenza.
La prima ricostruzione
Stando alle ricostruzioni fornite dagli inquirenti era circa l'una di notte quando è arrivata la segnalazione al 113 da parte di alcuni cittadini residenti nella zona che hanno udito urla provenienti dalla strada in via Campofiore. Sul posto le quattro volanti della polizia intervenute hanno trovato un giovane che presentava ferite alla testa ancora sanguinanti, attorniato da un gruppetto di ragazzi, il tutto dinanzi al numero civico 27 sede di un circolo di Casa Pound. Ed è proprio qui che la "rissa", o secondo un'altra interpretazione dei fatti l'"aggressione" sarebbe avvenuta. Sì, perché in via ufficiale il tutto sarebbe da ricondurre a un'ordinaria "rissa tra ubriachi", ma secondo alcuni l'episodio, considerando il fatto che non si tratta di un caso isolato, è piuttosto da riferire all'antagonismo politico tra "fascisti del terzo millennio" e "antifascisti".
Il ragazzo che sarebbe uscito dal bar "Time Out" in compagnia della sua fidanzata è poi stato "aggredito" dai sette individui identificati dalle forze dell'ordine appartenenti al movimento di Casa Pound, oppure si è trattato di un banale "diverbio" sfociato in una zuffa, o addirittura sarebbe stato lui piuttosto l'"aggressore"? L'unico dato certo è la sproporzione del numero: sette (almeno) contro uno/due.
Il secondo episodio e la versione di Casa Pound
A distanza di un paio d'ore è poi avvenuto un altro episodio che rimarca lo sfondo "politico" dell'intera vicenda: verso le tre di notte un giovane ha divelto un cestino dello sporco e lo ha scagliato contro la saracinesca del circolo di Casa Pound in via Campofiore, rompendo anche la cassettina della posta. Identificato anch'egli dalla polizia, per lui è scattata l'accusa di "danneggiamento". In merito Roberto Bussinello, leader locale di Casa Pound ed ex candidato sindaco alle ultime elezioni amministrative, ha diffuso una nota nella quale si parla di «respinta aggressione antifascista in Veronetta».
Le parole di Bussinello contenute nella nota non chiariscono se il "respinta" sia da intendersi in riferimento al primo episodio della nottata, volendo sostenere dunque che il giovane "antifascista" con la sua ragazza abbia "aggredito" i militanti di Casa Pound dinanzi al circolo, o se a respingere l'"aggressione antifascista", da riferirsi in questo caso al secondo episodio della turbolenta nottata, sia semplicemente stata la saracinesca del suddetto circolo al civico 27 di via Campofiore.
«Non siamo inclini alla violenza - spiega Roberto Bussinello - da sempre ci dedichiamo alla città con costanza e determinazione, aiutando prima i veronesi con consegne alimentari e bonifiche di parchi. Non ci piace neanche identificarci nel cliché dello scontro rossi contro neri, ma è chiaro che queste nostre iniziative e il consenso popolare in costante crescita non piace agli antagonisti che l’unica risposta che sanno dare è quella della provocazione continua soprattutto di fronte ai nostri spazi. Tuttavia, - conclude Bussinello - è bene che sappiano che nessuno di noi si tirerà indietro di fronte a provocazioni come quelle di questa notte, nessuno di noi lascerà spazio a tentativi di prevaricazione e nessuno di noi abbandonerà le strade che con tanto sudore abbiamo riconquistato in questi anni, nella nostra città. La forza che ci muove va oltre l'odio antifascista, Verona è casa nostra e la difenderemo».
Il Circolo Pink e la versione di Assemblea 17 dicembre
Intanto, mentre il giovane rimasto ferito e condotto in ospedale ha riportato otto giorni di prognosi a causa di quanto avvenuto la scorsa notte, sull'argomento è intervenuto anche il Circolo Pink che, ovviamente, presenta un'altra lettura dei fatti rispetto a quella di Bussinello, sostenendo che innanzitutto «la sede di Casa Pound in Veronetta deve essere chiusa».
