pubblicato il 14.07.21
"L'IBM e l'Olocausto" ·
, di Edwin Black
11.1.2013
“Un aspetto dell’Olocausto che è stato sempre esaminato poco è quello della “procedura”.
Sappiamo che i nazisti erano burocrati efficienti e scrupolosi, ma quali erano i metodi usati per perseguire scientificamente gli obiettivi del Reich?
Un ruolo determinante nella macchina di sterminio lo ebbero la scheda perforata, le macchine e gli uomini dell’IBM.
La filiale tedesca, la Dehomag, progettò, creò e fornì l’assistenza di cui Hitler aveva bisogno per automatizzare il processo della distruzione umana.
La capo filiale europea dell’IBM aveva sede in Svizzera, paese neutrale: questo consentì all’IBM di aggirare i divieti imposti dall’entrata in guerra degli Stati Uniti e proseguire la collaborazione con il nazismo anche quando fu chiaro lo scopo della eliminazione fisica degli ebrei.
Alla fine della guerra, attrezzature e conti correnti della Dehomag vennero riassorbiti dalla sede centrale, che prestò la propria opera alla burocrazia alleata e alla ricostruzione della Germania.”
“I soldi non hanno odore”
Il libro è un ponderoso, complesso, documentatissimo (e faticoso da leggere) saggio sulle relazioni tra la Big Blue e il nazismo.
Un lavoro encomiabile di ricerca, che fa luce su come non solo l'IBM riusci’ a fare soldi affiancando il nazismo, ma su come la tecnologia delle schede perforate fu essenziale per i progetti di espansione del Reich e soprattutto per la “soluzione finale”, lo sterminio degli ebrei.
Che senza l'IBM sarebbe avvenuto lo stesso, certamente, ma senza quella perfezione ingegneristica e ragioneristica che stupisce ancora oggi.
Ovviamente, quando alla fine della guerra il mito della vittoria nazista inizio’ ad incrinarsi, l'IBM seppe vendersi anche come colonna portante del patriottismo americano antinazista, continuando a fare profitti sui due fronti.
Alla fine della guerra, discretamente, recupero’ le sue infrastrutture che cosi’ efficientemente avevano operato a Dachau, ad Auschiwitz, e nei paesi occupati o controllati dal Reich (Polonia, Romania, Olanda, Cecoslovacchia, Bulgaria)...e salvo’ macchine, profitti e onorabilità.
Tra le situazioni da citare: nell'Olanda occupata, l'efficienza dell'IBM e del locale ufficio di statistica, guidato da un solerte ingegnere ben contento di piegare la scienza ad un uso “concreto”, portarono alla localizzazione ed all'eliminazione del 73% degli ebrei del paese.
Nella Francia occupata, l'IBM non c'era. Il censimento degli ebrei fu affidato dai nazisti al Servizio Nazionale di Statistica guidato da uno statistico, esponente della resistenza in incognito: che saboto’ il censimento, finendo i suoi giorni a Dachau, ma limitando la mortalità degli ebrei francesi al 25%.
La scheda perforata.
Un cartoncino all’inizio di 6 cm per 12 (grande come un biglietto da 10 dollari), poi di circa 9 centimetri per 14, composto da 45 (poi 60 e infine 80 (*) ) colonne con 10 posizioni ciascuna.
Se si associa una scheda ad ogni persona, dando ad ogni colonna un significato (sesso, data di nascita, luogo, religione, nazionalità, numero di figli…) e codificando opportunamente ognuna delle 10 posizioni per ogni colonna, usando una macchina perforatrice è possibile bucare opportunamente la posizione giusta per creare una “mappa” informativa associata all’individuo.
Con un’altra macchina “selezionatrice”, opportunamente predisposta, è poi possibile leggere massivamente le schede, riconoscere i “buchi” e selezionare le schede che servono (ad esempio, tutti i maschi ebrei di nazionalità polacca…).
(*) la versione definitiva della scheda perforata a 80 colonne fu brevettata da IBM nel 1928.
Hermann Hollerith.
Inventore tedesco, emigrato negli USA, inventò la scheda perforata “moderna” in vista del censimento nazionale americano del 1890.
Se nel 1870 si erano potute porre agli intervistati solo 5 domande, nel 1890 si arrivò a interrogare gli americani su 235 argomenti.
Hollerith, dipendente del Centro per il Censimento, crea e noleggia le macchine e vende le schede (usa e getta), ed in pochi anni assume il monopolio per i censimenti non solo in USA ma nelle principali nazioni occidentali.
