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Rassegna stampa pubblicata da Anarcotico sui fatti del 17 Dicembre 2005.
Borghezio provoca e rimedia l’ospedale
CHI è BORGHEZIO
Borghezio è quello che per i migranti voleva i “vagoni piombati”, quello di “sparare agli scafisti!”.
E’ quello che girava con la sua banda per i treni con l’alcool per la “pulizia etnica” e faceva alzare donne marocchine per pulire dove erano sedute, spruzzandoglielo anche addosso.
E’ quello che nel 2000 a Torino girava con la sua banda di padani con le fiaccole e, sotto un ponte, dette fuoco a un dormitorio di stranieri, incendiando il pagliericcio dove dormiva un rumeno, condannato per questo a due mesi e 20 giorni in 3° grado di appello.
Nel ‘93 ha preso una multa di 750.000 lire per aver picchiato un bambino marocchino.
E’ stato neofascista, dell’ambiente di Ordine Nuovo e ha fatto comizi col gruppo neofascista di Forza Nuova. Era a Klagenfurt, in Austria, al convegno internazionale dell’estrema destra populista e xenofoba promosso dal Fpoe, il movimento di Haider, coi rappresentanti del partito razzista belga Vlaams Blok, per discutere liste comuni alle elezioni europee del 2004. Invitò al convegno di “formazione” dei giovani padani Alain de Benoist, cima della destra radicale europea, padre del “differenzialismo etnico”, nuova frontiera del pensiero razzista, per la preservazione delle diverse identità culturali, nazionali e religiose (alla Pera!) che ripropone i retaggi dell’intolleranza xenofoba. Predica l’”opposizione alla società multirazziale” in nome della difesa della “purezza della razza padana”, e individua nell’”invasione extracomunitaria” la causa della progressiva “corruzione dei costumi e delle tradizioni” e il veicolo principale di “diffusione di malattie e criminalità”. Al congresso padano si vendevano svastiche e si consigliavano i testi della casa editrice di Franco Freda e del principale teorico neonazista italiano Julius Evola. Ricordiamo le foto di Hitler e gli adesivi del Terzo Reich che campeggiavano sugli armadi e sulle scrivanie della redazione de “La Padania.
Borghezio non è analfabeta come uno penserebbe, ma laureato in legge come Berlusconi.
Oggi è eurodeputato per la Lega Nord con 35.000 preferenze. E’ membro della commissione per i diritti civili (!?) e la giustizia (?!).
Frase famosa: “Perchè noi sbaglieremo anche il congiuntivo italiano, ma sappiamo riconoscere i figli di*****!”
Tratto da: http://italy.indymedia.org/news/2005/12/948405.php
I RACCONTI DEI FATTI
«I venti minuti peggiori della mia vita» Picchiato in faccia e sulla testa mentre viaggiava sul treno Torino-Milano, fra Porta Susa e Chivasso. Adesso ha il collare
CHIVASSO (Torino) – C’è un uomo anziano in barella che aspetta i dottori. E più in fondo c’è Mario Borghezio, anche lui seduto su una barella nel corridoio del pronto soccorso di Chivasso. Ha i piedi a penzoloni, gli occhi lucidi. Gli hanno appena ripulito il volto dal sangue. È stato aggredito e picchiato in faccia e sulla testa mentre viaggiava sul treno Torino-Milano, fra la stazione di Porta Susa e Chivasso. Adesso ha il collare, dalla guancia destra si è staccato un cerotto, il naso è segnato profondamente e sotto quella ferita c’è una frattura che oggi sarà ridotta con un piccolo intervento chirurgico. Il suo telefonino squilla ogni due minuti. Lui risponde e la voce, di solito tonante, trema un po’. Racconta a tutti la stessa cosa: «Minacciavano di buttarmi giù dal treno in corsa. Hanno cercato di linciarmi».
