pubblicato il 20.10.23
Macerata: Esponenti di CasaPound. Botte all’avversario politico: condannati in quattro ·
Altrettanti imputati invece sono stati assolti. L’aggressione avvenne cinque anni fa davanti alla caserma dei carabinieri durante un ’giovedì universitario’.
Quattro condanne e quattro assoluzioni, per l’aggressione ai danni di un esponente del gruppo "Antifa", davanti alla caserma dei carabinieri.
Il fatto era successo la sera del 29 novembre 2018, un giovedì universitario.
Intorno alle 23, davanti alla caserma dell’Arma, si erano incrociati da un lato Marco Di Battista di "Antifa", e dall’altro Francesco Giuseppe Pacini di Porto Sant’Elpidio, Andrea Lamona, treiese, i maceratesi Carlo Gasparetti e Fabrizio Baioni, i sarnanesi Eliseo Annavini e Alessandro Scafa, Matteo Vecchi di Petriolo e l’ascolano Nilo Di Pietro.
Secondo l’accusa questi otto sarebbero stati tutti esponenti di CasaPound, e incrociato l’antagonista politico, dopo alcuni scambi di parole, lo avrebbero aggredito. Secondo la ricostruzione della procura, Pacini, Lamona, Di Pietro e Gasparetti avrebbero picchiato con pugni e spintoni Di Battista, usando anche le cinture mentre gli altri li incitavano. In sette dunque (tranne Baioni) erano imputati per lesioni; Baioni e Di Pietro erano accusati di aver portato fuori casa un manganello.
L’aggredito aveva riportato un trauma cranico e una prognosi di dieci giorni, ma non aveva fatto denuncia.
La Digos però, saputo dell’accaduto, aveva acquisito i filmati della telecamera davanti alla caserma dei carabinieri e mandato questi sotto processo.
Ieri, il giudice Vittoria Lupi ha pronunciato la sentenza. Annavini, difeso dall’avvocato Dalia Bernabucci, Scafa (con gli avvocati Paolo Cecchetti e Laura Fratini) e Vecchi (difeso dall’avvocato Alessandro Verdicchio) sono stati assolti per non aver commesso il fatto: i difensori avevano messo in luce come il filmato non li mostrasse mai intenti a picchiare la vittima; Vecchi aveva sempre detto di essere solo passato di lì in quel momento.
Per Baglioni (difeso dall’avvocato Maria Cristina Ottavianoni) è arrivata l’assoluzione per la particolare tenuità del fatto: l’imputato ha sempre dichiarato di essere stato inseguito dagli aggressori, e di non avere nulla a che fare con CasaPound.
Pacini, Lamona e Di Pietro (difesi dall’avvocato Gabriele Cofanelli) sono stati condannati a otto mesi, mentre Gasparetti (anche lui con l’avvocato Cofanelli) a un anno.
Anche questi quattro avevano sempre respinto le accuse, negando in modo assoluto la ricostruzione della procura.
Ora potranno fare appello per far valere le proprie ragioni.
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