pubblicato il 1.03.09
Nasce a Brescia la Rete antifascista provinciale ·
Nasce a Brescia la Rete antifascista provinciale
venerdì 27 febbraio 2009
(red.) E' nata a Brescia la Rete antifascista provinciale, "dall'aggregazione di diverse realtà locali e da singoli cittadini attivi sul territorio per reagire alla riorganizzazione e alla sempre maggiore aggressività espressa dal fascismo, sia istituzionale che extraparlamentare, e che si evidenzia in eventi preoccupanti registrati sul territorio provinciale", come si definisce da un comunicato.
Nell'atto di presentarsi al pubblico, la rete cita episodi di "apparizioni dei filo-nazisti di Forza Nuova a Rovato" nel 2007 e un "clima di forte intimidazione legato al riemergere dell'estrema destra anche nella provincia". In Franciacorta, "alcuni militanti antifascisti rovatesi hanno subito delle pesanti minacce, che sono arrivate all'uso delle armi da fuoco, con alcuni spari contro la vetrina del negozio di persone attivamente impegnate, in particolare, nel promuovere iniziative insieme al Tavolo della pace della Franciacorta". Nella Bassa "Ghedi è stata protagonista del tentativo da parte dell'organizzazione neofascista Casa Pound Italia Brescia di occupare una cascina". Anche in città, secondo la rete "si verificano aggressioni e intimidazioni nei confronti di ragazzi rei di avere un abbigliamento o aspetto di sinistra". Oltre che casi di scritte su muri "contro gli immigrati, inneggianti alla Repubblica sociale di Salò e alla strage di piazza della Loggia".
Gli attivisti dichiarano che "dal punto di vista culturale e politico la situazione è altrettanto allarmante: politiche securitarie, mancanza di diritti, revisionismo storico e uso politico della storia che legittima il neofascismo. Anche a Brescia, con la giunta Rolfi-Paroli, assistiamo a
brindisi leghista con spumante sulle macerie del campo rom di via Girelli; alla proposta discriminatoria e razzista di dare un bonus bebè solo ai figli di genitori italiani; alla commemorazione neofascista delle foibe in piazzetta Benedetti Michelangeli, tra fiaccole e saluti romani; a convegni propagandistici organizzati dall'associazione nazionalista e irredentista Anvgd o iniziative pseudo-culturali che celebrano il fascismo a cura del Laboratorio Area 27. Addirittura l'autunno scorso, in occasione della giornata mondiale in ricordo delle vittime di violenza e discriminazione delle persone transessuali e transgender, abbiamo assistito al rifiuto da parte dell'amministrazione comunale bresciana di consentire l'uso di uno spazio pubblico chiesto dall'associazione Lily Elbe per esporre un’opera commemorativa. Questo solo per citare i casi più allarmanti".
Secondo gli attivisti, questi episodi "creano terreno fertile per ulteriori aggressioni, intimidazioni, anche non dichiaratamente politiche: ultimo solo in ordine di tempo è il caso di Mohamed Chamrani, l'uomo marocchino ucciso il 19 ottobre 2008 da tre ragazzi che prima lo hanno aggredito e poi lasciato annegare nelle acque del Garda".
Quindi, "per reagire a tutto ciò questa rete unisce gli sforzi di realtà già radicate e promotrici di iniziative di carattere politico e culturale, come Il Tavolo antifascista della Franciacorta e il Coordinamento antifascista della Bassa Bresciana. A questi si aggiungono i nascenti coordinamenti di
Val Trompia, Garda-Valsabbia e Brescia città - hinterland. Tutti organismi che sentono la necessità di rilanciare nell'agenda politica e rispondere sul campo a questi fatti estremamente preoccupanti quali aggressioni, intimidazioni, occupazioni, attacchi ai diritti, alle libertà e un bieco revisionismo storico. Un ruolo quindi di denuncia, ma non solo. Ci impegniamo a promuovere e a valorizzare quella memoria storica che ci contraddistingue. Quella che dal primo esempio di lotta antifascista - gli Arditi del popolo - ad oggi, ha unito intere generazioni nella lotta contro la violenza, l'arroganza e la sopraffazione che da sempre il fascismo mette in atto e consolida con il beneplacito del potere".
Secondo gli antifascisti, "altro aspetto fondante è il controllo del territorio, necessario per colmare quel vuoto istituzionale che lascia campo libero alla presenza di squadristi organizzati, balordi che si rifanno al simbolismo fascista, eventi apologetici del fascismo storico o del neofascismo.
Un richiamo anche a tutti i cittadini e alle istituzioni a non tollerare più il fascismo, anche se nella sua declinazione "da bar" o "da stadio" ".
Infine, la Rete vuole anche "sollecitare alle proprie responsabilità antifasciste le associazioni, le istituzioni e gli enti che tali si definiscono. E
collaborare nella difesa della costituzione italiana, nata dalla resistenza, grazie al sacrificio dei partigiani. Un nuovo attivismo, quindi, coordinato e radicato sui territori, per produrre antifascismo culturale, politico, militante".
http://www.quibrescia.it/index.php?/content/view/10375/1/
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