pubblicato il 19.02.23
Aggressione a Firenze, non era la prima volta: “Un altro caso davanti al liceo Pascoli. Ragazzi col cappuccio e delle cinghie” ·
Come rivelato dal Tirreno, due giorni prima c'era stato un fatto di violenza simile davanti a un altro istituto. La preside conferma: "Abbiamo subito chiamato Digos e carabinieri"
19 Febbraio 2023
L’aggressione dei sei giovani di Azione Studentesca, avvenuta il 18 febbraio davanti al liceo Michelangiolo di Firenze, non è un episodio isolato. Stando a quanto rivelato dal Tirreno, un fatto di violenza simile è avvenuto nei giorni precedenti davanti a un altro liceo fiorentino, il Pascoli. Un copione con molte similitudini, come riportano alcuni quotidiani locali. E in questo caso, secondo le ricostruzioni, sono state anche brandite delle cinghie, ma senza sfociare in violenze fisiche.
La prima aggressione risale a giovedì 16 febbraio, intorno alle 8 del mattino. Anche in questo caso, protagonisti sono alcuni ragazzi esponenti di Azione Studentesca che stavano distribuendo volantini all’ingresso del liceo, in viale Don Minzoni. Secondo la ricostruzione fatta da alcuni testimoni sul posto, ad un certo punto alcuni ragazzi si sono avvicinati per dire loro qualcosa. Ed è allora che un gruppo, reso irriconoscibile da cappucci calati sulla fronte, è apparso all’improvviso e si è tolto la cintura dai pantaloni iniziando a brandirle mentre i ragazzi, spaventati, si rifugiano nell’androne della scuola. Fuori, è uscita anche una professoressa che si è messa di mezzo per proteggere i suoi studenti ed evitare che succedesse il peggio.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/02/19/aggressione-a-firenze-non-era-la-prima-volta-un-altro-caso-davanti-al-liceo-pascoli-ragazzi-col-cappuccio-e-delle-cinghie/7070452/
Calci e pugni agli studenti fiorentini, sono due gli attacchi di Azione Studentesca in pochi giorni
Blitz dell'associazione giovanile di Fratelli d'Italia davanti al classico Michelangiolo: sei identificati. Tre giorni fa raid a cinghiate all’istituto linguistico Pascoli
18 febbraio 2023
FIRENZE. La furia “nera” è appena passata. Si è abbattuta all’improvviso su tre ragazzi del Michelangiolo, attivisti del collettivo di sinistra del liceo classico fiorentino. Calci e pugni. Un’azione repentina, compiuta da un gruppo “nero”, e violentissima. In sei, in blocco, si sono fatti spazio tra gli studenti in attesa della campanella e hanno colpito. Calci e pugni anche contro chi è finito sul selciato. Giacchetti neri, guanti in pelle, si sono ricompattati poco dopo lasciando il “campo” sotto gli occhi impauriti di una platea di decine di studenti pietrificati. «Un’azione squadrista», accusano ragazzi e politici. La seconda in tre giorni.
Una scia di violenze con una matrice politica ben precisa e una firma, quella di Azione studentesca, che negli ultimi tre giorni ha trasformato gli appelli alla mobilitazione in concretezza. Con gli attivisti del movimento studentesco medio legato all’area della destra e dell’estrema destra che hanno messo nel mirino le scuole superiori di Firenze. Giovedì il liceo linguistico Pascoli, ieri il classico Michelangiolo. Prima volantinaggi propagandistici, poi la violenza. Calci, pugni e cinghiate, accompagnati da scritte inneggianti al fascismo e slogan sui social ad incitare alla mobilitazione.
«È stato un attacco squadrista, un’azione premeditata», dicono gli studenti del classico Michelangiolo mentre lasciano l’istituto. Non ci sono i classici sorrisi a caratterizzare l’uscita da scuola. La spensieratezza lascia spazio alla paura e alla preoccupazione che l’azione di una squadriglia “nera” ha lasciato dopo il suo violento passaggio. Improvviso, immotivato. Ma con un obiettivo: colpire. Colpire gli studenti di quel liceo, eccellenza studentesca, ma anche una sorta di laboratorio per la sinistra giovanile e di movimento. Colpire il Sum, il collettivo Studenti uniti Michelangiolo. E almeno due dei tre studenti picchiati, un 18enne e due minorenni, sono esponenti di quel collettivo che pone le sue fondamenta non solo nei temi studenteschi, ma abbraccia anche quelli sociali, ambientali, del lavoro. A colpire sono stati almeno in sei. Tre minorenni, tre maggiorenni quelli identificati dalla digos. Il più grande di 21 anni. Volti scoperti e giacchetti neri. Tutti esterni alla scuola. Calci e pugni, anche quando due dei tre ragazzi finiti nel vortice di violenza cadono sul selciato. Una brutale aggressione davanti ad una platea di studenti pietrificata.
