pubblicato il 23.12.18
Vitalizio a Massimo Abbatangelo, il missino che teneva il tritolo ·
10 luglio 2017
Come è noto il portale web della Camera dei deputati contiene una scheda per ciascuno degli eletti in quel ramo del Parlamento a partire dalla prima legislatura della Repubblica italiana. Tra queste, dopo aver letto una sua intervista rilasciata a un quotidiano nazionale all’indomani del pasticcio sui vitalizi, sono andato a leggere la scheda di Massimo Abbatangelo, napoletano, classe 1942, deputato del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale dal 1979 al 1994. Nel 1987, nonostante una richiesta di rinvio a giudizio per la strage di Natale sul treno Napoli-Milano, il suo partito decise di ricandidarlo. L’iter giudiziario dell’onorevole Abbatangelo – la cui posizione fu stralciata fin da subito dal processo principale in cui erano imputati, tra gli altri, due boss mafiosi: il siciliano Pippo Calò (poi condannato quale mandante) e il napoletano Giuseppe Misso (Missi all’anagrafe) – si concluse nel 1994 con un’assoluzione piena per il reato di strage (“per non aver commesso il fatto”; in primo grado era stato condannato all’ergastolo) e una condanna a 6 anni per detenzione di armi ed esplosivo. Non proprio un fiore all’occhiello per chi siede in Parlamento. Detto questo, secondo una sentenza definitiva pronunciata in nome del popolo italiano, Abbatangelo non è tra i responsabili della strage che il 23 dicembre 1984 fece 16 vittime e 267 feriti, nello stesso luogo in cui dieci anni prima “ignoti” neofascisti toscani, supportati dalla loggia P2 (cfr. Atti Commissione d’inchiesta P2), avevano messo una bomba sul treno Italicus.
Naturalmente il giudizio dei cittadini sul comportamento dei loro rappresentanti non può e non deve basarsi unicamente sulla fedina penale. Non mantenere una promessa elettorale, per esempio, è un comportamento penalmente irrilevante ma politicamente e civilmente censurabile. A maggior ragione detenere del tritolo non è esattamente quello che gli elettori vorrebbero leggere sul curriculum di un candidato. O almeno si spera. Nell’intervista pubblicata il 7 luglio scopriamo invece che, non pago di aver beneficiato della “restituzione per intervenuta riabilitazione e la decorrenza retroattiva degli importi da restituire”, l’ex onorevole Abbatangelo non ha perso l’ambizione di dare il proprio contributo disinteressato al compimento del destino della Nazione: «Sono convinto che Giorgio Almirante mi chiederebbe di tornare in veste di padre nobile (sic!) per riunire la nostra comunità troppo parcellizzata da vicende personali. A tal proposito inviterò tutti i miei amici ad una convention della destra a Roma a settembre». A parte l’inglesismo, che Mussolini e Almirante forse non avrebbero gradito, sembrerebbe un modo per dire ai Salvini e alle Meloni: ragazzini fatevi da parte che queste son cose da uomini. Questo per quanto riguarda l’intervistato. Nel riepilogare il cursus honorum di Abbatangelo, condannato anche per aver incendiato una sede del Pci nel 1970, l’intervistatore – per necessità di sintesi? – non ha ricordato ai lettori il contesto in cui maturò la condanna per detenzione di esplosivo. Sfogliando gli atti del processo per la strage del 904 si può leggere che, pur non essendoci prove che l’esplosivo utilizzato nella strage fosse quello, i magistrati accertarono però che Abbatangelo consegnò effettivamente dell’esplosivo a Misso, allora boss del quartiere Sanità e titolare di due soprannomi: Peppe ‘o nasone e, specie dopo la plastica al naso, ‘O fascista.
Ieri mattina, nonostante la consapevolezza dell’assoluzione di Abbatangelo per quella strage, appena letta l’intervista mi è venuto spontaneo pensare ai familiari delle vittime del Rapido 904. Riguardo la vicenda della riabilitazione remunerata (5.600 euro al mese), non credo ci sia nulla da aggiungere al commento di Rosaria Manzo, presidente dell’associazione che li riunisce: «Come familiari delle vittime siamo sconcertati da questo mudus operandi. Com’è possibile che un superstite o un familiare di una vittima del terrorismo o della criminalità organizzata per ottenere i benefici di legge debba affrontare visite mediche e indagini familiari fino al terzo grado di parentela, mentre un ex parlamentare che ha avuto una condanna personale passata in giudicato ha diritto al vitalizio con il recupero di tutti gli anni arretrati? Questo è uno dei casi in cui la legge non è uguale per tutti».