Nel suo racconto gli aggressori sono decine, centinaia: «Erano un’infinità, quasi tutti a volto scoperto. Dei pazzi. Carichi di odio. Devo la vita a due agenti della polizia ferroviaria che si sono comportati da eroi, un uomo e una donna. Per proteggermi hanno corso un rischio enorme: loro non prendono lo stipendio da europarlamentare, ma erano pronti a sacrificarsi per me». Sono stati visitati: l’uomo zoppica e la ragazza ha un collare. Tanti dei colpi diretti a Borghezio li hanno presi loro. Per l’europarlamentare i medici parlano di «frattura ossea nasale e trauma cervicale distrattivo», trenta giorni di prognosi, salvo complicazioni. «Poteva andare molto peggio» dice il questore di Torino, Rodolfo Poli, prima di lasciare l’ospedale. La giornata anti-Tav finisce così.
L’happening alla Pellerina si era chiuso da un’ora e mezza, i manifestanti stavano tornando a casa. Borghezio doveva andare a un comizio alla Martesana e si è presentato alla stazione di Torino Porta Nuova per prendere l’interregionale per Milano. «Per prudenza sarei sceso a Novara, dove mi aspettavano i militanti leghisti». Gli uomini della polizia ferroviaria hanno provato a convincerlo a non prendere quel treno. Lui non ne ha voluto sapere: «Sono un libero cittadino», e si è messo in uno scompartimento di prima classe. Allora la Polfer ha deciso di farlo accompagnare da due agenti in borghese. Prima di lasciare Torino il treno si è fermato a Porta Susa. Lì sono saliti centinaia di reduci dalla manifestazione. «Qualcuno mi ha riconosciuto e deve essere partito il tam tam. Sono stato aggredito da decine di persone (tra di loro anche alcune donne, ndr ) per tutto il percorso da Porta Susa a Chivasso. Una cosa che ricorda la Spagna degli anni ’30. I venti minuti più brutti della mia vita. A un certo punto la violenza era tale che qualcuno dei miei aggressori si è spaventato e ha cercato di fermare il pestaggio».
Mentre il treno correva verso Chivasso qualcuno ha dato l’allarme. Quattro carabinieri si sono precipitati al terzo binario. Il treno è arrivato intorno alle 19.30. Borghezio è riuscito a scendere in mezzo ai due agenti della Polfer. «Era una maschera di sangue» racconta uno dei militari che lo hanno preso sottobraccio mentre si allontanava dai binari. Intorno volava di tutto, accendini, bottigliette. «Abbiamo fatto immediatamente ripartire il treno – dice il questore Poli -. In quel momento era la sola cosa da fare». Ad aspettarlo, alla stazione centrale di Milano, c’erano le forze dell’ordine. «Ma si poteva scendere a Vercelli, Novara, Magenta. Identificare e fermare i responsabili potrebbe non essere facile» dicono gli investigatori a Torino.
Mario Borghezio nei giorni scorsi aveva parlato più volte della lotta contro l’Alta velocità. Nella rivolta dei valligiani c’era una forma di resistenza legata al territorio che i leghisti guardavano con simpatia e interesse. Verso le 10 di sera il parlamentare europeo è di nuovo in piedi. La sua sagoma riempie la luce della porta scorrevole delle emergenze. Si rivolge ai suoi aggressori: «Non so ancora se fare una denuncia, voglio dormirci sopra. Ma a questi ragazzi dico che dovrebbero imparare dalle persone della Val di Susa, capaci di manifestare il loro dissenso pacificamente. E in ogni caso sappiano che non mollo, la mia lotta va avanti».