La provocazione
È un volantinaggio del gruppo di estrema destra ad accendere la miccia dello scontro e a far esplodere la violenza. «Erano due, tre, all’ingresso del liceo», ricostruisce una ragazza del Sum. «Distribuivano volantini propagandistici». Bandiere tricolore su sfondo nero. E poi la croce bretone, simbolo di Azione studentesca, a firmare un volantino che, tra propaganda di sovranismo e identitarismo, invita a «sognare un’Italia all’altezza della sua storia» e a spingere a «combattere per una scuola che sia una palestra di vita». Iniziano screzi verbali, con i ragazzi del Sum che contestano quella presenza. Un battibecco, forse qualche spintone. Poi l’entrata in scena del gruppo. «Qualcuno era all’esterno del bar (nei pressi della scuola, ndr) ad osservare, quasi a studiare il momento per scatenare l’azione», raccontano gli studenti.
La violenza
Sono in sei a scatenare la violenza. Si accaniscono su uno studente. Diciassette anni, attivista del Sum. Pugni e calci. Violentissimi. Anche quando il 17enne cade a terra. Colpito ripetutamente. Anche alla testa. A fargli da “scudo” lo zaino, che attutisce qualche colpo, e altri due studenti che intervengono per cercare di strapparlo alla furia del gruppo finendo a loro volta sotto i colpi dei sei. Uno crolla a terra. Si accascia, dopo pochi secondi si rialza e, barcollando, si defila. L’arrivo e l’intervento di una docente e del marito mette fine alla violenza. I sei si ricompattano ed escono di scena.
Il precedente
«Un’azione premeditata», per gli attivisti del Sum. «Un’azione squadrista» secondo i genitori accorsi davanti alla scuola per un «presidio democratico». Un’azione bis, in ogni caso, dopo quella di giovedì davanti al “Pascoli”. Dove il volantinaggio di Azione studentesca ha seguito lo stesso copione con, improvvisamente, l’entrata in scena di un gruppo di persone. Cappucci in testa e cinture in mano. Inseguono gli studenti che avevano contestato il volantinaggio e che trovano riparo nella scuola. La dirigente scolastica, Maria Maddalena Erman, segnala l’episodio alle forze dell’ordine. Il giorno dopo, venerdì, sulla facciata dell’istituto compaiono scritte inneggianti al fascismo. E la dirigente, di nuovo, sporge denuncia.
Le indagini
Le vittime dell’aggressione al Michelangiolo (tutte finite al pronto soccorso per accertamenti), e la docente intervenuta, sono state ascoltate dagli agenti della digos, avvertita dalla preside Rita Gaeta, in un’aula della scuola trasformata in un ufficio distaccato della questura. Acquisiti i video del pestaggio, in poche ore è scattata l’identificazione e la denuncia degli autori: sei giovani, tre minorenni (due 16enni, un 17enne) e tre maggiorenni (19, 20 e 21 anni). Tutti incensurati e appartenenti ad Azione studentesca. Dovranno rispondere dei reati di manifestazione non autorizzata (il volantinaggio) e di violenza privata aggravata. Non è escluso che vengano contestati i reati di lesioni e percosse (necessaria la denuncia delle vittime, che ancora non è arrivata). Secondo gli inquirenti non si sarebbe trattato di una spedizione programmata, ma di un’azione improvvisa durante una lite con i giovani del Sum, nata per il volantinaggio dei militanti di destra.
https://www.iltirreno.it/toscana/2023/02/17/news/calci-e-pugni-agli-studenti-fiorentini-sono-due-gli-attacchi-di-azione-studentesca-in-pochi-giorni-1.100244200
Aggressione davanti al liceo di Firenze, Pd e M5s: “Responsabili legati a Fratelli d’Italia. Perché Meloni continua a tacere?”
I senatori dem toscani hanno annunciato un'interrogazione: "Chiederemo a Piantedosi di riferire in Aula". Nessun commento dall'esecutivo, solo il capogruppo a Montecitorio si è limitato a dire: "L’auspicio è che tutto ciò rimanga circoscritto a questo liceo". Anpi: "E' solo l'ultimo atto di una deriva"
19 Febbraio 2023
A poco più di 24 ore dall’aggressione davanti al liceo di Firenze da parte di sei ragazzi di Azione studentesca, i senatori del Partito democratico chiedono che a condannare l’accaduto sia il governo. Che, fino a questo momento, non si è espresso. Solo il capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti, interpellato dall’agenzia Ansa, si è limitato a dire: “Episodi di violenza politica sono sempre da condannare al netto di quella che sarà la dinamica da accertare. L’auspicio è che tutto ciò rimanga circoscritto a questo liceo”. Ma per i dem serve una presa di posizione più netta e per questo hanno annunciato un’interrogazione in Parlamento: “È ormai evidente che il pestaggio è stata una tipica azione squadrista e fascista”, si legge in una nota dei senatori Pd toscani Franceschelli, Parrini e Zambito. “Secondo le prime verifiche delle autorità inquirenti la responsabilità dell’aggressione è riconducibile ad aderenti ad Azione Studentesca, organizzazione giovanile di estrema destra legata a Fratelli d’Italia. A ventiquattro ore dall’accaduto, Giorgia Meloni e i maggiori dirigenti nazionali di Fdi, solitamente di parola assai facile, non hanno ancora rilasciato una dichiarazione di condanna del vile e violento gesto e di solidarietà agli aggrediti. Ciò è molto grave”. E per questo “senz’altro chiameremo il Ministro Piantedosi a riferire in Senato”.
