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Il permesso di lavoro dato all’ex ufficiale nazista continua ad alimentare polemiche
La comunità ebraica oggi alle Fosse Ardeatine, anche un appello a Napolitano
Roma, scritta inneggia a Priebke
La firma è una grande svastica
Stasera Colosseo illuminato in ricordo delle vittime
Roma, scritta inneggia a Priebke
La firma è una grande svastica
La scritta apparsa a Roma
ROMA – “Bentornato capitano Priebke”. Questa la scritta comparsa su un muro in via Castro Pretorio a Roma e già cancellata dal Comune. La scritta inneggia all’ufficiale delle SS condannato per l’eccidio delle Fosse Ardeatine, al quale è stata appena concessa una deroga agli arresti domiciliari. La scritta è stata ‘firmata’ con una grande svastica.
E proprio questa mattina, alle Fosse Ardeatine, è in corso la visita simbolica al mausoleo per rendere omaggio alle 335 vittime dell’eccidio, e per manifestare sdegno e contrarietà al provvedimento giudiziario emesso in favore di Erich Priebke. I massimi rappresentanti della Comunità ebraica di Roma e dell’Ucei, hanno visitato il mausoleo di via Ardeatina, fermandosi davanti alla grotta dell’eccidio, per poi recitare davanti alle tombe, il ‘Kaddish’, il salmo per i defunti.
La delegazione era guidata dal rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, dal presidente della Comunità ebraica, Leone Paserman, dal responsabile dell’ufficio rabbinico, Rav Alberto Funaro e dal presidente dell’Ucei, Renzo Gattegna, insieme ai rappresentanti dell’Anfim. “Il problema non è Priebke come persona – ha detto Gattegna rispondendo alla domanda di un cronista – ma è quello che rappresenta: lui è il simbolo del nazismo che ha massacrato i civili. Non si è mai pentito per quello che ha fatto e non ha mai chiesto perdono ai familiari delle vittime, ma è sempre rimasto sulle sue posizioni”.
“Siamo qui per portare il nostro dolore e la nostra indignazione”. Così descrive la visita il rabbino Riccardo Di Segni, aggiungendo che “il massacro delle Fosse Ardeatine è un lutto per l’intera città senza distinzione di appartenenza religiosa”. E dal presidio della memoria arriva un altro slogan, ma di segno opposto: “Arbeit macht frei. Se il lavoro rende liberi un boia come Priebke non potrà mai lavorare”. È quanto si legge su un cartello esposto da un cittadino ebreo giunto alle Fosse Ardeatine. A portarlo è stato Angelo Pienotti, che nel rastrellamento nazista perse 4 zii.
“Sto rivivendo le stesse emozioni che vissi all’epoca di Kappler, ha detto Funaro, e non capisco perché Priebke non abbia mai detto di essere pentito”. In rappresentanza dell’Anfim, il segretario generale Aladino Lombardi e Rosetta Stame. “Non capisco perché si continui a chiedere la grazia per quest’uomo – ha aggiunto Amedeo Tedeschi – uno dei parenti delle vittime”. Presenti davanti al mausoleo anche alcuni ragazzi in rappresentanza del Circolo Che Guevara del Prc.
L’Aned Roma e l’Anpi di Roma e Lazio lanciano un appello al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinché, “con il Suo pensiero e con le Sue parole” possa portare serenità e “infondere rinnovata fiducia in tutti gli italiani, in tutti i suoi concittadini che oggi vivono la pesante offesa arrecata ai principi, agli ideali in cui continuare a credere, per il rafforzamento dei quali impegnarsi costantemente, condizione più che essenziale per vivere in un paese in cui libertà, giustizia, pacifica convivenza non siano mai solo vuote parole”.
Questa sera, il sindaco della città Veltroni ha disposto l’illuminazione del Colosseo, proprio in ricordo delle vittime delle Fosse Ardeatine.
(15 giugno 2007)
Repubblica
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