Corriere.it
«Non abbiamo aggredito Borghezio» «Ero presente: non sono stati i manifestanti padovani anti-tav ad aver picchiato l’europarlamentare della Lega»
ROMA – Dopo l’aggressione subita da Mario Borghezio, sono molti gli attestati di soldarietà all’esponente leghista. A iniziare da quello del presidente della Camera: «Pochi politici sono distanti dalle mie idee come l’onorevole Borghezio, ma non posso accettare come presidente della Camera e come cittadino che passi sotto silenzio un episodio di intolleranza che tutti i democratici devono denunciare». Lo ha detto Pier Ferdinando Casini che ha poi espresso all’onorevole Borghezio «piena solidarietà per l’aggressione violenta subita che è sintomo preoccupante del clima di tensione attorno alla vicenda della tav. Mi auguro che tutte le forze politiche, senza esclusioni, si associno a questa condanna». Anche il Presidente nazionale dei Verdi, Pecoraro Scanio, ha detto: «Chi ha sempre condannato la carica violenta di certe iniziative razziste contro gli immigrati portate avanti dall’esponente leghista non può che condannare chi nei suoi confronti ha agito con brutalitá e intolleranza».
CONSIGLIERE DI RIFONDAZIONE: «I MANIFESTANTI NON C’ENTRANO» Ma c’è anche chi corregge la ricostruzione dei fatti. «I manifestanti padovani che hanno preso parte al corteo anti-tav non c’entrano nulla con l’aggressione all’europarlamentare leghista Mario Borghezio che sul treno in cui sarebbe stato aggredito era accompagnato da due poliziotti». Lo ha detto il consigliere lombardo di Rifondazione Comunista, Luciano Muhlbauer, che era presente sul convoglio e parla di «ricostruzione dei fatti falsa». «Evidentemente – dice il consigliere – a qualcuno non è andato giù il corteo e allora bisognava inventarsi qualcosa per riaccreditare il teorema delle infiltrazioni dei “violentì, autonomi e anarcoinsurrezionalisti”». «Partiamo dai fatti – ha spiegato Muhlbauer -. Circa 500 manifestanti hanno preso il treno delle 19 a Torino e a loro erano riservate cinque carrozze, che infatti erano vuote, salvo l’incredibile presenza di Borghezio e di due suoi accompagnatori, una donna e un uomo, risultati poi dei poliziotti. Qualcuno lo ha riconosciuto e dalle carrozze sono accorse decine di persone. Si è creata immediatamente una grande calca nei corridoi. Dopo pochi minuti sono giunto sul posto e insieme ad altri abbiamo creato un cordone attorno Borghezio e agli accompagnatori. Borghezio aveva qualche traccia di sangue sul viso». «Oggi – ha concluso il consigliere – abbiamo saputo che i due accompagnatori erano agenti di polizia e che dei manifestanti sono stati identificati a Padova, additandoli come i responsabili dell’accaduto. È inquietante che le forze dell’ordine abbiano deciso di assecondare la palese provocazione di Borghezio, mettendogli persino a disposizione due agenti. I manifestanti padovani non c’entrano proprio nulla, visto che si trovavano due o tre carrozze più avanti rispetto al luogo dei fatti».
Corriere.it
BOTTE A BORGHEZIO
Qualche spunto di riflessione seria
Smorzare i toni e sfruttare al massimo questo episodio. E’ questo l’inizio.
premetto di essere arrivato anche io, come l’esponente di rifondazione, appena dopo il “famoso pestaggio”, ma avendo passato con tutti i compagni altre 2 ore su quel treno, mi sento di dire quello che mi è stato riferito..
-a porta nuova sia il personale fs sia la polfer, o la digos, hanno sconsigliato vivamente a borghezio di salire su una delle 5 carrozze RISERVATE AI MANIFESTANTI. siccome non c’è dubbio alcuno che fosse una provocazione premeditata, alle parole di “faccio quello che voglio” borghezio è salito su una di queste 5 carrozze. 2 agenti in borghese sono saliti con lui, un uomo e una donna.
-a porta susa siamo saliti noi: i 2controllori fs hanno chiesto ai manifestanti di usare un’altra entrata, un’altra carrozza. siccome eravamo tanti, chi non ha trovato posto è tornato sui suoi passi e ha occupato anche la quinta carrozza.
