pubblicato il 28.01.21
Stazzema, insulti e minacce sul web per chi firma o promuove la “Legge antifascista” ·
L’iniziativa nata nel paese toscano per punire chi fa propaganda. Già raccoltre oltre 10 mila adesioni
28 Gennaio 2021
La proposta di “Legge Antifascista Stazzema” rimbalza ormai in tutta Italia. Ogni ora arrivano decine di firme, da Nord a Sud. L’iniziativa nata nel piccolo comune toscano per punire chi fa propaganda al fascismo e nazismo sembra riscontrare già tanti consenti. Lo stesso Pd regionale rilancia e invita i suoi tesserati ad aderire. E dopo circa un mese, sono oltre 10 mila i firmatari. Ma i numeri, potrebbero essere più alti, visto che i primi conteggi sono ancora approssimativi. Su Facebook è stato aperto un gruppo di confronto e l’entusiasmo tra i 36 mila iscritti si tocca con mano. Al tempo stesso però diverse persone segnalano di essere state insultate sui social proprio per firmato o promosso l’iniziativa. Alcuni raccontano di aver condiviso in altri gruppi la proposta di legge e aver trovato nette censure dagli amministratori.
Altri persino di essere stati offesi, anche da sostenitore fascisti. «Oltre ai commenti spiacevoli tipo “vi dovreste vergognare” o “i problemi dell’Italia sono altri” - racconta un’iscritta - l’amministratrice di un gruppo mi ha contattato in privato per avvisarmi che 5 attivisti di Forza Nuova avevano segnalato il post e quindi per non avere problemi preferiva toglierlo». In tanti segnalano questo tipo di risposte: «Ancora con questa vecchiezza» oppure «Dove si firma per l’abolizione dei criminali dell’Anpi?». E ancora: «Si può essere fascisti senza essere a tutti i costi violenti». «Se il calendario di Mussolini ogni anno è il più venduto un motivo ci sarà». Nel mezzo anche offese, tentativi di far rimuovere i post e persino foto del duce.
Viste le reazioni, diventa ancora più significativo il testo della proposta: «Chiunque propaganda i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. La pena è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici». Si vuole colpire proprio la propaganda online. E per il sindaco di Stazzema, che per primo ha lanciato l’iniziativa, gli insulti sul web ai firmatari diventano quasi una conferma di quanto sia necessaria questo passo: «Di sicuro avvalorano la nostra proposta - commenta Maurizio Verona -. Il fascismo in Italia è presente, mi arrivano testimonianze da tutto il territorio. Ci dicono che siamo fuori dalla Storia, ma questo non è un progetto anacronistico».
L’obbiettivo è arrivare entro il 31 marzo a 50 mila firme: la soglia per presentare il testo in parlamento. E avviare così l’iter che la trasformi quell’ambizione in una norma a tutti gli effetti. La strada è ancora lunga e il periodo non aiuta a fare pubblicità dal vivo. E così da più parti giungono appelli di sostegno. Nei giorni scorsi si era alzata la voce della Cgil. Adesso è il Pd Toscana che chiede di scendere in campo e lasciare il proprio nome: «Una legge popolare molto interessante che stiamo sostenendo, anche perché parte dal basso. Abbiamo già scritto ai nostri tesserati - commenta la segretaria regionale Simona Bonafè -. Anche in Toscana ci sono stati episodi spiacevoli, l’ultimo ad Arezzo con un’intrusione hacker di estrema destra in un appuntamento per le “Memorie ebraiche”. È un tema su cui non dobbiamo abbassare la guardia».
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