pubblicato il 23.07.09
Verona Corteo per Nicola maggio 2008: 15 perquisizioni ·
Corteo in memoria di Tommasoli
Undici indagati e perquisizioni
Questa mattina perquisizioni della Digos nelle abitazioni di partecipanti al corteo del 17 maggio 2008, dopo la morte del giovane Nicola, nel corso del quale si erano verificati tafferugli, aggressioni e azioni dimostrative
Verona. Sono 15 le abitazioni, quasi tutte in uso ad esponenti dell’area antagonista, che la Digos di Verona, in collaborazione con gli uffici di altre questure, ha perquisito stamattina a Verona, Trento, Padova, Genova, Venezia, Bergamo, Treviso, Torino e Brescia, nell’ambito dell’indagine per individuare gli autori dei reati commessi nel corso del corteo svoltosi nel capoluogo scaligero il 17 maggio 2008, dopo la morte di Nicola Tommasoli, per l’aggressione da parte di alcuni giovani ultrà dell’Hellas Verona politicamente vicini alla destra più radicale.
Durante il corteo circa 200 giovani dell’area dell’antagonismo usarono bastoni, spranghe, bulloni, petardi per azioni dimostrative contro sedi di banche ed agenzie di lavoro interinale. Il pm titolare dell’inchiesta, Carlo Villani, ha iscritto nel registro degli indagati undici persone, due donne e nove uomini con età compresa tra i 26 ed i 53 anni e nei loro confronti il magistrato ha emesso i decreti di perquisizione che hanno portato al sequestro di mazze, fionde, petardi, caschi, bombolette spray, passamontagna, e documenti cartacei e magnetici ora al vaglio degli inquirenti.
Dalle indagini e dai documenti acquisiti dalla Digos veronese, sarebbe emerso che all’interno del corteo si era infiltrato un nucleo duro aderente all’area più estrema dell’antagonismo. Il gruppetto, in contrasto con le intenzioni pacifiche dei promotori della manifestazione, aveva di fatto un piano per scatenare vere e proprie azioni di violenza come atto politico. Durante la manifestazione, infatti, dopo aver indossato magliette nere con il cappuccio e passamontagna dello stesso colore, erano state attuate azioni isolate atte a colpire - secondo quanto risultato dalle indagini - «i simboli del capitalismo».
In quell’occasione, l’intervento mirato della polizia, assieme a quello dissuasivo offerto dagli stessi organizzatori della manifestazione, aveva permesso però di evitare che l’iniziativa di protesta degenerasse, come era nelle intenzioni degli autori delle azioni violente. Nei confronti degli undici indagati, tutti con precedenti per fatti analoghi, secondo gli investigatori scaligeri, sono emersi indizi di colpevolezza, a vario titolo, riguardanti i reati di travisamento, porto di oggetti atti a offendere, danneggiamento aggravato, fabbricazione, detenzione, porto ed esplosione di una bomba carta.
http://www.larena.it/stories/Home/72052_corteo_in_memoria_di_tommasoli_undici_indagati_e_perquisizioni/
Scontri del 2008 - Anche in provincia di Bergamo le perquisizioni effettuate dalla Digos di Verona in quindici abitazioni dell'Italia Settentrionale nell'ambito di un'indagine condotta negli ambienti dell'estremismo di sinistra, per individuare gli autori dei reati commessi nel "corteo antifascista" del 17 maggio 2008.
Black Block a Verona: perquisizioni anche a Bergamo
Anche in provincia di Bergamo le perquisizioni effettuate dalla Digos di Verona in quindici abitazioni dell'Italia Settentrionale (a Verona, Trento, Padova, Genova, Venezia, Treviso, Torino e Brescia, oltre che a Bergamo), nell'ambito di un'indagine condotta negli ambienti dell'estremismo di sinistra, per individuare gli autori dei reati commessi nel corso del "corteo antifascista" svoltosi nel capoluogo scaligero il 17 maggio 2008.
In quella giornata venne organizzata una grande manifestazione per commemorare il giovane Nicola Tommasoli, morto a seguito dell'aggressione subita nella notte del 1° maggio da cinque ragazzi gravitanti nelle frange più violente della tifoseria ultrà dell'Hellas Verona che politicamente si interfaccia con formazioni locali della destra radicale. Durante il corteo, circa 200 aderenti all'ala "dura" dell'antagonismo (in prevalenza legati ai gruppi anarco-insurrezionalisti), dopo che qualcuno aveva acceso un fumogeno per ostacolare la visibilità ad eventuali osservatori esterni (ovvero per sfuggire ai sistemi di video-sorveglianza), dietro gli striscioni su cui era scritto "Il tempo delle parole è finit" e "contro il fascismo lotta diretta" si travisarono indossando il tipico abbigliamento dei cosiddetti Black Block: maglie nere con cappuccio, passamontagna di analogo colore e/o occhiali da sole con lenti scure, caschi e guanti.
Alcuni di questi erano anche in possesso di strumenti atti ad offendere come bastoni di legno di grosso spessore, manganelli, spranghe, bulloni, grossi petardi. Quindi, con azioni isolate, si lanciarono contro gli edifici ubicati sul percorso del corteo, dove hanno sede alcune banche ed agenzie di lavoro interinale, imbrattandone i muri e tentando di sfasciarne le vetrine. Al contempo, una bomba carta venne fatta esplodere presso una delle citate agenzie di lavoro interinale, causando la crepatura della porta a vetri. L'immediata risposta della Questura, cui si accompagnò un intervento dissuasivo offerto dagli stessi promotori della manifestazione, impedì che la violenza degenerasse, tanto che i malintenzionati desistettero dal compiere ulteriori atti di intolleranza e progressivamente si confusero nella massa dei partecipanti al corteo.
