Arrestato uno dei 19 indagati: nascondeva un fucile a pompa e munizioni da guerra. L’inchiesta nata dopo un
attentato a un centro immigrati di Pietraperzia
29 novembre 2019
Caltanissetta - L’inchiesta sul nuovo "Partito nazionalsocialista italiano dei lavoratori", che ieri ha portato a 19 perquisizioni, stava per saltare. Una talpa avvisò “miss Hitler”, Francesca Rizzi, una delle principali indagate: “Un mio amico poliziotto di Torino mi ha detto che sono attenzionata dagli sbirri – sussurrò la donna ad Antonella Pavin, l'ideologa del gruppo – dobbiamo essere prudenti, bisogna far sparire le foto dal profilo Facebook Manu Manu o addirittura oscurare il sito”.
Le indagini della Digos di Enna, coordinate dal Servizio antiterrorismo della polizia, hanno identificato la talpa in un assistente capo che era in servizio all’ufficio di gabinetto della questura Torino, si tratta di L.N., 54 anni, che è stato indagato per rivelazione di notizie riservate e accesso abusivo a un sistema informativo.
Per gli investigatori, coordinati dalla procura di Caltanissetta, è stata una corsa contro il tempo: dopo la soffiata, avvenuta nel novembre dell’anno scorso, gli indagati si erano fatti più prudenti nelle loro relazioni interne ed esterne.
Adesso, i poliziotti stanno esaminando il materiale sequestrato in tutta Italia, soprattutto telefonini, tablet e computer: c’è da ricostruire tutta la rete del nuovo partito nazista. Uno degli indagati è stato arrestato, si tratta di Maurizio Aschieri, 57 anni, di Monza: nella sua abitazione sono stati trovati un fucile a pompa e munizioni da guerra. All’esame della polizia ci sono anche altri fucili sequestrati nelle abitazioni degli indagati: ufficialmente, sono armi per il Softair, ma potrebbero aver subito delle modifiche.
La genesi dell’indagine
L’ultima rete neonazista è emersa quasi per caso: i poliziotti della Digos di Enna stavano indagando sui colpi di pistola sparati l’anno scorso contro le finestre del centro migranti “Don Bosco 2000” di Pietraperzia, sono arrivati a un giovane della provincia che insultava i gestori della struttura. Il primo indagato di questa storia è lui, si chiama Carlo Lo Monaco, ha 30 anni, è un ragazzo borderline che attualmente è in cella per aver assassinato il padre Armando. I suoi contatti hanno portato alla rete neonazista.
Le prime intercettazioni hanno confermato la pericolosità del gruppo. Il loro motto era: "Invisibili, silenziosi e letali". Dicevano: "Bisogna formarsi militarmente, avere maggior sicurezza uno dell'altro, essere veramente di supporto operativo o anche solamente politico alla bisogna, avere dalla nostra l'effetto sorpresa, avere la consocenza del territorio, quindi colpire e ritirarsi sui monti". La prima azione doveva essere una molotov contro una sede dell'associazione nazionale partigiani di Roma o Milano.
https://palermo.repubblica.it/cronaca/2019/11/29/news/neonazisti_una_talpa_nella_polizia_avverti_miss_hitler_gli_sbirri_ti_osservano_e_scatto_l_allerta-242179780/?ref=RHPPLF-BH-I242179777-C8-P8-S2.8-T1
Antonella Pavin: la sergente di Hitler del Movimento Nazionalsocialista dei Lavoratori
Antonella Pavin è la “sergente di Hitler” individuata nell’inchiesta Ombre Nere partita da Enna e approdata in tutta Italia, che ha sgominato il Movimento Nazionalsocialista dei Lavoratori e fermato l’organizzazione di un attentato alla sede dell’ANPI di Genova.
48 anni, moglie, madre, impiegata in uno studio contabile e, allo stesso tempo, fiera nazista, lei è ritenuta tra i fondatori del Partito nazionalsocialista italiano dei lavoratori, nonché reclutatrice di altri negazionisti come lei. Vive in una casa sperduta nella campagna di Curtarolo, a nord di Padova. Il marito è autotrasportatore. Lei oggi ha parlato con Repubblica:
Invocare lo sterminio, negare i lager, inneggiare a Hitler, è altro.
«I sionisti comandano il mondo, guidano le banche, decidono sulle politiche dell’immigrazione. Sono la rovina dell’umanità. L’Olocausto è una fandonia».
Ha mai ascoltato Liliana Segre?
«Lasciamo perdere Liliana Segre, ne avrei da dire. Ad Auschwitz c’erano piscina, teatro, cinema. Non è andata come la raccontano».
Suo marito la pensa come lei?
«No, lui vota Salvini».
Lei cosa vota?
«Io non voto. CasaPound mi fa schifo, Forza Nuova l’ho abbandonata. Ci sono stata due anni ma non ne voglio più sapere. Però non dico perché».
