pubblicato il 9.03.18
Genova Aggressione ad antifascista, tra gli indagati per tentato omicidio il responsabile provinciale di Casapound ·
Christian Corda, Manuel Di Palo e Federico Gatti sono indagati per tentato omicidio in concorso. Sul computer di uno dei tre la password emblematica: "Hitler"
08 marzo 2018
Genova. C’è anche il responsabile provinciale di Casapound Genova Christian Corda tra gli indagati della Procura di Genova per l’accoltellamento ai danni di un 36enne antifascista avvenuto la sera del 12 gennaio nel quartiere della Foce. Corda è indagato al momento insieme ad altri due militanti di estrema destra per tentato omicidio in concorso.
L’abitazione del 31enne, insieme a quella degli altri due indagati, è stata perquisita questa mattina dalla digos alla ricerca di materiale utile a chiudere le indagini sull’episodio. Non solo, gli investigatori coordinati dal sostituto procuratore Marco Zocco, hanno sequestrato 13 cellulari ad altrettanti militanti di Casapound che quella sera erano presenti nella sede di via Montevideo. Tra loro ci sono due ragazze di cui una minorenne.
I telefoni sequestrati saranno analizzati da un perito nominato dalla Procura allo scopo di recuperare anche eventuali messaggi e whatsapp cancellati. Oltre ai cellulari sono stati sequestri adesivi, capi di abbigliamento e un coltellino.
Le indagini della Digos, coordinate dal dirigente Francesco Borré, hanno finora consentito di ricostruire con precisione la dinamica dell’aggressione: sarebbe emerso chiaramente come non si sia trattato di una rissa o di uno scontro tra gruppi antagonisti, bensì di un vero e proprio ‘assalto’ organizzato da un gruppo, quello formato dai militanti di estrema destra, ai danni degli antifascisti che altro non hanno fatto che fuggire dopo aver visto il gruppo di Casapound che li inseguiva brandendo bottiglie e cinghie.
casapound digos
Ci vorrà ancora tempo, forse tutto il mese di marzo, affinché il medico legale dell’Università di Pavia, Luca Tajana depositi la perizia sulla ferita del 36enne che dovrà dire se quel fendente avrebbe o meno potuto uccidere. In caso di risposta negativa i reati verrebbero derubricati in lesioni.
Il coinvolgimento del responsabile provinciale di CasaPound nell’aggressione emerso oggi sembra anche spiegare perché Corda, unico uomo in vista a Genova del partito di estrema destra, fotografato più volte con i leader nazionali del partito Gianluca Iannone e Simone Di Stefano, e dato come candidato certo alle politiche di quest’anno, improvvisamente non sia poi comparso nelle liste dei candidati.
Gli altri due indagati sono Federico Gatti di 38 anni e Manuel Di Palo di 32, quest’ultimo nel 2011 era il responsabile di CasaPound Liguria. Uno degli indagati aveva scelto per proteggere i dati del suo computer una password quantomeno emblematica “Hitler”. Oltre a pc e telefoni nelle abitazioni degli indagati sono stati sequestrati anche alcuni coltelli a serramanico, confezioni di spray al peperoncino, catene e adesivi chiaramente inneggianti al fascismo.
http://www.genova24.it/2018/03/aggressione-ad-antifascista-gli-indagati-responsabile-provinciale-casapound-194992/
Aggressione ad antifascista: perquisite case militanti Casapound
Genova, fra gli indagati per tentato omicidio, Christian Corda, responsabile provinciale della formazione neofascista
08 marzo 2018
C'è anche Christian Corda, responsabile provinciale di CasaPound, tra le persone alle quali questa mattina sono state eseguite delle perquisizioni da parte della Digos. Le perquisizioni rientrano nelle indagini per l'aggressione ai danni di un 36enne antifascista che la sera del 12 gennaio è stato accoltellato alla schiena mentre insieme a un gruppo di una decina di persone stava attaccando alcuni manifesti a un centinaio di metri dalla sede di Casapound in via Montevideo nel quartiere della Foce. Le perquisizioni si sono svolte nelle abitazioni dei tre militanti indagati dalla Procura di Genova per tentato omicidio in concorso e avrebbero portato al sequestro di indumenti e materiale informatico.
Christian Corda si difende: "Continuo a ribadire che noi quella sera ci siamo difesi, non è stato un tentato omicidio". La coltellata non sarebbe stata data per uccidere. E spera in una derubricazione del reato, che appunto da tentato omicidio potrebbe diventare lesioni aggravate.
Questo il comunicato della questura: "Le indagini tempestivamente attivate dagli investigatori della Digos hanno potuto accertare che il gruppo era composto da circa una dozzina di persone, tutti uomini salvo una ragazza, di cui parecchi aderenti al Blocco Studentesco, la formazione giovanile del movimento. Dalla ricostruzione dei fatti emerge che alcuni militanti più grandi, sulla trentina, giunti alla sede di via Montevideo a bordo di un’automobile, hanno dato l’allarme alla restante parte del gruppo che, infatti, poco dopo l’arrivo dei capi, si muove rapido e compatto verso piazza Tommaseo. Alcuni militanti impugnavano bottiglie, cinghie e moschettoni.
Lo scontro con gli antagonisti che cercavano la fuga è avvenuto proprio in Piazza Tommaseo e, in quel frangente, uno degli antifascisti è stato ferito alla schiena, molto probabilmente con un’arma da taglio.
Subito dopo i fatti i militanti hanno abbandonato frettolosamente la sede.
Le attività sin qui condotte hanno portato la Procura a formulare l’ipotesi di tentato omicidio a carico di tre militanti (di cui uno con precedenti di polizia per furto, resistenza a PU e porto abusivo di oggetti atti a offendere) tutti di età compresa tra i trenta e i quarant’anni e ampiamente conosciuti per il loro attivismo nell’estrema destra, tra i quali figura uno dei vertici locali di Casapound.
Nelle prime ore della mattinata, i tre indagati sono stati sottoposti a perquisizione presso le proprie abitazioni; attività che ha portato al sequestro di svariati apparecchi elettronici, telefoni cellulari, nonché alcuni coltelli a serramanico, una catena appesantita da moschettone e bullone terminali, un nunchaku, alcune bombolette di spray urticante e adesivi di chiaro stampo fascista. Uno dei computer sequestrati, inoltre, era dotato di una emblematica ed evocativa password di chiarissima ispirazione nazista.
Contestualmente, i telefoni degli altri soggetti individuati come partecipanti all’azione, o comunque coinvolti nei fatti, sono stati sottoposti a sequestro e verranno sottoposti ad analisi forense, così come il materiale elettronico sequestrato agli indagati.
Anche in considerazioni di tali risultanze, si attendono, nell’immediato, ulteriori sviluppi investigativi".
http://genova.repubblica.it/cronaca/2018/03/08/news/aggressione_ad_antifascista_perquisite_case_militanti_casapound-190763052/
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