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Sul banco degli imputati l’aggressore di Caranci
Scritto il 14 June 2010 da Redazione
Il giovane di estrema destra accoltellò il presidente dell’Arci di Isernia. L’Associazione: “E’ anche un processo politico”
L’Arci di Isernia torna a denuncia il preoccupante fenomeno della presenza nel capoluogo Pentro di forze di estrema destra, provocatori naziskin. Un fenomeno non nuovo. Due anni e mezzo fa all’ingresso del Circolo Arci di Isernia si verificò l’
accoltellamento del presidente dell’Associazione, Celeste Caranci, e il prossimo 17 giugno verrà celebrato il processo al suo aggressore. “L’evento accadde dopo che in un arco di tempo di alcuni mesi vi erano stati diversi episodi di intimidazione, svastiche disegnate sulla bottega di Celeste, scritte minacciose nel centro storico di Isernia (“infame per te solo lame”), presenza di un gruppo di provocatori naziskin alla Festa dell’Unità nel settembre precedente, in un crescendo sfociato poi nell’aggressione fisica – si afferma in una nota dell’Arci di Isernia - Noi questi avvenimenti li abbiamo denunciati, spesso in solitudine, nell’inerzia e nell’indifferenza della città, siamo stati anche derisi da tanti che non avrebbero dovuto sottovalutare ciò che stava accadendo ed è per questo che siamo diventati il bersaglio da colpire, mettere a tacere o tentare di screditare. In questi due anni il clima politico generale è cambiato, peggiorando sul fronte della violenza e dell’intolleranza: non passa giorno che non arrivi notizia di ferimento o uccisione di ragazzi per “futili motivi” o di poveri barboni addirittura per sadico passatempo, di omosessuali insultati e picchiati e le aggressioni di stampo razzista accompagnano quotidianamente le cronache dei mass-media. La ripulsa e l’indignazione nel Paese a questo degrado civile sono sempre più forti – prosegue la nota dell’Arci - Nella nostra Provincia invece, caso unico in tutta Italia, viene dato ampio risalto nelle cronache dei quotidiani locali a gruppuscoli neofascisti che insultano la memoria dei combattenti per la libertà, arrivando persino a proporre la distruzione del monumento ai Caduti della Resistenza di Rocchetta al Volturno. Noi volontari dell’Arci abbiamo continuato a combattere questa deriva culturale e sociale, proponendo aggregazione, associazionismo e militanza dal basso in favore di temi importanti quali l’interculturalità, la pace, il possesso dei Beni Comuni.Anche in occasione di questo processo faremo lo stesso, ci porremo al servizio della verità, attenti che venga rispettato il principio dell’Antifascismo che è alla base della nostra Costituzione e della nostra convivenza civile, affinché venga rappresentata la parte migliore della città che nella sua trasparenza sia di esempio per tutti i sinceri democratici”. Per queste ragioni secondo l’Arci il processo all’aggressore di Caranci è anche un processo politico, nel senso di polis= città. “E’ importante che le persone siano informate, è importante che i genitori siano informati e partecipi – afferma ancora la nota dell’Arci - Se tuo figlio si riempie di svastiche e “marcia” per la città, significa che è stato soggiogato da qualcuno che lo usa come carne da macello, mentre loro se la godono alla faccia sua. Se fai finta di non vedere, stai proteggendo un disegno criminale che strumentalizza malessere, degrado culturale e ideologie violente per un progetto eversivo al servizio dei potenti e manovratori oscuri. Se, come diceva Andrea Pazienza, tuo figlio a casa all’improvviso comincia ad usare un limone e un cucchiaio, significa che è un drogato, spremuto da spacciatori che di lui si servono e, se credi di proteggerlo con il silenzio, in realtà stai proteggendo loro. Questo è un processo politico – conclude la nota dell’Arci - perché la città di Isernia la deve smettere di ingoiare con spirito di rassegnazione, come se niente possa essere fatto, deve imparare a parlare e denunciare, a dire chi sono coloro che inquinano la convivenza civile in questa falsa isola di tranquillità che, statistiche alla mano, non lo è più da tempo”.
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