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da radio cdc – popolare
caricato il presidio antifa convocato contro il concentramento di FN
un manifestante trattenuto in questura e in seguito rilasciato con le accuse di resistenza ed oltraggio
la carica, che pare essere stata abbastanza dura, e’ partita durante la contrattazione sul percorso del corteo nato dal concentramento degli antifascisti che dopo essersi ricomposto ha percorso via indipendenza fino a via righi per terminare all’universita’ in piazza verdi
la questura sostiene di avere un agente medicato al pronto soccorso per una cinghiata al volto, mentre dalla parte degli antifa pare non esservi stato nessun ricorso ad assistenza medica
di Luca Molinari
Una carica durata due minuti. Centoventi secondi in cui sono volare manganellate giudicata «gratuite» da parte dei manifestanti, una cinghiata altrettanto «gratuita» che manda dall’ospedale un agente di polizia con il setto nasale rotto e venti giorni di prognosi.
È finito così, con tafferugli e scontri con le forze dell’ordine il corteo organizzato ieri mattina in Piazza Maggiore da un neonato Collettivo antifascista bolognese per protestare contro un sit in indetto da Forza Nuova contro la Finanziaria e l’immigrazione.
I neofascisti si erano dati appuntamento per le 10,30 in Piazza Minghetti: 32 militanti di estrema destra al grido di “Boia chi molla” e “Contro la Finanziaria la gioventù si scaglia” hanno duramente criticato il governo Prodi e una politica multiculturale per l’immigrazione.
«L’Italia agli italiani», lo slogan più gettonato, gridato a più riprese tra l’indifferenza e il fastidio dei bolognesi alle prese con il primo week end di shopping natalizio: «Ma l’avete studiata la storia o siete solo dei refusi», ha detto un anziano sacerdote rivolto a due giovani ragazze che inveivano contro premier e immigrati.
Nelle stesse ore una trentina di no global e giovani dei centri sociali hanno cercato di avvicinarsi al manipolo di estremisti di destra.
Polizia e carabinieri, in assetto antisommossa, erano impegnati a tenere separati i due gruppi. Operazione riuscita a pieno tanto che mentre i militanti di Forza Nuova si dirigevano verso Porta D’Azeglio per sciogliere il corteo al grido di “Caduti della marcia su Roma: presente!”, i no global hanno dato vita a un sit in in Piazza Nettuno.
Tutto tranquillo, scontro evitato e unico problema il traffico bloccato per un’oretta in Piazza Minghetti: il bilancio della giornata sembrava questo fino a quando, poco dopo le 12 la situazione è precipitata. I ragazzi dei collettivi si stavano muovendo verso la Montagnola quando cinque manifestanti si sono staccati dal gruppo e si sono messi a correre verso via Ugo Bassi, in direzione del cordone di polizia che impediva l’accesso alla strada.
Quando la polizia li ha bloccati c’è stato un parapiglia: dalle forze
dell’ordine sono volate raffiche manganellate e un agente del reparto mobile è stato colpito da una cinghiata in pieno volto.
“Ci hanno picchiati appena ci siamo mossi, gratuitamente, non è vero che volevamo sfondare”, spiega Davide, uno dei manifestanti. Stesso racconto nelle parole di Cecilia, anche lei nel corteo dei collettivi: «I nostri compagni erano ancora lontani dagli agenti quando sono stati malmenati: le manganellate sono state a raffica».
La Questura ha identificato due giovani che hanno preso parte al corteo e per quello responsabile della “cinghiata” potrebbe scattare una denuncia per oltraggio. Per tutti i manifestanti, poi, potrebbe esserci una denuncia per manifestazione non autorizzata, visto che il corteo del collettivo non aveva le autorizzazioni necessarie.
Puntuale, non appena si sono placati i clamori della piazza è scattata la polemica politica. Così se i Ds preferiscono evitare commenti, il Prc per bocca del suo segretario Tiziano Loreti, parla espressamente di «una carica ingiustificata della polizia ai danni di alcuni giovani che stavano facendo un girotondo nel corso di una manifestazione convocata contro un corteo di estremisti di destra».
Completamente diversa la lettura di Daniele Carella, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale per il quale «spiace constatare che ancora una volta in città c’è chi siede in consiglio comunale e non riesce a prendere le distanze da chi non vuole riconoscere ad altri l’esercizio del diritto di parola».