Il Gazzettino racconta che sarebbe stata proprio lei la “capa” veneta dell’organizzazione. Sulla sua pagina Facebook la donna scriveva: “Il nazional socialismo trionferà in tutta Europa. Hitler è immortale”. Stop. Niente di più, perché era sul social network russo VKontakte che la 48enne si scatenava. Nel giugno dell’anno scorso se la prendeva con il Gay Pride: «Padova blindata per far sfilare centinaia di fr***. La cosa più schifosa è che ad appoggiare questi rifiuti c’erano anche famiglie. E poi la gente mi critica perché sono nazista. Lo sarò fino alla morte perché quando morirò sarò contenta di aver ripulito il mondo. Sempre Heil Hitler e rogo per gli infami». E tra la foto di una torta di compleanno guarnita con una svastica e una col saluto nazista, assicurava di aver preparato il materiale per accogliere gli zingari: «Una spranga di ferro, un coltello e una tanica di benzina possono bastare o devo aggiungere qualcos’altro? Heil».
Francesca Rizzi, miss Hitler
Se la Pavin fino a oggi era incensurata, il vicentino Bruno Bosso, con il petto tatuato con un’enorme svastica,era già conosciuto dalla Polizia per i reati di lesioni, resistenza, stupefacenti, maltrattamenti alla moglie(con tanto di allontanamento dalla casa familiare). Bosso e la moglie Veronica Giunta si erano trasferiti dal capoluogo berico a Messina l’estate scorsa ma all’inizio di novembre avevano fatto rientro a Vicenza. Spiega il Gazzettino:
La donna ha raccontato di essere venuta a conoscenza del “partito” grazie ai suggerimenti dei gruppi su Facebook: «Ho messo “mi piace” e ho iniziato a parlare con loro, era marzo 2018. Poi il partito è morto un anno dopo. Io non sono mai andata a convention e non ho indottrinato o armato persone. I fondatori non li conosco a parte tale Marinari, un toscano. Mai andata a ritrovi, si parlava solo sui social, nelle chat».
E a proposito del marito arrabbiato: «Cosa doveva sapere? Lui vota Salvini e sa benissimo per cosa simpatizzo io. Quello che mi fanno è un processo ai pensieri. Abbiamo subìto 12 furti in 20 anni che stiamo qua. Avrò il diritto di avere le mie idee». Nelle intercettazioni assicurava a Luigi Forte che il programma era quello di «andare al potere in qualsiasi modo, a costo di qualsiasi conseguenza, tanto che non c’è alcun partito che abbia i cogl** di farlo». Ora assicura: «Parole, erano solo parole».
E poi c’è la 36enne che avrebbe partecipato a un concorso lanciato sul social network russo VK e vinto il titolo di Miss Hitler. Si chiama Francesca Rizzi ed è residente a Pozzo d’Adda: il particolare è emerso nel corso delle perquisizioni effettuate dalla Digos nel Milanese a carico di tre estremisti di destra (fra cui la giovane), indagati dalla Procura Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, per costituzione e partecipazione ad associazione eversiva ed istigazione a delinquere. Alla conferenza di NOS Francesca Rizzi ha partecipato come rappresentante di Autonomia Nazionalista e secondo i racconti aveva fatto un intervento chiaramente antisemita. Gli indagati avevano anche creato una chat chiusa denominata “Militia“, finalizzata all’addestramento dei militanti. Francesca Rizzi era anche gestore dell’account su VK Fra-Fra-Fra-Fra: qui si riproduce un suo post in cui se la prendeva con Laura Boldrini e Liliana Segre.
https://www.nextquotidiano.it/antonella-pavin-la-sergente-di-hitler-del-movimento-nazionalsocialista-dei-lavoratori/
Da dove viene il manifesto razzista del Movimento Nazionalsocialista dei Lavoratori
28 Novembre 2019
La retata della Polizia di Stato ad Enna che ha portato all’identificazione di 19 persone che a vario titolo facevano parte di un’organizzazione di estrema destra ha portato nuovamente alla luce l’esistenza del Movimento Nazionalsocialista dei Lavoratori (MLNS). Non è la prima volta: nel 2014 quattro esponenti del movimento vennero indagati per razzismo. Il partito del resto è attivo sulla scena politica dal 2002 e si è presentato molte volte (e sempre senza successo) alle elezioni amministrative. Una volta addirittura alle elezioni politiche.
Le parole d’ordine del MLNS-DSAP
Loro del resto fanno risalire le proprie origini con la nascita del DAP, il Partito dei lavoratori tedeschi dal quale nacque poi il partito nazionalsocialista (NSDAP) di Hitler al potere in Germania dal 1933 al 1945. Non a caso adottano anche un nome tedesco: Nationasozialistiche Arbeiter Bewegung, traduzione di Movimento Nazionalsocialista dei Lavoratori, il cui acronimo è simile: NSAB. Ma è al 2002 che risale e il Programma dei 25 Punti, un esplicito riferimento “Manifesto del Partito – Programma dei 25 Punti” presentato da Hitler a Monaco il 24 febbraio 1920 e che sancì la nascita del Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei, il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori.
