L'appuntamento lanciato da Casa Pound Italia di Bergamo per venerdì 30 ottobre presso la biblioteca comunale Caversazzi, alla presenza del noto intellettuale d'area Gabriele Adinolfi, rappresenta un deciso salto di qualità per la destra radicale locale, non solo in relazione agli ospiti invitati a presenziare all'iniziativa, ma anche e soprattutto per il luogo simbolico scelto: uno spazio pubblico del Comune in pieno centro, già sede dell'Istituto Storico della Resistenza. Scorrendo la lista delle realtà aderenti si ha poi la netta impressione che l'appuntamento suggelli una preoccupante ricomposizione d'area e per questo merita un approfondimento, a cominciare da qualche cenno storico sulla figura di primissimo piano del relatore dell'iniziativa.
Gabriele Adinolfi figura oggi come intellettuale di riferimento dell'area cresciuta attorno a Casa Pound, sigla guidata da Gianluca Iannone che raccoglie il circuito delle occupazioni non conformi (i cosiddetti centri sociali di destra), salita agli onori della cronaca lo scorso anno per gli scontri di piazza Navona a Roma, quando un gruppo di una ventina di militanti dell'organizzazione, con caschi e bastoni, aggrediva la manifestazione studentesca contro la riforma della pubblica istruzione. Negli anni '70 Adinolfi, insieme a Roberto Fiore, l'attuale leader di Forza Nuova, era alla guida di Terza Posizione, organizzazione della destra radicale aggregatasi nella capitale e votata a una strategia di programmata ricerca dello scontro con la sinistra. A questo proposito nelle memorie redatte da Fiore e Adinolfi si legge: «Alla conquista delle zone rosse poco più di un centinaio di militanti romani [...] diventano l'incubo dei partiti, dei collettivi (così si chiamavano allora i coordinamenti dell'estrema sinistra), delle diverse organizzazioni comuniste.
A permettere quell'impatto formidabile sono la disciplina e la preparazione dei giovanissimi militanti [...]. Politicamente si prendono a esempio i Cuib di Codreanu [il modello organizzativo della Guardia di Ferro, formazione operante in Romania nella prima metà del '900 e affermatasi in senso violentemente antisemita, nda] e i modelli forniti da “La conquista di Berlino di Goebbels». Terza Posizione affiancherà alla strutture visibili un livello clandestino, il cosiddetto Nucleo Operativo, a cui fu demandato il compito di procacciare armi e denaro (attraverso furti e rapine) e il cui arsenale fu smantellato nel dicembre del 1979, quando alcuni militanti furono sorpresi dalle forze dell'ordine mentre scaricavano una cassa di bombe a mano (nel covo saranno rinvenuti anche divise dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, 15 fucili automatici, venti chili di esplosivo e documenti d'identità rubati). Successivamente il Nucleo Operativo andrà sempre più confondendosi con i Nuclei Armati Rivoluzionari (l'organizzazione a cui viene addebitata anche la terribile strage della stazione di Bologna) e diversi suoi esponenti finiranno per aderire a quest'ultima sigla (uno di loro, Giorgio Vale, sarà responsabile di diversi omicidi di agenti delle forze dell'ordine). Adinolfi e Fiore, nel frattempo riparati in Inghilterra, saranno condannati nel 1987 dalla Prima Sezione Penale della Cassazione a 5 anni e 6 mesi per associazione sovversiva e banda armata.
Non è la prima volta che Adinolfi si presenta a Bergamo. Stando a quanto riportato sul suo stesso sito web, già il 5 novembre del 2004 l'ex leader di Terza Posizione aveva tenuto un incontro seminario, con la presentazione del suo corso di formazione quadri “Polaris”, presso il pub “La Galera” di Ciserano, luogo di ritrovo abituale del gruppo Skinheads Berghèm. Il gruppo di naziskins raccolti sotto questa sigla salirà tristemente agli onori della cronaca per una serie di gravissimi episodi di aggressione perpetrati tra Bergamo e Milano ai danni di militanti e simpatizzanti della sinistra (con una dozzina di accoltellamenti accertati), proprio nel periodo tra il 2004 e il 2005, e sarà al centro di un inchiesta della Magistratura di Milano che, nell'estate del 2005, condurrà anche all'arresto di alcuni esponenti di Skinheads Berghèm. Secondo i riscontri degli inquirenti il gruppo gravitava attorno all'area della Skinhouse di Milano, una sorta di centro sociale della destra radicale, punto di rifermento nel nord Italia del network nazista Blood and Honour e di cui il progetto “Cuore Nero” (referente milanese di Casa Pound) è oggi diretta emanazione.
In un breve documento video diffuso alcuni anni a dietro dal centro sociale Pacì Paciana in risposta ad una serie di episodi di squadrismo registrati in provincia, sono raccolte alcune sequenze relative al gazebo elettorale allestito da Forza Nuova sabato 17 aprile 2004 a Bergamo, dove si riconoscono alcuni appartenenti a Skinheads Berghèm (tra cui uno degli arrestati dell'estate 2005), insieme ad altri personaggi di primo piano della destra radicale bergamasca. In particolare insieme al gruppo di naziskins compare Paolo Albani, relatore insieme ad Adinolfi dell'incontro del 5 novembre 2004 presso La Galera e attuale responsabile di “Altro Stile”, e Alessandro Vailati, all'epoca dirigente di Forza Nuova, divenuto in seguito federale provinciale di Fiamma Tricolore (nel corso della breve stagione in cui il partito fu referente del circuito naziskins) e animatore della sezione bergamasca di Radio Bandiera Nera (la radio web di Casa Pound). Il fatto che sia l'associazione Altro Stile che Radio Bandiera Nera abbiano dato la loro adesione all'incontro fissato per venerdì 30 ottobre presso la biblioteca Caversazzi di Bergamo segnala la concretezza e la sostanza della ricomposizione in corso. Immancabile a questo punto la presenza dei naziskins, confermata dalla comparsa tra le adesioni anche di “Skinheads Bergamo” (sigla a cui fanno riferimento anche alcuni naziskins della Bassa bergamasca già aderenti a Skinheads Berghèm) e il Comitato Onoranze Caduti di Rovetta, un esperimento trasversale a tutte le diverse sigle della destra radicale locale (costruito sulla vicenda dei volontari della divisione repubblichina “Tagliamento”, fucilati nel 1945 a Rovetta) animato dal nucleo di naziskins della Valle Seriana e che ogni anno porta nella località montana alcune centinaia di fascisti provenienti da tutta la provincia.
Corsi e ricorsi storici, verrebbe da dire. La sigla Casa Pound per Bergamo appare relativamente nuova, ma i suoi animatori restano le vecchie conoscenze di sempre. Il riaffermarsi sulla scena locale di quest'ambiente comincia a diventare un motivo ciclico e quasi inevitabile e, visti gli esiti delle precedenti puntate, non può che destare preoccupazione. L'impressione insomma è quella di trovarsi di fronte a un film già visto; un film di cui Bergamo farebbe volentieri a meno.
Fonte:
Osservatorio democratico
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