pubblicato il 18.02.18
Roma, tre ragazze aggredite dai fascisti “difensori delle donne” ·
di Non Una Di Meno - Roma
15 febbraio 2018
A margine di un presidio “contro il degrado” convocato in piazza Vittorio dall’organizzazione neofascista Casapound, tre ragazze e un loro amico sono state minacciate e aggredite
Denunciamo l’aggressione, avvenuta oggi a Piazza Vittorio, durante il sit-in chiamato da Casapound, in seguito allo stupro della clochard tedesca della scorsa settimana. Si parla tanto di violenza sulle donne ma oggi abbiamo visto come i nostri corpi vengono strumentalizzati in chiave razzista dai media, dalla politica e dai fascisti. Sabato scorso eravamo a Macerata come Non Una Di Meno, dove abbiamo ribadito che la violenza sulle donne la fanno gli uomini, che non dipende dal passaporto, né dal colore della pelle.
Oggi, durante il presidio, un ragazzo e tre ragazze si sono ritrovate nei pressi della manifestazione; dopo aver letto lo striscione “Stupri, furti e violenze. Basta degrado all’Esquilino” e rifiutato i volantini offerti insistentemente dai militanti di Cp, ne hanno contestato la presenza e sono state aggredite. Le ragazze hanno provato a rispondere che l’iniziativa era strumentale ad alimentare la propaganda razzista e xenofoba contro i migranti. La risposta da parte dei “difensori delle nostre donne” sono stati calci, spintoni e sputi in faccia. Il tutto sotto l’occhio impassibile delle forze dell’ordine che non sono intervenute. Anche sentendo chiaramente un militante di Cp dire che avrebbe estratto “la lama”, non c’è stata reazione. Solo in un secondo momento le hanno allontanate con la forza, spintonandole, dicendo che dovevano andarsene perché stavano provocando i manifestanti autorizzati.
Come Non Una di Meno denunciamo lo squadrismo fascista e la complicità delle forze dell’ordine, denunciamo un’aggressione vergognosa ai danni delle ragazze che hanno semplicemente espresso la loro contrarietà ai messaggi veicolati da quella piazza. Èsempre semplice usare violenza in trenta contro pochi e spalleggiati dalla polizia. La militarizzazione delle strade, l’espulsione dei migranti e le ronde fasciste non sono la soluzione alla violenza sulle donne, come vogliono farci credere. In questo periodo di campagna elettorale che giorno per giorno si costruisce sui nostri corpi per alimentare l’odio xenofobo, razzista e omofobo, saremo noi antifasciste transfemministe a riprenderci le strade perché l’unica sicurezza sono i nostri corpi di donne, migranti, trans, frocie.
Non un passo indietro. Non una di meno!
Non Una Di Meno – Roma
https://www.dinamopress.it/news/roma-tre-ragazze-aggredite-dai-fascisti-difensori-delle-donne/
Roma, CasaPound a piazza Vittorio: calci e minacce alla "passeggiata per la sicurezza"
Dei ragazzi si sono avvicinati agli attivisti di ultradestra e sono stati attaccati. A dividere i contendenti è stata la polizia. Uno dei militanti avrebbe detto "stai attento che ho la lama in mano"
15 febbraio 2018
Tensioni, spintoni e calci a piazza Vittorio, all'incrocio con via Carlo Alberto, dove una trentina di militanti di CasaPound stanno tenendo una "passeggiata per la sicurezza" dopo lo stupro di lunedì notte subito da una clochard tedesca di 75 anni. La manifestazione si è trasformata di fatto in un sit in all'incrocio. Alcuni ragazzi sono intervenuti dicendo "smettetela di prendervela con gli immigrati" e ne è subito nato un siparietto a favore di telecamere con un militante dei fascisti del terzo millennio.
