NaziRock: il film che fa discutere a Cuneo il 12 gennaio
Ci sono argomenti che nessuno di noi vorrebbe toccare, molto più comodo è lasciarseli alle spalle, dimenticarli, ignorarli a tal punto da convincersi della loro inesistenza. Nazirock è un (metaforico) pugno nello stomaco che ci riporta brutalmente alla realtà, e questa volta non c'è modo di ignorarla. Film-Documentario girato nel 2007, NaziRock dipinge il macabro quadro dell’estrema destra vista dall’interno: la sua musica, i capi, le alleanze, i rituali, lo sdoganamento politico che sta aprendo ai nazifascisti italiani le porte del potere istituzionale.
Gli argomenti trattati dal documentario e la difficile situazione politica del nostro paese hanno allontato la grande distribuzione dei cinema e fomentato il boicottaggio nelle università e nei cineforum; ciò non ha impedito al Comune di Cuneo (in collaborazione con l'Istituto Storico della Resistenza, l'ANPI e l'Associazione 33 Giri) di organizzare la proiezione del film Nazirock il 12 Gennaio presso il Cinema Monviso di Cuneo. A sottolineare l'importanza della proiezione di questo film, il 12 gennaio saranno presenti il regista e produttore Claudio Lazzaro e il direttore dell'Istituto Storico di Asti, Mario Renosio, introdotti da Livio Berardo.
Il Programma:
Lunedì 12 Gennaio - ore 17,30 presso il Centro Documentazione Territoriale in Largo Barale (dietro il cinema Monviso - Cuneo)
Dibattito: 'L’estremismo di destra in Italia'. Intervengono: Claudio Lazzaro (giornalista e regista), Mario Renosio e Nicoletta Fasano (Istituto Storico della Resistenza di Asti) e Livio Berardo (presidente Istituto Storico della Resistenza di Cuneo)
Lunedì 12 Gennaio - ore 21,00 presso il Cinema Monviso di Cuneo, proiezione filmato: 'Nazirock – il contagio fascista tra i giovani italiani'. Intervengono: Claudio Lazzaro (giornalista e regista), Marco Renosio e Nicoletta Fasano (Istituto Storico della Resistenza di Asti). La mattina seguente alcune classi degli istituti superiori si incontreranno con il regista e con un partigiano dell’A.N.P.I. di Cuneo.
Trama:L’estrema destra vista dall’interno: la sua musica, i capi, le alleanze, i rituali, lo sdoganamento politico che sta aprendo ai nazifascisti italiani le porte del potere istituzionale.
La destra radicale in Italia può raggiungere il mezzo milione di voti e diventare determinante, in un quadro politico in cui ne bastano 25.000 a decidere chi governerà il Paese. Per questo viene sdoganata. NAZIROCK racconta questo passaggio politico, usando come filo conduttore le band che infarciscono di testi fascisti la loro musica skin, oi, white power e punkadestra. Il film apre con le immagini dei 'due milioni' convocati a Roma dall’opposizione al governo Prodi, il 2 dicembre 2006, ma soprattutto racconta la Nashville dell’estrema destra: una grande manifestazione, organizzata da Forza Nuova, il movimento guidato da Roberto Fiore (condannato a nove anni per banda armata), che si è svolta a Viterbo, nel Lazio, con la partecipazione dei principali gruppi rock assieme a militanti e a leaders provenienti da Spagna, Germania, Francia, Grecia, Libano e Romania.
Alla manifestazione di Forza Nuova si vendono decalcomanie filonaziste, stemmi con la faccia di Hitler da applicare alle felpe, testi negazionisti che non temono di sfoggiare in copertina titoli come 'Auschwitz: fine di una leggenda'. Dal palco ascoltiamo politici e intellettuali provenienti dalla Germania, dalla Spagna, dalla Grecia, dalla Romania, discettare di 'cataclisma multirazziale' e 'Uomo Nuovo di fronte alla Decadenza'. Assistiamo fino a notte fonda, nel grande hangar che di giorno ospita i dibattiti, allo spettacolo dei concerti rock: una folla a braccio teso nel saluto nazifascista, giovani che srotolano un grande striscione, accuratamente stampato. Il testo, in caratteri cubitali: 'PIU’ NAZISMO PER TUTTI'. Tra i relatori, a Viterbo, forse il più applaudito è Luigi Ciavardini, condannato a 30 anni per la strage di Bologna, che dieci giorni dopo il suo intervento al Campo d’Azione viene arrestato per rapina. Appassionato anche l’intervento di Andrea Insabato, condannato a 12 anni, poi ridotti a 6, per l’attentato dinamitardo alla sede del Manifesto. Mentre gli Hobbit intonano un inno allucinato alla violenza negli stadi “Frana/la curva frana/sulla polizia italiana” che anticipa, e sembra invocare, gli scontri sanguinosi di Catania e la morte dell’ispettore Filippo Raciti.
Ma ancora più interessanti e rivelatrici sono le interviste ai giovani che partecipano al meeting politico, facce da proletari, ragazzi che non hanno occhi cattivi, ma che potrebbero fare cose molto cattive, guidati da chi sa strumentalizzare la loro voglia di giustizia e la loro ignoranza a volte abissale. Li ascoltiamo senza commentare, li guardiamo, nel montaggio alternato coi brani nazirock, inframezzati ai materiali di repertorio che ricordano gli orrori e le distruzioni provocati da un’ideologia portatrice di morte e vergogna. Un incubo che lascia spiazzati, perché la domanda è sempre la stessa: “Possibile che la storia non riesca a insegnare nulla?”
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