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Bombe di Savona: archiviata l’inchiesta
Vincenzo Scolastico
Savona. Resteranno senza nome i responsabili del terrore seminato a Savona durante la stagione delle bombe che tra il 1974 ed 1975 sconvolsero la città, provocando la morte di una donna e il ferimento di numerose altre persone. Dopo la riapertura delle indagini nel marzo scorso, l’acquisizione di una voluminosa documentazione e una fitta serie di audizioni, il procuratore capo della Repubblica Vincenzo Scolastico ha deciso di archiviare l’inchiesta. Gli attentati sarebbero maturati negli ambienti dell’estrema destra, questo è un punto fermo, ma gli autori dei reati rimarranno ignoti perché non è stato possibile identificare chi materialmente abbia preparato e piazzato gli ordigni. Diciotto feriti, una serie notevole di danni a palazzi e strutture pubbliche e private, e la morte di Fanny Dallari, rimasta uccisa da un ordigno esploso in via Giacchero. Almeno due stragi furono evitate per puro caso. L’inchiesta è stata riaperta dopo un esposto inviato al procuratore un anno fa dall’avvocato Andrea Speranzoni del foro di Bologna. Le indagini all’epoca, secondo i familiari delle vittime, iniziarono con colpevole ritardo e furono condotte con lacune e omissioni tali da portare a un generale proscioglimento degli indagati in istruttoria. Le bombe che diffusero il panico dall’aprile del ‘74 al maggio del ‘75 sono rimaste, fino ad oggi, uno dei tanti misteri irrisolti della storia d’Italia, ma sono destinate a rimanere una ferita aperta. Allo stesso modo, rimarranno senza risposta gli interrogativi dei parenti delle vittime e dei danneggiati di quel periodo indelebile, recentemente riuniti in un “Comitato per la verità sulle stragi e tentate stragi nel Savonese”. L’unica risposta, arrivata dall’esame di nuovi documenti acquisiti presso la Direzione centrale della polizia di prevenzione di Roma, è stata la conferma del coinvolgimento di organizzazioni di estrema destra come Ordine Nero e Ordine Nuovo. Il lavoro meticoloso della Digos e le importanti testimonianze acquisite dal procuratore Scolastico (almeno 25 le persone ascoltate nelle ultime settimane) non sono bastati a fare luce sui segreti dell’eversione nera. Anche il racconto dell’ex terrorista neofascista Vincenzo Vinciguerra, condannato all’ergastolo per la strage di Peteano, ascoltato in carcere a Milano da Scolastico, non è servito per aggiungere dati inediti al quadro sempre sfuggevole delle “bombe di Savona”. Nessuna informazione sui mandanti e sugli autori di quegli attentati, mentre cala formalmente il sipario sull’inchiesta.
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