pubblicato il 2.04.06
Faccetta Azzurra ·
Faccetta Azzurra
*Naziskin. Ultrà da stadio. Ex ricercati. Dietro le insegne di Rauti o della Mussolini. Tutti pronti a sbarcare alle Camere nella Casa delle libertà*
di Francesco Bonazzi
Senza averlo desiderato, le due destre si sono sfiorate sul sagrato di una chiesa romana, nel quartiere Montesacro, la mattina di sabato 4 febbraio. A farle incontrare è stato l’ultimo saluto a Romano Mussolini, morto proprio mentre An celebrava alla Fiera di Roma il lancio dell’operazione “Fini premier”. Sono passati esattamente 11 anni dalla famosa svolta di Fiuggi e da allora le due destre, quella in auto blu e cappottino ministeriale e quella con la croce celtica ben in vista sul giubbotto, non si sono più guardate in faccia. Al massimo s’incontravano in qualche stadio, ma a debita distanza: in tribuna vip gli “sdoganati” di Fiuggi; nelle curve i ragazzacci di “Base Autonoma” o “Tradizione e Distinzione”. Ma sabato scorso non è andata così. Al ritardatario Ignazio La Russa è toccato restare sul sagrato tra gli sfottò dei militanti di Forza Nuova che gli dicevano «Dài, fai il saluto romano... non ti vergognare!» Episodio isolato? No, è solo l’inizio. Con il ritorno al proporzionale, nella prossima legislatura le due destre s’incroceranno spesso. A Montecitorio, come a Palazzo Madama. E vedremo camerati come Alessandra Mussolini, Roberto Fiore, Adriano Tilgher o Luca Romagnoli, sedersi alla destra degli uomini di Fini. Oppure, mal che vada, dividere il banco con i “piccoli” della Cdl, tra un Rotondi e un De Michelis. In un tripudio di novità: Nuova Dc, Nuovo Psi, Forza Nuova. Tutto nuovo.
Salta il tappo Il primo a muoversi è stato l’immarcescibile Pino Rauti, classe 1926. A metà gennaio, dopo mesi di trattative, ha annunciato l’accordo elettorale con Forza Italia. Pare che abbia ottenuto nelle liste azzurre un seggio per sé e uno per l’avvocato catanese Luigi Caruso, che alle scorse elezioni sbarcò al Senato grazie al gioco delle desistenze. Ma ai fedelissimi del *Movimento Idea Sociale* - che casualmente porta con sé l’aggettivo “missino” (il nome “Movimento sociale italiano” è stato conquistato in tribunale dalla Fiamma di Romagnoli) - Rauti ha sempre detto che avrebbe strappato altri cinque posti per il campano Raffaele Bruno, la lombarda Lorenza Colombo, il toscano Alberico Varoli, l’abruzzese Maurizio Dionisio e Fabrizio Taranto in Veneto. Comunque vada, alla sua destra si fregano le mani. «Con l’approdo di Rauti in Forza Italia, salta il tappo che dal ’96 copriva le spalle a Fini e alle sue fughe al centro», dice Adriano Tilgher, un passato turbolento alla guida di Avanguardia nazionale, e oggi a capo dei “fascisti rossi” del Fronte nazionale. Alle politiche ’96, le prime dopo Fiuggi, Rauti prese 340 mila voti. Ma oggi, con lo scalino al 2 per cento (il 4 se si corre fuori dai poli), il 9 aprile gliene sarebbero serviti almeno 700 mila voti per arrivare da solo in Parlamento.