Nel 1896 crea negli USA una società di tabulazione dei censimenti, la “Tabulating Machine Company”, fondamenta della futura IBM.
Nel 1910 fonda in Germania la Dehomag, ma negli anni successivi vende tutto a un americano (Flint) che accorpa le società di Hollerith nella sua, la CTR.
Thomas Watson è, nei primi anni del Novecento, un abile venditore di registratori di cassa per la NCR; nel 1914 passa alla CTR, che diventa IBM nel 1924. Dell’IBM diviene presto Presidente e “leader” assoluto.
Negli anni della depressione, grazie alla burocrazia legata allo sviluppo dei progetti statali, IBM raddoppia le proprie dimensioni (e poi si dice che il pubblico ed il privato sono alternativi…)
Adolf Hitler.
Il 30 gennaio 1933 Hitler sale al potere.
Il nazismo ha, tra gli altri, il mito della statistica e vuol dare una base scientifica alla propria teoria della razza: ha dunque un disperato bisogno di dati.
Il direttore della Dehomag, per sua fortuna, è un fervente filonazista, e Watson ammira Hitler: annusata la possibilità di affari lucrosi, investe nella Dehomag sette milioni di dollari.
Nel 1933, il nazismo intraprende il censimento della Prussia.
La Dehomag tabula 450.000 schede al giorno per 4 mesi (41 milioni di schede), e le verifica con conta schede da 24000 pezzi all’ora.
(In colonna 22 si codifica la religione: 1 protestante, 2 cattolico, 3 ebreo;in colonna 26/27 lingua e nazionalità – ad esempio, 10 per i polacchi).
Nel 1937 Hitler conferisce a Watson la Croce al Merito dell’Aquila Tedesca.
Nel maggio 1939 inizia il censimento dell’intera Germania, che deve concludersi a novembre: ovviamente affidato alla Dehomag. Per la prima volta si chiedono informazioni sulla religione dei nonni.
Alla fine del 1939 sono finalmente censiti i 600.000 ebrei tedeschi, austriaci e cecoslovacchi: ma mano a mano che il Reich si annette e occupa nuovi pezzi di Europa aumenta ovviamente anche la popolazione ebraica, e l’obiettivo di “espellere gli ebrei dal suolo germanico” si trasforma nella tragica “soluzione finale”.
Il 1° settembre del ’39 viene invasa la Polonia, il che pone a Hitler il problema di censire tre nuovi milioni di ebrei. Il censimento inizia già da ottobre.
Il 28 ottobre viene avviato il censimento dei 360.000 ebrei di Varsavia, che grazie all’IBM finisce in sole 48 ore.
Nel maggio del ’40, mentre mezza Europa è già in mano ai nazisti, Watson gira l’America facendo discorsi sulla pace: intanto fornisce indicazioni segrete alla filiale svizzera per continuare a fare affari con Hitler.
L’automazione fornita da IBM non coinvolge solo i censimenti (tra cui quello dei lavoratori liberi e dei due milioni e mezzo di schiavi – 1940 -provenienti dai paesi occupati), ma fornisce supporto all’intera industria tedesca e alla sua logistica.
Nel 1940 Watson, sotto osservazione da parte dell’FBI, è costretto a restituire l’onoreficenza datagli da Hitler.
La Dehomag viene formalmente nazificata e sottratta al controllo dell’IBM, ma di fatto la proprietà delle macchine è un’esclusiva IBM e le schede vengono prodotte solo su licenza della società america: gli affari continuano.
Nel maggio 1940 viene invasa l’Olanda (140.000 ebrei) e nel giugno la Francia (300.000 ebrei).
In Olanda, il censimento viene ovviamente affidato alla filiale olandese dell’IBM, che Watson ha creato pochi mesi prima, e guidato da Jacobus Lentz, un esperto demografo e tecnocrate affascinato dal compito assegnatogli.
E funziona benissimo, anche perché gli ebrei olandesi sono abituati a rispettare le leggi e rispondono autonomamente in massa all’invito a recarsi al censimento.
Lentz è un tipico esempio di quella che Hanna Arendt definisce “banalità del male”. E’ diligente, competente e coscienzioso nel suo lavoro.
Non è un nazista né un fanatico, ma non può esimersi dal “fare bene” ed acriticamente il proprio lavoro.
