pubblicato il 17.09.22
Scovata la chat nera del neofascismo in Liguria: “Così gli skin organizzavano le loro violenze” ·
Un gruppo di neofascisti di Lealtà e Azione Genova. Le carte dell’inchiesta su tre militanti a processo per lesioni aggravate dall’odio etnico e razziale dopo un pestaggio compiuto nello Spezzino. Nel materiale digitale sequestrato emergono informazioni su gerarchie, organizzazione paramilitare e interessi di Lealtà e Azione Genova
15 Settembre 2022
La Spezia – "In questa nuova chat “Liguria skin” ci siamo inseriti io e Giacomino, che siamo il direttivo di “Lealtà Azione Genova”, questo per dirvi che “Liguria skin” non è un mondo a sé, non è un mondo parallelo, ma un sottogruppo facente parte in tutto e per tutto di “Lealtà Azione Genova”, quindi totalmente alle dipendenze di “Lealtà Azione Genova”. In questa chat dovrà passare tutto, ma ripeto tutto, sottolineo tutto ciò che accade dalle vostre zone. Quindi Spezia per quanto riguarda Tivo, Gianni e Pane e la zona del savonese per quello che riguarda Umbe, ok?”. È novembre 2021 quando i carabinieri del Ros iniziano ad analizzare computer, cellulari e pendrive sequestrati al gruppo di ventenni sospettati d’aver aggredito un ragazzo a Ceparana, abitato nella periferia della Spezia, soltanto perché notoriamente antifascista.
Nessuno tra gli investigatori immagina che il contenuto di quei supporti informatici possa restituire un’istantanea della galassia dell’estrema destra in Liguria, in particolare di Lealtà Azione, la formazione neofascista nata in Lombardia, territorio in cui ha una base composta da centinaia di persone che hanno anche rapporti con politici locali. A gennaio i tre ventenni indagati per l’agguato accaduto nell’estremo levante ligure nel febbraio 2021 verranno processati per lesioni aggravate “dall’odio etnico e razziale”, ma, al di là di eventuali responsabilità e condotte penalmente rilevanti, secondo le carte dei carabinieri fanno parte d’un gruppo regionale che ha una struttura “gerarchica”, quasi militare, in cui i componenti devono seguire regole precise. Un gruppo che è suddiviso per territori, indossa determinati indumenti, porta i capelli rasati, riferisce al superiore di riferimento e si muove in occasioni particolari come l’anniversario della morte di Mussolini o la giornata in ricordo dei martiri delle Foibe. I componenti di Lealtà Azione sono attivisti, discutono di politica, alcuni di loro inneggiano a Hitler, manifestano odio nei confronti degli ebrei oppure si complimentano con l’amico che si tatua “la scritta Dux sulla schiena”.
Cambio al vertice
È la chat Liguria skin il contenitore da cui gli inquirenti, coordinati dal pm spezzino Alessandra Conforti, raccolgono gran parte delle informazioni. Le carte – qualche settimana fa ormai c’è stata la discovery – permettono di osservare in profondità un mondo fatto anche di rapporti umani, incomprensioni e tradimenti.
Gli inquirenti ne ricavano uno schema netto e scoprono pure che nel dicembre 2020 s’è registrato un cambio al vertice: “L’analisi delle copie forensi permette di chiarire come Luca Tivegna (verrà processato a gennaio alla Spezia per l’aggressione di Ceparana, ndr) e il suo gruppo siano gerarchicamente sottoposti al responsabile genovese di Lealtà Azione, Thomas Olivieri (33 anni, di Rapallo, non indagato, ndr) subentrato all’esautorato Renato Zedde (il suo nome saltò fuori in un’indagine del 2018 sul reclutamento di mercenari mandati nel Donbass a combattere con i filorussi, ma la sua posizione fu poi archiviata, ndr). Le gerarchie dell’associazione – è riportato in un documento redatto del nucleo informativo dei carabinieri della Spezia – vengono dichiarate in maniera molto esplicita in un messaggio vocale di Olivieri”. Ecco la trascrizione: “Ovviamente quando è stato espulso Renato Zedde, in cattivi rapporti, questo ci tengo a riconfermarlo, a ricordarvelo, si è posto subito il problema di “Liguria skin” – dice Olivieri in chat -. Abbiamo deciso, in comune accordo con Milano, di continuare a mantenere aperta “Liguria skin” per un discorso di rispetto nei vostri confronti”.
“Sei fuori, fatti ricrescere i capelli”
Tra gli episodi indicati nelle informative dagli inquirenti ce n’è uno che forse più di altri descrive il contesto di Lealtà Azione. È gennaio 2021 e il gruppo spezzino è chiamato a partecipare a una commemorazione a Genova “in occasione della ricorrenza della giornata del ricordo dei martiri delle Foibe, tema da sempre strumentalizzato dai gruppi di estrema destra per fini propagandistici”. Però uno dei militanti, un giovane appena entrato a far parte della cerchia neofascista, comunica che non sarà presente per motivi di lavoro. A quel punto Tivegna chiede che il ragazzo “riconsegni alcuni simboli del loro movimento” e gli impone “di farsi ricrescere i capelli in quanto non degno di essere skin88. Dopo questo messaggio il giovane sarà espulso dal gruppo”.
Il mondo ultrà
“Siamo andati a Vernazza a staccare gli adesiv…ehh lo striscione che hanno messo, Spezia m…, e già che c’eravamo abbiamo preso anche il loro drappo”. Dicembre 2020, nel gruppo WhatsApp degli spezzini qualcuno pubblica una foto di tre giovani con il volto travisato che mostrano una bandiera del Genoa capovolta appena presa nel piccolo borgo delle Cinque Terre dove i tifosi rossoblù l’avevano affissa a un muraglione. Spedizioni punitive, ma anche gesti dimostrativi: le carte dell’inchiesta (la vittima dell’aggressione spezzina si costituirà parte civile per tramite dell’avvocato Michele Fiore) illustrano come il mondo dell’estremismo di destra sia intrecciato con quello dello stadio. Poco dopo il raid di Vernazza, sono documentati contatti tra Tivegna e “un militante dei gruppi ultras Lazio e Battipagliese”.
https://www.ilsecoloxix.it/italia/2022/09/15/news/scovata-la-chat-nera-del-neofascismo-in-liguria-cosi-gli-skin-organizzavano-le-loro-violenze-1.41674220
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