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Un video amatoriale porta alla luce fatti accaduti nel maggio/giugno 2006
Da Repubblica
MILANO – E’ di Torino, ha 17 anni e non è down, ma soffre di una particolare forma di autismo: vede e sente pochissimo, quasi nulla. Ha un volto e un nome lo studente portatore di handicap aggredito e percosso dai suoi compagni di scuola, che poi hanno diffuso via internet le drammatiche immagini. Ma hanno anche un nome e un volto i responsabili dell’episodio: tre ragazzi e una ragazza di 16 e 17 anni che sono stati indagati oggi dalla Procura per i minorenni di Torino con l’accusa di violenza privata.
L’indagine. Li hanno scoperti gli agenti delle polizie postali di Torino, Milano e Roma in collaborazione con la squadra mobile del capoluogo subalpino. Ma quando stamattina la polizia si è presentata dal preside della scuola professionale alla periferia ovest di Torino per chiedere spiegazioni, gli agenti hanno saputo che a sua volta lo stesso dirigente della scuola aveva avviato un’indagine amministrativa e aveva segnalato il fatto alla magistratura dopo avere saputo da due professori del video diffuso sul sito di Google Italia.
Perquisizioni. Le abitazioni dei quattro ragazzi indagati sono già state perquisite, così da acquisire elementi per le indagini. La polizia ha sequestrato, inoltre, il registro di classe e varia documentazione, che esaminerà nei prossimi giorni. Si tratterà anche di capire come la classe sia rimasta senza sorveglianza tanto da poter girare un filmato.
Il video. L’aggressione risale a un periodo a cavallo tra i mesi di maggio e giugno, poco prima della conclusione dell’anno scolastico. Il video, della durata di tre minuti, è stato messo on line ad agosto dalla ragazza che aveva partecipato all’aggressione. Nel filmato si vedono una decina di compagni di classe che stanno a guardare, mentre uno dei ragazzi indagati sferra qualche pugno e qualche calcio al compagno disabile, un altro è intento a riprendere la scena con la telecamera, un terzo che disegna il simbolo “SS” sulla lavagna e fa il saluto fascista. E l’impressione è che l’aggressione fosse premeditata.
Nessun aiuto. Il ragazzo aggredito rimane in un angolo, immobile, reagendo debolmente alle botte di un compagno che si avvicina, lo colpisce velocemente e si allontana. Al giovane disabile vengono anche tirati oggetti e per ripararsi lui perde gli occhiali e si china a cercarli affannosamente. Gran parte della classe intanto, seduta tra i banchi, schiamazza, tra l’annoiato e il divertito. Nessuno dei presenti si alza per difendere la vittima o per fermare chi lo deride.
La testimonianza. “Un ragazzo dolcissimo. Gli piace il cantante Zucchero e per questo vuole sempre che io gli canti le sue melodie”: così un’operatrice della scuola ha descritto il giovane portatore di handicap. Una donna che lavora nell’istituto non è sembrata stupirsi troppo dell’accaduto. “Gli altri ragazzi non legano con lui – ha detto – non c’è solidarietà tra loro. Lui quasi non vede e sente pochissimo. Fa quindi molta fatica anche a capire gli scherzi. E’, però, un ragazzo buono”. E’ probabile che domani, a scuola, l’episodio sia oggetto di una riunione tra gli insegnanti.
La famiglia del ragazzo. La notizia dell’aggressione ha sconvolto i familiari del giovane disabile, il fratello e la matrigna, che, una volta appreso quello che era successo dal preside della scuola, sono andati in una stazione dei carabinieri per raccontare la loro preoccupazione, anche se non hanno presentato querela, riservandosi comunque di farlo in un secondo momento. “Le indagini non coinvolgeranno immediatamente la persona offesa – ha commentato in una nota il procuratore capo dei minori Ennio Tomaselli, che coordina personalmente le indagini con il pm Marta Lombardi – in quanto è nostro dovere procedere con la massima cautela onde evitare che il giovane possa subire, di fatto, ripercussioni ulteriormente traumatiche, tenuto conto anche delle sue condizioni psico-fisiche e del tempo trascorso dal fatto”.