Riorganizza l’anagrafe, poi propone un sistema di classificazione della popolazione che il governo (ancora democratico) boccia nel marzo del ’40, perché lo ritiene in conflitto con la tradizione olandese di rispetto dell’individuo; due mesi dopo, con l’occupazione nazista, le sue idee trovano terreno fertile e mezzi per la realizzazione.
Con poco rischio, probabilmente, Lentz avrebbe potuto salvare la vita di migliaia di persone. Non uccise fisicamente nessuno, certo, ma non si pose nemmeno il problema della conseguenza delle sue azioni e del suo lavoro, e contribuì – solo per “far bene il lavoro” – alla morte di migliaia di persone.
Dopo la guerra, sconterà tre anni di carcere.
Lentz ha acquisito una sorta di triste notorietà storica, ma le stesse considerazioni valgono per tutti i bravi tecnici dell’IBM americana e delle sue filiali europee che misero la loro conoscenza, la loro esperienza e la loro intelligenza al servizio dell’olocausto.
Un bravo tecnico, in fondo non poi così diverso da quelli che oggi tagliano i posti letto negli ospedali e i fondi all’assistenza perché “oggettivamente è necessario”.
In Francia (occupata a giugno) il censimento inizia nel settembre del ’40. L’IBM non ha una filiale, e le autorità naziste lo affidano all’esistente Servizio Nazionale di Statistica, guidato da Renè Carmille, il più importante statistico ed esperto di meccanografia francese dell’epoca.
Che fa anche parte della resistenza, e quindi sabota il censimento degli ebrei sia nel ’40 che nel ‘41, mentre utilizza le strutture e le macchine della francese Bull per creare un archivio indispensabile per la mobilitazione clandestina (che consentirà per la rapidissima mobilitazione in Algeria delle forze francesi antinaziste, guidate da De Gaulle, dopo lo sbarco degli alleati in Nord Africa nel 1942).
Carmille sabota i censimenti nazisti con intelligenza, adducendo problemi logistici, occultando decine di migliaia di schede da tabulare, ma nel 1943 viene sostituito alla guida dell’SNS da un collaborazionista: ma ormai è troppo tardi per rifare il censimento, altri problemi incombono sulle priorità naziste.
Nel 1944 viene scoperta l’appartenenza di Carmille alla rete di resistenza francese “Marco Polo”: viene arrestato, torturato per due giorni dal famigerato Klaus Barbie, il boia di Lione, e infine deportato a Dachau, dove muore nel gennaio 1945.
In tutti i campi di concentramento, ovviamente, ci furono schede perforate, macchine IBM programmate su richiesta delle autorità naziste, e ufficiali e tecnici addestrati per usare entrambe con lo scopo di registrare il destino delle merci umane in entrata ed in uscita.
Addirittura, nei primi tempi, il numero marchiato sull’avambraccio delle vittime corrispondeva a quello della scheda perforata associata allo sventurato: quando i morti iniziarono ad essere troppi, le due numerazioni si differenziarono…
Last news (settembre 2012)
(http://www.supergacinema.it/.../9089-brad-pitt-produrr%C3...)
“Vulture riporta che Brad Pitt produrrà (con la sua Plan 😎 il film L'IBM e l’Olocausto, una storia drammatica basata sul libro di Edwin Black (di cui Pitt ha acquistato i diritti due anni fa) che racconta la vera storia di come l’amministratore delegato del gigante dei computer IBM -Thomas Watson- abbia contribuito allo sradicamento degli ebrei in tutta Europa. Nel 1933 infatti Watson strinse un’alleanza strategica con il governo nazista di Hitler; sfruttando la sua influenza e la potenza dell’IBM, creò nuove tecnologie che permisero agli uomini del Terzo Reich di identificare, monitorare e classificare milioni di ebrei, che venivano poi portati nei campi di concentramento oppure uccisi direttamente nelle strade.
Inizialmente -data l’enorme quantità di materiale inserita nel libro di Black- Brad Pitt aveva pensato di farne una serie televisiva destinata alla HBO, ma l’idea è poi saltata e sembra che ora Pitt (con il soggetto già in mano) abbia deciso di realizzare il film e stia cercando qualcuno disposto a distribuirlo.
Non è ancora deciso se Brad Pitt sarà anche il protagonista del film, l’unica cosa certa però è che ormai l’attore è deciso e vuole fortemente portare sul grande schermo una parte di storia mondiale che porti ancora maggiore chiarezza sulle infiltrazioni che il Terzo Reich aveva in ogni parte del mondo.”
http://luposelvaticolibri.blogspot.com/.../libm-e...
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