-a sto punto qualcuno ha riconosciuto borghezio dietro al giornale. “ehi, c’è borghezio…” appena si è sparsa la voce circa 30 persone hanno iniziato a insultarlo.
-la prima richiesta concreta fatta a borghezio è stata, “si chiuda in bagno fino a milano e non le succederà niente”. ribadisco che il clima era teso, ma il senso della richiesta era questa. – i 2 agenti in borghese gli hanno garantito che l’avrebbero protetto fino alla prima stazione, e gli hanno consigliato di chiudersi in bagno.
-il caro borghezio, con il suo tono pacifico e prono al dialogo, ha fatto lo sbruffone, ha ostentato fin troppa sicurezza “io faccio quello che voglio”.
questa sicurezza, questo tono “tipico di borghezio” ha irritato qualcuno che nella calca gli ha tirato 2/3calci in faccia.
-durante la calca qualcun’altro gli ha strappato di mano il cappotto.
-subito dopo i calci, i compagni più esperti hanno riportato un minimo di calma, senza neanche i famosi cordoni. sono bastate poche parole tra di noi per capire che era abbastanza. con calma vuol dire che nessuno l’ha più toccato, a parte tanti sputi liberatori, e tante ma tante urla, tanti insulti, tante battute. (perchè aspettare la prima stazione? buttiamolo fuori adesso!)
-in 20 min di insulti se ne è stato mesto mesto, immobile, pieno di paura, tra i 2 agenti e alcuni compagni di rifo e dei centri sociali di milano.
-all’arrivo a chivasso, è stato fatto scendere. ad accoglierlo in banchina un solo carabiniere graduato, che, visto che tutto il treno era affacciato e il clima era teso, ha fatto la cosa più giusta. dietro front e ha aspettato borghezio nel sottopassaggio.
DURANTE QUESTI 20 MIN I 2 AGENTI NON SI SONO FATTI IDENTIFICARE, cosa che secondo me avrebbe calmato veramente gli animi. non tanto perchè ne avevano il potere, ma perchè farsi riconoscere da uno sbirro a prendere a calci un europarlamentare non è bello.
SE FOSSE STATO QUALSIASI ALTRO POLITICO non avrebbe preso i calci in faccia, sarebbe stato semplicemete insultato e allontanato. oltre la provocazione dell’essere su quel treno, ha anche provocato mentre era circondato da 40 persone.
SE BORGHEZIO NON FOSSE STATO PICCHIATO la reazione della stampa sarebbe stata la stessa. avrebbero solo cambiato il termine “aggredito” con il termine “aggredito verbalmente”.
a voi trarre le conclusioni, secondo me ora come ora bisogna restare il più possibile uniti.
un ultimo grande abbraccio ai veri compagni di padova, che, rimasti in pochi, non hanno potuto fronteggiare 60 sbirri.
un ultimo appunto. UNA FRASE CHE è STATA RIPETUTA A BORGHEZIO TANTE, TANTISSIME VOLTE, PRIMA CHE SCENDESSE, da parte di tutti: “RINGRAZIA I COMPAGNI CHE SEI ANCORA VIVO”. non glielo abbiamo ripetuto abbastanza. ha capito “volevano uccidermi” e “volevano linciarmi”.
Fonte: http://italy.indymedia.org/news/2005/12/949009.php
ESITI REPRESSIVI
Aggressione a Borghezio, identificate 55 persone
Ma al momento non ci sono indagati
L’europarlamentare della Lega aggredito ieri sul treno Torino-Milano da un gruppo di manifestanti no-Tav: domani sarà operato al setto nasale
Padova, 18 dic. – (Adnkronos) – Indagini a tutto campo per risalire agli autori dell’aggressione all’europarlamentare della Lega Mario Borghezio, da parte di un gruppo di manifestanti No Tav che stavano facendo ritorno a Milano dopo aver partecipato a Torino alla manifestazione contro l’alta velocita’ ferroviaria.