Giovedi 23 Luglio 2009
http://www.bergamonews.it/provincia/articolo.php?id=13692
Incidenti contro i naziskin (?)
15 indagati anche a Genova
Sono 15 le abitazioni, quasi tutte in uso ad esponenti dell’area antagonista, indagati, che la Digos di Verona, in collaborazione gli uffici di altre questure, ha perquisito stamattina a Verona, Trento, Padova, Genova, Venezia, Bergamo, Treviso, Torino e Brescia, nell’ambito dell’indagine per individuare gli autori dei reati commessi nel corso del corteo svoltosi nel capoluogo scaligero il 17 maggio 2008, dopo la morte di Nicola Tommasoli per l’aggressione da parte di alcuni giovani ultrà dell’Hellas Verona politicamente vicini alla destra più radicale.
Durante il corteo circa 200 giovani dell’area dell’antagonismo usarono bastoni, spranghe, bulloni, petardi per azioni dimostrative contro sedi di banche ed agenzie di lavoro interinale. Il pm titolare dell’inchiesta, Carlo Villani, ha iscritto nel registro degli indagati undici persone, due donne e nove uomini con età compresa tra i 26 ed i 53 anni e nei loro confronti il magistrato ha emesso i decreti di perquisizione che hanno portato al sequestro di mazze, fionde, petardi, caschi, bombolette spray, passamontagna, e documenti cartacei e magnetici ora al vaglio degli inquirenti.
http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/italia/2009/07/23/AMqjk0lC-incidenti_indagati_naziskin.shtml
Comunicato stampa dell’Assemblea 17 Maggio.
Comunicato stampa sulle perquisizioni avvenute a seguito della manifestazione NICOLA È OGNUNO DI NOI del 17 maggio 2008
Abbiamo appreso stamattina delle perquisizioni a carico di alcuni partecipanti al corteo antifascista svoltosi a Verona il 17 maggio dello scorso anno, pochi giorni dopo l’aggressione mortale a Nicola Tommasoli.
I cinque giovani responsabili dell’aggressione a Nicola, legati alla tifoseria dell’Hellas (e almeno tre di loro anche a formazioni della destra radicale), sono oggi agli arresti domiciliari. Il processo, che si tiene alla Corte d’Assise di Verona, va per lunghe. Gli imputati, accusati di omicidio preterintenzionale in concorso e rapina, sono difesi da un imponente collegio di avvocati, i quali hanno assoldato fior fiore di consulenti e periti. La tesi che la difesa cerca di accreditare è che Nicola Tommasoli non sia morto per le percosse subite, ma per una causa patologica, un aneurisma o un difetto congenito di un’arteria del cervello. La Corte si è affidata a due periti super-partes, di cui il luminare è il professor Carlo Torre, autore della famosa “trovata” del sasso che avrebbe deviato la pallottola che uccise Carlo Giuliani al G8 di Genova.
Nel frattempo si assiste ad una campagna di banalizzazione dei fatti di violenza accaduti a Verona negli ultimi anni, come sta succedendo per l’aggressione di piazza Viviani, anche quella opera di tifosi violenti e razzisti. Il sindaco stesso, noto per le sue ordinanze castigatutti e per la virulenza delle sue opinioni in fatto di “sicurezza”, prima invoca “condanne esemplari”, adesso parla di eventuali condanne a “lavori socialmente utili”, in una riscoperta del valore delle cosiddette “misure alternative” che forse per altri tipi di imputati/detenuti non verrebbero ritenute opportune.
Noi non abbiamo mai pensato che la galera sia positiva. Ma pensiamo comunque che giustizia, che significa anche senso delle proporzioni, deve essere fatta. Riconoscendo però che “l’humus”, in cui le violenze ultras e/o neofasciste a Verona trovano nutrimento per crescere e coinvolgere tanti giovani e meno giovani, ha una precisa valenza culturale e politica. Quella di una città ripiegata su se stessa, governata da un sindaco e un assessore condannati per propaganda razzista, in cui il consiglio comunale è popolato di losche figure di fascisti e razzisti doc. Con la compiacenza di una classe politica che ha perso completamente di vista obiettivi e natura della politica, cioè il bene di tutti i cittadini, nessuno escluso.
In questo quadro si inseriscono oggi le perquisizioni per i danneggiamenti verificatisi durante il corteo del 17 maggio 2008. Danneggiamenti di lievissima entità indipendenti dalla volontà degli organizzatori ma che, già nei giorni successivi (pensiamo alle dichiarazioni del sindaco sulle scritte), sono apparsi - in modo incredibile - quasi più gravi degli stessi fatti che hanno originato il corteo di protesta di diecimila persone: il pestaggio a morte di Nicola Tommasoli.
Vogliamo sperare che questo tipo di azione giudiziaria non sia l’ennesimo “controbilanciamento” volto a distogliere dalle vere responsabilità per la morte di Nicola l’attenzione di una città che (dalle pagine dei giornali, ai rappresentanti delle istituzioni, fino al “senso comune” di una parte dei suoi cittadini) sembra aver già in gran parte assolto i cinque aggressori neofascisti, riaccogliendoli nel suo seno come “ragazzi che hanno sbagliato” e derubricando tutto ad una tragica casualità dovuta ad un’arteria difettosa.
Assemblea 17 Maggio
(organizzatori della manifestazione del 17 maggio 2008)
repressione
r_veneto
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