Copie di questo programma politico sono state trovate in una delle perquisizioni nell’ambito dell’operazione “Ombre Nere”. Ma non serve certo andare nelle case dei neonazisti per trovarlo, visto che si trova comodamente online sul sito del MLNS-NSAB. Dal momento che gli italiani del NSAB fanno riferimento alla dottrina nazionalsocialista il primo punto è la definizione del “Popolo” che abiterà lo Stato italiano. Il programma prevede infatti una completa riforma dell’assetto costituzionale italiano (pensare che venga fatto in 34 pagine e liquidato in pochi paragrafi fa sorridere). Per il NSAB «il Popolo dello Stato Nazionale è
formato per la maggioranza da individui di una stessa etnia, caratterizzati da lingua, cultura, religione ed usanze comuni, occupanti un territorio da molte generazioni».
Lavoro obbligatorio per gli stranieri che però dovranno emigrare se “mancano le risorse”
Niente di nuovo, concetti già sentiti da decenni e ripetuti sui forum dei neonazisti che rincorrono il sogno di un’unità nazionale su base etnica. Concetti sdoganati nel linguaggio della politica mainstream da quelli che parlano del «tentativo di genocidio delle popolazioni che abitano l’Italia da qualche secolo e che qualcuno vorrebbe soppiantare con decine di migliaia di persone che arrivano da altre parti del Mondo». I nemici poi sono sempre gli stessi: gli ebrei, naturalmente (perché quelli del NSAB sono orgogliosamente negazionisti della Shoah), il mondialismo e l’immigrazione. Nell’almanacco 2019 del NSAB c’è un pratico specchietto delle idee di cui il partito si fa portatore: bugie sui migranti, l’invenzione del termine “Soluzione Finale”, referendum per la Crimea alla Russia (che piace tanto ai sovranisti), signoraggio, usura bancaria, XIII disposizione transitoria finale, referendum generale sull’euro e così via. Come detto: sono concetti che fluttuano da tempo in certi ambienti, c’è chi li ha sdoganati, c’è chi li ha usati politicamente, ma sempre quelli sono.
Ma lo stato che sognano quelli che votano per eleggere Miss Hitler e che usano soprannomi come “il Sergente Maggiore di Hitler” è sia etnico che etico. Si legge infatti che «la difesa dell’identità nazionale e della razza è un valore etico, che deve essere regolato solo con la promulgazione di norme che conferiscono dei vantaggi agli Appartenenti al Popolo, senza offesa o lesione per minoranze, altri Popoli ed etnie». Gli italiani quindi devono essere avvantaggiati dalle leggi dello Stato rispetto agli stranieri, le minoranze e le altre razze. Chissà, magari nel concreto si potrebbe partire da una corsia preferenziale per gli italiani nell’assegnazione degli alloggi popolari, come vorrebbero alcuni.
Scopo dello Stato è «tutelare la razza e difesa dell’identità nazionale», la famiglia (e il “clan”) ma anche gli stranieri, solo ad una condizione però: per loro il lavoro è «obbligatorio salvo non si tratti di turisti» e nel caso «vi sia difficoltà d’approvvigionamento dei generi primari, essi dovranno emigrare e trasferirsi altrove». Naturalmente chi abita lo Stato Nazionale viene considerato come appartenente ad una delle tre categorie: Appartenenti e gli Aggregati al Popolo, gli Stranieri. Solo i primi godono di pieni diritti in virtù, manco a dirlo, dello Ius Sanguinis. Per gli Aggregati e gli stranieri c’è l’obbligo di rispettare anche «le leggi a loro riservate» inoltre «gli stranieri non potranno avere pretese contrarie alle usanze del Popolo che li ospita». La libertà di religione c’è, ma è condizionata: «nello Stato Nazionale esiste libertà di religione purché il culto non offenda i valori nazionali o diffonda anche indirettamente, insegnamenti che vadano contro l’interesse pubblico». Scordatevi la possibilità di praticare la vostra religione, per dirne una.
Segue una parte sulle tasse: «l’applicazione della tassazione sull’opera lavorativa è contraria al valore etico dello Stato Nazionale perché non scaturita da un atto volontario», qui siamo ben oltre la flat tax. Tanto le pensioni arrivano lo stesso anche qui, nessun problema, anche se non si sa come visto che non è necessario versare i contributi. Anche per quanto riguarda il pluralismo politico ci sono dei problemi: è ammesso ma «una sola forza politica, che ha funzione di mantenere vivo e costante lo spirito nazionalista e socialista della Nazione, sarà inserita tra gli organi del Comando, come consulente politico del Comandante, come forza politica super-partes, mediatrice ed aggregante degli altri soggetti politici». Manco a dirlo «questo compito è delegato al Movimento Nazionalsocialista dei Lavoratori per il merito d’aver concepito l’idea di questa Nazione e di lavorare esclusivamente per la sua realizzazione». La modestia.
https://www.nextquotidiano.it/da-dove-viene-il-manifesto-razzista-del-movimento-nazionalsocialista-dei-lavoratori/
documentazione
r_nazionale