Cinquantacinque persone sono state identificate dalla polizia ferroviaria questa notte alla stazione di Padova, che da mezzanotte alle due e’ stata presidiata da agenti e carabinieri. Le forze dell’ordine, sotto il coordinamento del questore Alessandro Marangoni, hanno identificato i manifestanti, in gran parte padovani, ma per il momento non ci sarebbero indagati ne’ denunciati.
All’europarlamentare, che si era recato alla stazione di Porta Nuova, era stato sconsigliato di salire sul convoglio, proprio perche’ poco dopo a Porta Susa avrebbe caricato alcune centinaia di manifestanti. L’esponente leghista, pero’, che era atteso nel milanese per un comizio, ha deciso di prendere ugualmente il treno e a quel punto la polizia ferroviaria ha deciso di farlo accompagnare da due agenti, un uomo e una donna, a scopo precauzionale. A Porta Susa, tuttavia, i manifestanti saliti sul treno lo hanno riconosciuto e hanno cominciato a malmenarlo e con lui gli agenti che lo accompagnavano. Borghezio, ricoverato all’ospedale di Chivasso insieme a due agenti della polfer che avevano tentato di proteggerlo dall’aggressione, domani mattina verra’ operato al setto nasale.
PADOVA – Sono già stati identificati gli autori dell’aggressione all’europarlamentare leghista Mario Borghezio, picchiato sabato sera su un treno Torino-Milano di ritorno dal corteo «No Tav». Si tratta di una quarantina di «no global» che viaggiavano sullo stesso convoglio dove si trovavano Borghezio e due agenti di scorta, tutti e tre aggrediti. Il gruppo è arrivato a Padova poco prima dell’una di notte, con l’Intercity 1641 «Vivaldi» che aveva un’ora di ritardo. Ad attenderli in stazione un centinaio di agenti del reparto Mobile della prevenzione crimine, della Polfer, delle volanti e della Squadra mobile e carabinieri. L’area dei binari è stata circondata dalle forze dell’ordine. Dopo qualche momento di tensione, l’operazione si è svolta senza incidenti. I no global, in buona parte residenti nel padovano e una decina provenienti dal veneziano, sono scesi dai vagoni e identificati dagli agenti (Agr).
LA SOLIDARIETA’ DEI COLLEGHI DI TUTTI GLI SCHIERAMENTI
Aggressione Borghezio, ferma condanna dal mondo politico
(ANSA)ROMA,18 DIC Molti esponenti politici di varia estrazione hanno espresso solidarieta’ a Mario Borghezio dopo l’aggressione subita ieri. L’europarlamentare leghista sara’ operato domani al setto nasale. Per gli inquirenti sara’ difficile identificare e punire i responsabili. Una quarantina di no global di rientro dalla manifestazione torinese No-Tav e che viaggiavano a bordo dello stesso treno sul quale si trovavano Borghezio e due agenti di scorta, sono stati identificati e poi rilasciati.
BORGHEZIO: BERTINOTTI, AGGRESSIONE DA CONDANNARE E BASTA
Fausto Bertinotti condanna con fermezza l’aggressione nei confronti di Mario Borghezio. “Non ci sono giustificazioni ne’ scusanti – dice il segretario di Rifondazione comunista a ‘Tribuna politica’ – quale che sia il comportamento di Borghezio e quale che sia la sua, secondo me orribile, cultura politica. Non scaturisce da qui alcuna giustificazione per un atto di violenza nei suoi confronti. L’esercizio della nonviolenza – prosegue prendendo spunto dall’episodio ai danni dell’eurodeputato leghista – e’ un esercizio soprattutto nei confronti di un tuo avversario e tanto piu’ quanto piu’ lo consideri pessimo”.
Repubblica online
20/12/2005