I cavalieri neri «Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui». Parole di Ezra Pound, mandate a memoria da tanti camerati di ieri e di oggi. Va bene rischiare, però se uno corre da solo e poi non supera lo sbarramento del 4 per cento? Per l’orgoglio si butta al vento l’occasione storica di non essere più definiti “destra extra-parlamentare”? Non c’è ancora nulla di ufficiale (anche se ormai è questione di giorni), ma Alessandra Mussolini porterà *Alternativa Sociale* all’apparentamento con la Casa delle Libertà. Tradotto in cifre, significa sbarramento al 2 per cento e possibilità di approdo in Parlamento assai elevate. Dietro alla “Illustre Nipote”, forte di un consenso personale e di una presentabilità mediatica che nella Destra radicale non ha eguali, si muovono i due “Cavalieri neri”: Adriano Tilgher e Roberto Fiore, leader di *Forza Nuova*. Tutti insieme per la prima volta alle scorse regionali, non sono andati oltre l’1,6 per cento nel pur accogliente Lazio. Ma bisogna ricordare il pasticciaccio nero delle firme false e poi, nello scorso aprile, Alternativa sociale era un cartello appena nato. Oggi Tilgher sa che servono 700 mila voti per far scattare una decina di parlamentari (che potrebbero arrivare a 15 se la Cdl vincesse), ma si dice fiducioso: «C’è un enorme malessere sociale che possiamo intercettare noi, visto che An fa la sua corsa su Forza Italia e a destra si aprono le praterie». Ma si punta molto anche sull’area del non voto e sui delusi di ogni genere. Non è un caso che il “Fronte” rivendichi con orgoglio la contrarietà all’intervento in Iraq, le manifestazioni in difesa dell’articolo 18 e la lotta contro ogni forma di precariato. Parla volentieri di contenuti e programmi anche un uomo solitamente ombroso e riservato come Fiore, un tempo tra i fondatori di Terza Posizione (riparato in Inghilterra 11 anni, è tornato nel ’99), oggi leader di Forza Nuova. «Le prossime elezioni sono solo un trampolino di lancio: vogliamo spostare l’asse della politica a destra su posizioni nazionali, sociali, identitarie e cristiane», spiega a “L’espresso” Fiore, che oggi ha 46 anni e 9 figli. E giù con la lista delle proposte pratiche: niente voto agli extracomunitari; restrizione della Bossi-Fini; riequilibrio demografico con assegni mensili a chi fa figli; “mutuo sociale” per sostituire all’affitto rate senza interessi; lotta alle delocalizzazioni industriali; aiuti pubblici a pioggia per l’agricoltura nazionale. Considerata la confusione attuale, provate a dividere le proposte di “destra” da quelle di “sinistra”. E magari a spiegare la scelta a un ventenne. Già, i giovani. Forza Nuova ne ha tanti e dappertutto, da Palermo a Ventimiglia, sempre pronti a manifestare contro gay o “negri”. Chi conosce il mondo della destra radicale sa però che l’organizzazione di Fiore lascia poco al folklore e ha parecchi soldi. Anzi, *Forza Nuova è certamente la realtà più strutturata e in crescita. In meno di dieci anni, ha aperto 85 sedi e tra scuole e università raccoglie 40-50 mila giovani. Il suo mensile vende oltre 30 mila copie e il sito Internet vanta 700 mila contatti la settimana. Non è un caso se proprio Forza Nuova sta portando in Alternativa Sociale l’area dell’antagonismo metropolitano rappresentato dai centri sociali di destra.* Ultimo caso, proprio a gennaio, i ragazzi romani di Casa Pound. Quelli che hanno ideato e gestiscono la campagna “mutuosociale.org”. Chissà quanti di loro troveranno posto nelle liste. Per il momento Mussolini, Tilgher e Fiore non fanno circolare nomi. Come al solito, dicono, varranno gerarchia, impegno e fedeltà. Allora, per fare un esempio, difficile non candidare un ragazzo tosto come il padovano Paolo Caratossidis: ha solo 29 anni, ma è stato appena promosso da segretario del Veneto a coordinatore nazionale di Forza Nuova. Tre anni fa si era vantato di aver organizzato il lancio di uova contro il “predicatore” ultra-musulmano Adel Smith.
Kamikaze Romagnoli Chi non ha paura dei numeri è il romano Luca Romagnoli, segretario di quel *Msi-Fiamma Tricolore* che ha espulso Rauti. Lui, 44 anni e laurea in geografia, nel 2004 è diventato eurodeputato con lo 0,7 per cento. A metà legislatura, la sua Fiamma ha accolto l’onorevole Antonio Serena, espulso da An dopo la bella pensata di regalare a tutti i deputati una video-intervista a Erich Priebke, il tutto alla vigilia del primo storico viaggio di Fini a Gerusalemme. Anche Romagnoli sta allargando la base il più possibile. Negli ultimi anni si è dedicato a un’impresa difficile quanto disinvolta, ma potenzialmente redditizia: tradurre in consensi elettorali la vasta opera d’infiltrazione politica che attivisti di estrema destra hanno condotto nelle curve degli stadi. L’operazione sembrava quasi riuscita con l’arrivo di “*Base Autonoma*” (forte nel Lazio) e degli skinheads delle curve venete, gente dalla spranga facile. Ma ad aprile c’è mancato poco che il pasticcio delle firme false di Alternativa Sociale costasse la segreteria a Romagnoli, accusato di dilettantismo proprio dai nuovi acquisti. Risultato: pezzi di Base Autonoma se ne sono andati; Romagnoli ha mollato la Mussolini e questa volta la Fiamma corre per suo conto. Ma non da sola. Perché la sera del 17 gennaio anche Romagnoli ha firmato l’accordo con il centro-destra. Senza troppi proclami, però.
"L'Espresso":http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/detail.jsp?m1s=null&m2s=a&idCategory=4791&idContent=1292158
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