Il ruolo di Google. Il pm, Francesco Cajani, ha ascoltato il responsabile della comunicazione di Google, Stefano Hesse, che ha invitato il pm a effettuare una rogatoria negli Usa per ottenere ulteriori elementi di indagine.
Lettera a Mastella. Il procuratore della Repubblica di Milano Manlio Minale ha inviato una missiva al ministro della Giustizia, Clemente Mastella, nella quale ripercorre la cronistoria dell’inchiesta, dalla denuncia dell’associazione ‘Vividown’ fino all’apertura di un fascicolo per diffamazione aggravata a carico di ignoti. Nella lettera si sottolinea che dalla visione del filmato emergono “atti violenti e umilianti”.
Tanti “post” sui forum on line: condanna unanime
“Devono pagarla cara” “Sono skin di gomma”
(f. cr.)
C´è chi propone una spedizione punitiva, chi una multa pesante «Prendersela con un disabile non ha senso, perché non te la prendi con uno del tuo stesso livello fisico?». Il dibattito tra i ragazzi dell´istituto Albe Steiner a proposito del video girato mentre umiliavano un compagno disabile non si è limitato solo ai corridoi e al cortile della scuola, ma si è spostato sul web, lo stesso canale, così amato dai ragazzi, che ha reso nota in tutta Italia la vicenda. Nei post lasciati da mercoledì pomeriggio sul forum www.ecn24.tk, nascosti dall´anonimato dei loro username, i commenti dei compagni di scuola e dei loro coetanei sono tutto un coro di condanna. «Spero che la 3A si renda conto di che elementi è formata, e spero che questi elementi paghino i danni. Voglio vedere gli avvocati che gli mangiano le case a questa gente, per pagare i danni fisici e morali che hanno fatto a questo povero ragazzo indifeso», ha scritto Milo. «Certa gente nn si meriterebbe neanche di esistere. Poi i compagni non potevano fare qualcosa? Anche quelli si dovrebbero vergognare!», fa eco Kià. «Forse una sola persona non può fare molto – si legge altrove – ma una classe sì! È troppo facile fare finta di niente, anche quella è ignoranza». E mentre qualcuno più moderato spera che giustizia sia fatta, qualcun altro propone di ripagare gli autori del video con la stessa moneta: una spedizione punitiva per riparare all´onta subita dall´istituto. «Se avete un´aula di informatica – suggerisce Antos -andate pure a vedervi il video del pestaggio direttamente scaricato da Google». E sul web è comparsa anche la loro verità. «Sono di ritorno dal secondo giorno incasinato all´Albe Steiner – scrive Eric – C´è stata un´altra assemblea d´istituto, in cui la classe incriminata si è spiegata. Ha raccontato che il loro compagno disabile se l´era fatta addosso, allora per scherzo (sì, lo pensiamo tutti: che scherzo di m…) i suoi compagni (quei tre) sono andati da lui a tirargli dei finti calci e lui rispondeva con delle pacche “scherzose” (sì, “scherzoso” non è proprio il termine più adatto…). Poi una sua compagna l´ha preso per mano e lo ha accompagnato in bagno per pulirsi. Quindi è inutile che si inventano che quello è un ragazzo emarginato. Inoltre la frase “sensibilizziamo i culi diversi – SS” è stata scritta non riguardo al ragazzo disabile, ma riguardo ad una scenetta in cui degli studenti di quella classe si fingevano gay e facevano gli idioti. La firma SS? Un´idiozia… esibizionismo… niente di così serio!». E puntuale arriva la risposta di Andreshock: «Premetto di essere molto a destra, ma non scrivete di fascismo o cose simili perché sapete meglio di me che questi sono skin di gomma e con le idee di destra non fanno niente. Sono un branco di caproni che seguono le mode…».
(18 novembre 2006)