Razzismo Lodi, 11 provvedimenti cautelari contro banda neonazi
Accusati di incendio doloso e lesioni personali
postato 2 ore fa da APCOM
Milano, 14 ott. (Apcom) - Personale della Digos di Lodi, in collaborazione con le Questure di Milano e Cremona, hanno smantellato una rete di militanti neonazisti con l'accusa, a vario titolo, di aver messo in atto nei primi mesi del 2008 una serie di violenze (dall'incendio alle lesioni) perpetrate con la finalità della discriminazione razziale. In totale sono 11 le persone raggiunte da provvedimenti cautelari: sei sono state poste agli arresti
domiciliari e altre cinque all'obbligo di dimora.
Durante una serie di perquisizioni nelle abitazioni degli indagati, la
polizia ha rinvenuto e sequestrato diverse armi bianche e simboli
neofascisti e neonazisti.
Maggiori dettagli saranno forniti in una conferenza stampa che si terrà presso la Questura di Lodi alle 15.
alice news
Rinvenuti simboli neonazisti, manganelli, coltelli e noccoliere
Atti di razzismo, sgominata rete neofascista
Undici indagati tra Milano, Lodi e Cremona tra cui alcuni ultras, anche minorenni. Tra i reati lesioni personali e incendio doloso
MILANO - Tra Milano, Lodi e Cremona è stata smantellata una rete di militanti neofascisti, tra cui alcuni appartenenti a frange ultras, accusati a vario titolo di aver messo in atto nei primi mesi del 2008 una serie di violenze, dall¹incendio alle lesioni, con la finalità della discriminazione razziale. Undici i provvedimenti cautelari personali: 6 persone agli arresti domiciliari e 5 sottoposte all¹obbligo di dimora. Anche 14 perquisizioni tra
le attività nei confronti di esponenti e simpatizzanti di estrema destra, eseguite dal personale della Digos di Lodi, in collaborazione con le Questure di Milano e Cremona.
SIMBOLI NAZIFASCISTI - Gli indagati, tra cui alcuni minorenni, sono ritenuti responsabili di reati a sfondo razzista e di atti di intolleranza politica e razziale nei confronti di giovani appartenenti al movimento antagonista. I reati contestati per alcuni di loro sono l'incendio doloso, danneggiamento,
lesioni personali aggravati da finalità di discriminazione razziale etnica e religiosa (legge Mancino). Nel corso delle perquisizioni sono stati rinvenuti emblemi, simboli e materiale dai quali emerge l'adesione a ideologie nazifasciste nonché mazze da baseball, manganelli, coltelli a serramanico e noccoliere. Alcuni destinatari delle misure appartengono ad alcune frange ultras di Milano e Lodi, con riferimento al calcio ed all'Hockey su pista.
14 ottobre 2008
corriere
Presi undici naziskin Giovane di Paullo la mente del gruppo
Un milanese di Paullo, ritenuto la mente del gruppo, due cremonesi e otto lodigiani: abbigliati in perfetto stile skinheads, si riunivano una volta a settimana in un locale alla periferia di Lodi per pianificare azioni di stampo razzista. Dopo 8 mesi di indagini li ha bloccati la Digos di Lodi diretta da Arcangelo Miano, insieme alle questure di Pavia e Milano con la Scientifica di Roma. Cinque hanno avuto l’obbligo di dimora, mentre per gli altri sei sono scattati gli arresti domiciliari. Sono accusati di associazione in violazione alla legge Mancino, incendio doloso, lesioni personali aggravate, danneggiamenti.
Il blitz ieri mattina all’alba, nelle loro abitazioni, con 14 perquisizioni. Sequestrati manganelli, copie riviste di estrema destra inneggianti alla rivolta, tirapugni, bandiere, anche sportive, con il simbolo nazista. Ma anche manganelli con la scritta Inter: per la polizia aderivano anche alle frange ultrà del calcio e dell’hockey su pista.
Tutto parte dall’incendio appiccato alla sede Arci di Lodi il 5 aprile. Sarebbe stato proprio questo gruppo a buttarvi all’interno una tanica di benzina in una zona ad altissima densità abitativa dove la polizia ha temuto il peggio. Da qui, partono le indagini, con pochissimi elementi per un’inchiesta in cui ha premiato la tenacia e strette analisi informatiche anche di chat e messanger utilizzati. Tra gli episodi contestati ai giovani anche i gravi fatti del 6 settembre a Grosseto con 2 Daspo (divieto ad accedere ad attività sportive). Ma anche le tensioni di piazza Castello a Lodi dello scorso 7 luglio nel corso di un banchetto pro extracomunitari, scritte con svastiche alla sede dell’Italia dei Valori sabato scorso. E, poi, pestaggi, il disturbo al comizio di Lodi di Veltroni e il 25 aprile scorso l’imbrattamento del monumento alla Resistenza a Lodi.
Il questore di Lodi, Paolo Pifarotti, ha deciso di non dare i nomi dei ragazzi coinvolti. La via scelta è stata quella del basso profilo. Non si vogliono controffensive: gli inquirenti, infatti, ritengono che questi giovani siano legati a gruppi di estremisti veneti molto più ampi e organizzati.
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r_lombardia