A quel punto alcuni militanti del movimento di ultradestra hanno spintonato e tirato alcuni calci alla ragazza e agli amici, per dividerli sono intervenuti alcuni agenti in borghese e alcuni militanti del movimento stesso. Uno dei ragazzi, andandosene ha detto ai cronisti che uno dei militanti di CasaPound avrebbe detto "Stai attento che ho la lama in mano". Sullo striscione dietro al quale si trovano i militanti si legge: "Stupri, furti e violenze. Basta degrado all'Esquilino".
http://roma.repubblica.it/cronaca/2018/02/15/news/roma_casapound_a_piazza_vittorio_calci_e_minacce_alla_passeggiata_per_la_sicurezza_-188963848/
Roma, sit-in CasaPound: la riflessione di chi è stato aggredito
17 febbraio 2018
Aggressioni verbali, spinte, sputi e insulti durante il presidio di CasaPound dello scorso 15 febbraio 2018 tenutosi a Roma dopo lo stupro di una 75enne avvenuto sotto i portici di piazza Vittorio.
E’ questa la maniera di fare e di esprimersi dei militanti di CasaPound. Ne sono stati vittime un gruppetto di giovani, tre ragazze e un ragazzo. Due di loro stavano per essere intervistati da un giornalista che chiedeva un punto di vista sulle motivazioni del sit-in quando sono stati bruscamente interrotti da alcuni militanti di CasaPound intromessisi con toni abbastanza accesi. Da lì parte il valzer degli spintoni, degli sputi e dei calci. Abbiamo contattato una delle persone vittima dell’aggressione, E. F. che ha preferito non soffermarsi tanto sul fatto accaduto quanto piuttosto fare una riflessione larga e profonda sul momento che sta vivendo il nostro Paese.
Quella di ieri è stata la reazione spropositata e violenta ad un tentativo di contrastare ideologie che portano a chiusure pregiudiziali nei confronti dell’alterità. Ciò che penso è che la paura nei confronti dell’altro derivi appunto da una poca conoscenza delle persone con cui viviamo gli spazi pubblici.
La chiusura alla comunicazione è quindi al contempo conseguenza e causa stessa della paura; è per questo che diventa importante invece lavorare affinché si rompano le barriere della percezione del pericolo.
E’ importante per coloro che giungono nel nostro Paese come è importante per noi, perché la paura non fa vivere bene, la paura diventa ossessione, e ci si sente perseguitati da quello che altro non è che un fantasma creato da noi stessi. Gli atteggiamenti sociali ermetici portano a radicalizzazioni e fondamentalismi, da una parte e dall’altra.
Ciò che mi auguro è che possa avvenire una contaminazione tra culture. Per esperienza personale posso dire che gli immigrati di cui parlano i manifestanti di Casapound e che incontro per strada tutti i giorni, di cui molti sono in realtà migranti, altro non fanno che cercare interazioni con i cittadini al fine di approfondire la lingua o mettere in pratica ciò che imparano nelle scuole di italiano.
Questo non vuol dire che l’episodio di violenza sulla senza tetto tedesca non sia accaduto, né che non accadano in generale, ma la catalogazione di episodi drammatici non può diventare un inventario statistico che, attraverso paura e terrore, condizioni le abitudini, i comportamenti, gli atteggiamenti e la predisposizione allo scambio con l’umanità.
Non possiamo vivere in un’assenza di fiducia stazionaria.
Questi sono sentimenti naturali ma portati all’esasperazione dalle politiche razziste e agorafobiche. Sentimenti che si risolvono solo attraverso l’apertura al confronto.
La nostra rabbia nasceva da questo: dalla consapevolezza che chiudersi e “immaginare” l’altro non fa bene.
Non fa bene neanche immaginare soluzioni superficiali e semplicistiche alla crisi economica e sociale che l’Italia sta vivendo, soluzioni di cui partiti e movimenti, sia di destra che di sinistra, fanno uso sempre più smodato alla ricerca di voti sotto campagna elettorale.
Le stesse affermazioni del comizio di Davide Di Stefano riguardo la necessità di chiudere i centri di accoglienza e allo stesso tempo le lamentele riguardo i migranti che vivono in strada nei pressi della stazione Termini indicano quanto la sua analisi sia sconnessa e priva di capacità d’interpretare la realtà.
Della violenza ricevuta ieri non ci interessa, ci interessa che la gente possa farsi un’idea sul tipo di persone che militano all’interno di CasaPound e che possa ricredersi riguardo i migranti e la situazione sociale che vive nel quotidiano.
http://www.agoravox.it/Roma-sit-in-CasaPound-la.html
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