Ai colleghi Pd si sono poi associati gli esponenti M5s in commissione Istruzione a Camera e Senato. “Fdi si è limitato a parlare di ‘scontri’, formula facile per omettere che si è trattata di una aggressione premeditata, violenta e soprattutto unidirezionale. Perché Giorgia Meloni continua a tacere? Non riesce proprio a condannare gli aggressori? Solleciteremo il governo affinché venga in Parlamento a descrivere i contorni di questa inquietante vicenda, ad esprimere una ferma condanna e a dirci se non ritenga che associazioni come Azione Studentesca responsabili di simili episodi non debbano essere sciolte”.
Ieri a chiedere la condanna dell’esecutivo era stato, per primo, il deputato dem Marco Furfaro: “L’aggressione davanti al liceo Michelangiolo di Firenze è inaudita. Studenti assaliti da militanti fascisti, alcuni dei quali adulti. Qui non stiamo parlando di una vernice lavabile su un muro ma di una violenza fascista: Piantedosi, Salvini e Meloni non hanno nulla da dire?”. Oggi ha rilanciato anche il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni: “Dove sono quegli esponenti della destra e soprattutto del partito di Giorgia Meloni che sulle azioni di protesta di ambientalisti hanno versato fiumi di inchiostro esigendo pene dell’inferno? Da ieri, di fronte alle immagini di ragazzini pestati a terra da una squadraccia di giovani fascisti dell’organizzazione studentesca di FdI, muti ed indifferenti, al di là di alcune frasi di tardivo rammarico da parte di qualche gerarca, peraltro ambigue sulla dinamica evidentemente con l’obiettivo di derubricare l’aggressione a rissa”.
Nelle scorse ore, a chiedere una condanna è stata anche l’Anpi di Firenze. “Condannare non basta”, hanno scritto su Facebook. “L’escalation di violenza che ha colpito le scuole di Firenze in questi giorni è solo l’ultimo atto di una deriva molto più ampia e gravissima. I gruppi del neofascismo hanno costruito una presenza forte e radicata dentro tutte le istituzioni, dai quartieri alla regione. È ora che tutte le cittadine ed i cittadini democratici dicano con determinazione che tutto questo deve essere fermato, adesso”. Nel post, l’associazione partigiana ha chiesto “a tutto l’associazionismo, alle forze politiche e sociali, alle istituzioni l’immediata convocazione di un tavolo, per arrivare a iniziative pubbliche nelle nostre piazze e iniziative di informazione sulla situazione oramai insostenibile dell’estrema destra a Firenze”. Il primo a parlare ieri, subito dopo che il video era diventato virale sui social network, era stato il sindaco dem di Firenze Dario Nardella. “Un’aggressione squadrista di questa gravità e davanti ad una scuola è un fatto intollerabile. Ho parlato con il questore perché venga fatta chiarezza al più presto e vengano individuati i responsabili”, ha scritto. “Un atto tanto vigliacco quanto grave”, lo ha definito il governatore dem della Toscana Eugenio Giani, che esprime la sua “totale solidarietà” agli studenti, al corpo docente e al preside del liceo Michelangiolo.
A confermare l’episodio, come riporta Il Tirreno, è stata la dirigente dell’istituto Maria Maddalena Erman. “Abbiamo subito chiamato la Digos e i carabinieri“, ha detto, “le indagini sono in corso, mi affido alle forze dell’ordine. Ma quando ho saputo di quanto accaduto al liceo Michelangelo non ho potuto fare a meno di notare la triste somiglianza con quanto successo nella nostra scuola”. Il mattino seguente, ha spiegato ancora la dirigente, “abbiamo trovato sulla parete all’ingresso della scuola alcune scritte inneggianti al fascismo. Un fatto da non ignorare e che mi ha portato a chiamare, di nuovo, Digos e carabinieri che sono venuti sul posto. Ringrazio le forze dell’ordine per l’impegno e auspichiamo che i responsabili siano individuati al più presto. In ogni caso per tuti e due gli episodi ho presentato denuncia”.
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