pubblicato il 28.03.18
Padova Molotov contro la sede di CasaPound ·
Due bottiglie incendiarie e una scritta: “Morte al fascio”. Indagano Digos e Scientifica, sequestrate le immagini
27 marzo 2018
Due molotov contro la serranda della sede di CasaPound e una scritta a caratteri cubitali con la vernice rossa: “Morte al fascio”. Dopo la polemica sull’annullamento della presentazione del fumetto “Foibe Rosse” negli spazi dell’Esu, dopo le botte in piazza dei Signori dello scorso mese di febbraio durante una “passeggiata antifascista” del Pedro, la tensione in città sale ancora nella guerra perenne tra gruppi estremisti. «Città ostaggio di delinquenti impuniti e coccolati dalla giunta», attaccano i militanti di CasaPound. «Ora basta parole, si ritorna alle vecchie e sane maniere. Chi semina vento raccoglie tempesta», promettono invece gli ultras di Educazione Padovana sulla loro pagina Facebook. Insomma, il clima della piazza non è dei migliori.
Il sindaco Sergio Giordani e il suo vice Arturo Lorenzoni non ci stanno a farsi tirare per la giacchetta dagli esponenti di estrema destra e fissano un punto: «Ferma condanna a ogni forma di violenza, da qualsiasi parte venga. Ciascuno risponde personalmente delle proprie azioni. Sul piano politico la nostra distanza da ogni forma violenta è totale, come abbiamo sempre ribadito».
Tra incudine e martello c’è la polizia, che deve mantenere l’ordine pubblico e dare un nome e cognome all’autore del gesto. Qualcuno nella notte tra domenica e lunedì ha confezionato due molotov riempendo di benzina due bottiglie di birra. Entrambe sono state lanciate contro l’ingresso del Bivacco, sede e luogo di ritrovo dei militanti di CasaPound in via Cremona alla Sacra Famiglia. A terra sono rimasti anche alcuni fiammiferi. Prima del lancio gli attentatori hanno imbrattato la serranda: “Morte al fascio”.
La matrice è chiara, un po’ più complesso è individuare i responsabili. Digos e Scientifica della Questura sono al lavoro da ieri mattina. I cocci di vetro rimasti sul posto saranno esaminati in laboratorio alla ricerca di tracce biologiche. Sequestrate anche le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza. «Un gesto più dimostrativo che altro», tenta di smorzare uno degli investigatori.
«Si tratta invece di un atto molto grave» evidenzia Carlo Cardona, esponente di CasaPound Padova. «Naturale conseguenza del clima che da molti mesi si respira in città». Cardona se la prende con Coalizione civica. Fa i nomi di Daniela Ruffini e Stefano Ferro. Ricorda la loro presenza alle manifestazioni dei centri sociali.
La sede di CasaPound di via Cremona, in linea d’aria, si trova a poche centinaia di metri da piazza Caduti e della Resistenza (punto di riferimento del Gramigna) e dalla sede occupata del Bioslab (i collettivi studenteschi). «Qualche scritta ce la siamo trovata in questi anni» racconta Alberto Bortoluzzi, responsabile del Bivacco. «Qui però siamo ben oltre. Certo non ci intimidiscono con le loro pagliacciate. Continueremo con le nostre attività, con la raccolta alimentare e con l’aiuto alle persone in difficoltà». Un dato politico: CasaPound passa dagli 886 voti del 2013 ai 4.274 consensi dell’ultima tornata elettorale. Tra Padova e provincia le preferenze sono quasi quintuplicate.
L’attentato alla sede di via Cremona infiamma nuovamente il dibattito politico. Non si fanno attendere gli interventi di Filippo Ascierto (“Antifascismo? Solo un pretesto”) e Fratelli d’Italia (“Pericoloso clima di violenza e intimidazione”.
http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2018/03/27/news/molotov-contro-la-sede-di-casapound-1.16643746
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