pubblicato il 5.06.09
Bologna: Fiamme alla sede di Casapound il leader scappa dalla finestra ·
Porta di Castiglione. Attentato nella notte: una tanica di benzina davanti alla porta, danni non gravi
Fiamme alla sede di Casapound il leader scappa dalla finestra
Illesi Vigliani e la compagna incinta:
Escludo i centri sociali, sono stati gli anarchici
Benzina sulla campagna elettorale. Non solo sulla porta di Casapound, bruciacchiata ieri mattina prima dell'alba con
due attivisti all'interno della sede: l'attentato di Porta di Castiglione è combustibile sin troppo facile a poche ore dalla fine degli appelli pre-voto, e fornisce materiale per polemiche, condanne, attacchi e repliche in serie. Il piccolo rogo è doloso, secondo Alessandro Vigliani, leader bolognese dell'associazione di estrema destra, e «premeditato e bene organizzato», aggiunge l'esponente di Casapound, che indica la sua pista d'indagine, personale ricostruzione «dell'ennesima infamia dei soliti, che vogliono metterci paura con questi metodi mafiosi ». Ossia gli anarchici, anche se non li nomina mai. Contro ignoti, ovvio, è stato intanto aperto il fascicolo del Pm Tampieri, che sulla base dell'informativa della Digos indaga per danneggiamento.
Vigliani dice di aver avuto paura per sé e soprattutto per la sua compagna, incinta di 4 mesi e rimasta in sede con lui nella notte tra mercoledì e giovedì: «Non ci succede spesso, la mia casa è da un'altra parte ma non dico dove, ho traslocato da via San Felice perché la facciata era piena di scritte». Informata, dunque, l'anonima mano che alle 4 e mezzo ha depositato una tanica piena di benzina davanti alla porta in legno del piccolo appartamento al piano rialzato
di un edificio immerso in un giardino propaggine dei Margherita.
Vi si accede da un cancelletto sempre aperto, ben visibili avvisi di telecamere che in realtà non ci sono, e da un vialetto che costeggia una palazzina e il giardino di una villa attigua: «Sono entrati da qua», dice Alessandro, anni (la compagna 29), indicando il pertugio nella rete di recinzione.
Affianco alle maglie tranciate da cesoie, un attenti al cane:« Tre San Bernardo della signora, che pero' a quell'ora dormono al chiuso. Chi ha appiccato l'incendio lo sapeva». Ha atteso, la mano incendiaria, che gli attivisti andassero via lasciando soli il leader e la compagna dopo una notte di attacchinaggio, poi si è aperto un varco dal parco, e un secondo dal giardino della villa: «Ero al pc, lei dormiva.
Ho visto una luce dall'ingresso, mi ha insospettito perché
la lampadina lì è fulminata.
A quel punto le fiamme cominciavano a entrare in casa». Una
secchiata, la telefonata al 113 e al 115, quindi i due, prima lei e poi lui con l'aiuto di una scala, escono dalla finestra. Gli agenti spengono il fuoco con gli estintori delle volanti, e la Scientifica ritrova i resti di una tanica e di un panno rosso che la ricopriva.
Mentre ancora è nell'aria l'odore della plastica bruciata, Alessandro indica i danni (bruciacchiati e anneriti la porta e la copertura in plexiglas), e mentre la compagna fa capolino e racconta che al pronto soccorso del Sant'Orsola le hanno assegnato quattro giorni di prognosi, lui delinea la sua idea: «Qui non si tratta certo di Tpo, Crash o altri centri sociali, le forme politiche organizzate non fanno queste cose. Sono iniziative di singoli, cani sciolti, gente caricata a molla».
IL Bologna
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