«Si preferisce far passare tutto per una banale rissa, - si legge in un commento su Facebook del Circolo Pink - ma una persona aggredita è finita in ospedale, ormai la presenza di Casa Pound in Veronetta sta diventando un serio problema per tutte e tutti. Fuori Casa Pound da Verona e da Veronetta».
Nelle ultime ore è poi arrivata una nuova rivisitazione di quanto accaduto la notte scorsa, questa volta fornita da Assemblea 17 dicembre che ricostruisce tutta un'altra storia. Anzitutto il ragazzo ferito e la fidanzata non sarebbero stati soli, ma in compagnia di un'altra coppia, mentre il gruppo iniziale di Casa Pound sarebbe stato di circa venti persone. Per di più il ragazzo ferito e gli altri tre non apparterrebbero ad alcun gruppo politico di "estrema sinistra" o "antifascista". I quattro, inoltre, non sarebbero fuoriusciti dal bar "Time Out", bensì da un appartamento di via Campofiore per dirigersi verso un locale della vicina via San Vitale. Durante il tragitto sarebbe quindi avvenuto il fatale incontro con i militanti di Casa Pound riuniti davanti al loro circolo.
«Sfortuna ha voluto che lungo il percorso ci fossero una ventina di militanti del gruppo neofascista di Casapound, - si legge nella nota di Assemblea 17 dicembre - che stazionavano all'esterno della loro sede di via Campofiore, nonostante nessun programma fosse previsto per la serata.
I quattro ragazzi, quando hanno visto i militanti di Casapound, hanno esitato a proseguire, memori delle continue minacce anche nei confronti delle ragazze e consapevoli del proprio aspetto non conforme ai canoni estetici dell’ideologia fascista: questo nonostante i quattro non facciano parte di alcun gruppo politico antifascista. Uno di loro però non cedeva alle intimidazioni e rispondeva verbalmente alle minacce, ricevendo per risposta un bicchiere di vetro in faccia, che gli provocava una ferita al naso.
A questo punto, vista la tensione e soprattutto il rapporto numerico (20 contro 4), decidevano di allontanarsi, ma venivano prontamente inseguiti dai militanti di Casapound e attaccati fisicamente con ombrellate e pugni.
Il ragazzo colpito precedentemente dal bicchiere veniva nuovamente attaccato, venendo ferito questa volta da un colpo dell'ombrellone. Anche le ragazze, nel tentativo di difenderlo, venivano malmenate. Una di loro, compagna del ragazzo ferito, chiamava disperatamente le forze dell'ordine e l'ambulanza, che una volta arrivata lo portava in ospedale. Nel frattempo i neofascisti di Casapound si defilavano, lasciando nel locale solo due persone, che all’arrivo della polizia raccontavano di essere stati attaccati dai quattro ragazzi. In Veronetta il clima è pesantissimo proprio a causa della presenza di Casapound: ormai non si contano più le aggressioni avvenute da quando i neofascisti hanno aperto una sede nel quartiere.
Dunque, si è trattato di una "rissa" (tra semplici ubriachi, o a sfondo politico?), o forse di un'"aggressione" da sinistra (estrema naturalmente) verso destra (altrettanto estrema), oppure viceversa l'"aggressione" è partita dall'estremità di destra per poi infrangersi contro quella di sinistra? Oppure ancora è stato un brutale pestaggio dove l'estremismo viaggia a senso unico? In attesa che la "geopolitica" della rissa/aggressione venga chiarita nel prosieguo delle indagini in caso di eventuale querela da parte del giovane, il quale si è detto in grado di riconoscere gli altri protagonisti della vicenda, resta certo un problema di ordine pubblico nella zona di Veronetta, particolarmente insopportabile per tutti i residenti, di destra così come di sinistra, e che sarebbe forse il caso venisse preso in seria considerazione da parte di chi amministra la città di Verona.
L'episodio di violenza di venerdì notte in via Campofiore è ben lungi dall'essere stato chiarito
http://www.veronasera.it/cronaca/rissa-aggressione-casa-pound-sinistra-veronetta-12-novembree-2017-.html
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