pubblicato il 17.01.25
Bologna, confermato l’ergastolo a Cavallini: un altro tassello definitivo sulla matrice nera ·
Non trattengono le lacrime. Dopo 45 anni per i parenti delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980 è arrivato il momento di mettere la parola fine sul ruolo dei Nar. Alla condanna in via definitiva per Fioravanti, Mambro e Ciavardini, ieri si è aggiunta la conferma dell’ergastolo in Cassazione per il 72enne Gilberto Cavallini.
La Suprema Corte ha accolto l’impianto accusatorio prospettato dalla Procura generale per la quale “è pienamente provato” l’apporto concorsuale di Cavallini nella strage che fece 85 morti e oltre 200 feriti.
Il “nero” è responsabile perché nei giorni precedenti al 2 agosto ospitò il resto dei Nar a casa propria a Villorba di Treviso, dando così (quantomeno) supporto logistico al gruppo. Responsabile perché falsificò un documento poi consegnato a Fioravanti. E infine, ancora una volta, responsabile perché mise a disposizione dei Nar un’auto per raggiungere Bologna e compiere una mattanza.
Una strage che fu politica, voluta dai servizi segreti deviati e dalla P2 che comprarono non solo i Nar ma tutti gli altri gruppi di estrema destra dell’epoca.
Tra questi, secondo i primi due gradi di giudizio, anche l’ex Primula Nera Paolo Bellini: uomo oscuro, con un passato in Avanguardia Nazionale, legato all’allora procuratore capo di Bologna Ugo Sisti (l’uomo che doveva indagare proprio sulla strage) finito al centro della storia più nera di sempre grazie al video di un turista svizzero. Gli avvocati di Bellini hanno più volte ripetuto che non ci sono prove dei rapporti con Cavallini ma per i giudici della Corte di Assise di Appello di Bologna non è così.
Nel 1983 un telex del Sisde riporta che “sappiamo che Bellini era in contatto con Gilberto Cavallini, alias Antonio”. Più avanti il concetto viene ripetuto: “Ritenere sicuri i rapporti tra Cavallini e l’altrettanto noto Paolo Bellini”.
Un legame strenuamente negato da entrambi.
Così come per decenni è stata negata un’organizzazione dietro la strage.
Nelle motivazioni dell’ergastolo a Bellini i giudici infatti scrivono: “L’efficacia devastante del piano criminale eseguito e gli immediati depistaggi seguiti evidenzia come esso sia stato meticolosamente organizzato anche per consentire ai partecipi materiali di costruire degli alibi coerenti.
Tale piano prevedeva la partecipazione di almeno due gruppi di individui istruiti per agire autonomamente fra loro sino al momento della collocazione della bomba alla stazione”.
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