La nascita della cosiddetta seconda Repubblica aveva illuso molti italiani che questo genere di personaggi fossero destinati, quanto meno, ad un oblio permanente. Poi, come fecero notare i pluriergastolani in una mitica intervista di Gian Antonio Stella (Corriere della Sera, 12 giugno 1994), scoprimmo che Berlusconi era riuscito a portare al governo una serie di camerati che, da giovani, non disdegnavano la compagnia: «“Ma guarda Teodoro… E Gianfranco… E Francesco…”. Ogni volta che comincia un telegiornale, in un paio di celle di Rebibbia due bocche si spalancano con divertito stupore. Perché a loro, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, marito e moglie, condannati a diversi ergastoli per diversi omicidi politici commessi durante la loro forsennata avventura contro tutto e tutti tra le file dei Nuclei armati rivoluzionari, la novità fa ancora un certo effetto. Quelli che adesso sono là, al governo, a trattare di presidenze bicamerali e consigli d’amministrazione, sono proprio i ragazzi con cui sono cresciuti, tra volantini, sprangate, manifestazioni, lutti, passioni, alla federazione romana del Fronte della Gioventù di via Sommacampagna. “Vedere Storace andare a discutere alla Rai è fantastico – sorride Fioravanti. Capirà, lo conosciamo da una vita».
Altri tempi?
https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/10/vitalizio-a-massimo-abbatangelo-il-missino-che-teneva-il-tritolo/3719233/
Massimo Abbatangelo
Massimo Abbatangelo (Napoli, 25 settembre 1942) è un politico italiano.
1 Biografia
1.1 Origini e formazione
1.2 Il coinvolgimento nella Strage di Natale
1.3 L'attività politica
2 Note
3 Voci correlate
Biografia
Figlio di Yone Torcigliani e Giorgio Abbatangelo, il padre Colonnello di Cavalleria reduce dalla campagna d'Africa aderisce alla Repubblica Sociale Italiana. Nel periodo di formazione si dedica al canottaggio vincendo due titoli Italiani con l'equipaggio del Circolo Posillipo di Napoli.
Il coinvolgimento nella Strage di Natale
Coinvolto nell'inchiesta per la Strage del Rapido 904, l'attentato dinamitardo avvenuto il 23 dicembre 1984 presso la Grande Galleria dell'Appennino, ai danni del treno rapido n. 904 proveniente da Napoli e diretto a Milano, Abbatangelo fu accusato di aver fornito l'esplosivo utilizzato nella strage. In occasione del subentro nel seggio, nel 1990, e dopo la rielezione, nel 1993, il Parlamento concesse l'autorizzazione a procedere.
Nel processo che seguì, il 28 marzo 1991, il deputato venne condannato in primo grado all'ergastolo, pena sospesa perché nel frattempo l'esponente missino era stato eletto in Parlamento. Secondo l'accusa del pm Pierluigi Vigna, un pentito avrebbe visto Abbatangelo consegnare al boss del rione Sanità, Giuseppe Misso, a cui faceva capo un gruppo di camorristi ed estremisti neri, i candelotti di nitroglicerina da piazzare nel diciannovesimo vagone di quel treno.
Il 18 febbraio 1994 Abbatangelo, la cui posizione nel mentre era stata stralciata dal processo principale, fu assolto dalla Corte di Assise di Appello di Firenze dal reato di strage, ma venne condannato a sei anni di reclusione per detenzione di esplosivo.
L'attività politica
Da sempre attivo nel Movimento Sociale Italiano, all'interno del quale fece parte anche ai Volontari Nazionali, il servizio d'ordine del partito. Dal 1964 al 1987 ha ricoperto la carica di consigliere nel comunale di Napoli.
Deputato alla Camera nel 1979, nel 1983, nel 1989 e nel 1992 venne eletto in Campania nelle liste del Movimento Sociale Italiano.
Nel giugno 1994 è candidato alle europee per Alleanza Nazionale, risultando primo dei non eletti, con 45 000 preferenze. Fu componente dell'Assemblea nazionale di AN. Nel 2008 aderisce a La Destra, il movimento fondato da Francesco Storace.
Il 9 luglio 2015 gli è stato revocato il vitalizio, insieme ad altri nove ex Deputati e otto ex Senatori. Nel 2017 la sentenza è stata revocata, e il vitalizio è stato ripristinato, con la restituzione delle mensilità non percepite dalla sospensione.
https://it.wikipedia.org/wiki/Massimo_Abbatangelo
stragismo
r_nazionale
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