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La Digos identifica due ragazzi udinesi vicini a skinhead e ultras bianconeri che hanno picchiato un operaio
Odio politico, minorenni denunciati
La colpa della vittima? Amava indossare abiti simili a quelli degli esponenti dei Centri sociali
(Ro) ”È stato un pestaggio a sfondo politico”. È la tesi per la quale gli inquirenti della Digos di Pordenone e Udine, in sintonia con la Procura dei minorenni di Trieste, hanno contestato l’accusa di lesioni gravi motivate dall’odio e dalla discriminazione per ragioni politico-ideologiche (Legge Mancino) ai due minorenni, 17 anni, vicini all’estrema destra di Udine (ma anche al mondo degli Ultras), che la sera del 25 ottobre – sempre la Digos – hanno aggredito e selvaggiamente picchiato Michele Battistella, 38 anni, operaio alla ex Seleco, di Pordenone. Il motivo? Da quanto si è appreso l’operaio, agli occhi dei due minorenni, vestiva come gli odiati comunisti dei Centri sociali. In verità Battistella, persona molto riservata, non fa attività politica. Frequenta i gruppi anarchici e No global, ma per ascoltare musica. È una sorta di “sostenitore” non praticante. L’operaio e i minorenni si sono incrociati per strada. È bastato uno sguardo, forse una battuta. In un attimo è esplosa la violenza. I due ragazzi si sono scagliati su Battistella e lo hanno picchiato selvaggiamente, colpendolo anche con una bottigliata in testa che gli ha provocato una profonda ferita lacero contusa. È stato medicato al pronto soccorso e dimesso con prognosi di guarigione di almeno 20 giorni. Da quanto si è appreso Battistella, come come ogni sera, aveva raggiunto il bar Toffolon, in piazzale Ellero, dopo aver terminato il lavoro. Come ogni persona riservata non parlava molto. Intorno alle 20 si è alzato per andare a comprare le sigarette. Giunto in galleria “Vinci” ha incontrato i due minorenni udinesi che lo hanno picchiato, fuggendo poi senza lasciare tracce.
Dopo essere stato medicato in ospedale, Battistella ha fatto partire la denuncia. A indagare gli agenti della Digos di Pordenone che hanno ricevuto un aiuto decisivo dai sistemi di videosorveglianza di piazza Ellero. Alcune telecamere, poi sequestrate, avevano immortalato l’aggressione. Le immagini dei due minorenni, fatte girare in tutte le Questure d’Italia, sono finite sul tavolo della Digos di Udine che ha subito identificato i due ragazzi: li conoscevano da tempo per le simpatie politiche di estrema destra (seppur non siano naziskin).
I diciassettenni – uno abita a Udine, l’altro in periferia – sono stati denunciati per concorso in lesioni personali aggravate dalla discriminazione a sfondo politico. Mercoledì, su delega della Procura dei minori, la Digos ha perquisito le loro case. È stato sequestrato materiale di natura politica e una pistola giocattolo che riproduce una Beretta (senza tappo rosso). La Polizia ha così avuto conferma delle frequentazioni di uno dei ragazzi. Non era a casa e i genitori lo hanno rintracciato sul telefonino. Il colpo di scena? Si trovava a Roma, al funerale di Gabriele Sandri, il tifoso laziale ucciso da un poliziotto. Il ragazzo, sollecitato dai genitori, si è presentato al Commissariato di Trastevere. Era con un amico, un ultras dell’Udinese che era già stato colpito da un Daspo (Divieto di accesso agli impianti sportivi). Il tifoso bianconero, controllato dalla polizia, è stato denunciato perchè aveva con sè un coltello.
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