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Traversetolo, clima politico teso
Molotov lanciata sulla sede del Pd
L'incendio poco dopo mezzanotte. Indagano i carabinieri. C'è paura in paese per la costante crescita di episodi di violenza: svastiche e scritte razziste sui muri, poi alla festa del Pd vetri e strutture spaccate. Infine la questione della via intitolata per errore ad un fascista.
di GIACOMO TALIGNANI
Una bottiglia incendiaria scagliata poco dopo mezzanotte sulla sede del Pd di Traversetolo. Il comune in provincia di Parma - guidato da una giunta di sinistra - è nel centro di una bufera politica senza precedenti prima d'ora. Non tanto per precise scelte dell'amministrazione comunale, ma per fatti intimidatori e costanti che stanno preoccupando i cittadini.
L'ultimo appunto ieri sera: è stato uno dei ristoratori della vicina pizzeria "Oasi" ad accorgersi di quell'incendio divampato in via Stradella 9, dove c'è la sede del Pd locale. E' corso fuori con l'estintore per spegnere il rogo che ha avvolto l'intera facciata della struttura. Poi l'intervento dei vigili del fuoco e dei carabinieri. Gli uomini del 115 hanno subito parlato, come causa scatenante, di una bottiglia incendiaria. Intorno all'una, a fare capannello davanti alla sede, si sono ritrovati i membri e gli iscritti al circolo. La tensione è alta in questo paese di nemmeno 10mila anime, dove la giunta di centrosinistra del sindaco Alberto Pazzoni guida da due anni, senza troppi problemi.
Negli ultimi tempi è uno scatenarsi di episodi strani, di scritte infamanti. Qualche settimana fa in paese sono comparsi slogan contro il Pd, svastiche, frasi razziste. Poi - raccontano quelli del circolo - nel weekend del 16-17 luglio, alla festa locale del partito democratico, un altro strano fatto. "Hanno spaccato vetrate, scritto "Pd merda" in più muri, rotto delle strutture della nostra festa. Abbiamo fatto presente la cosa al Comune, un campanello d'allarme".
Passano pochi giorni e sui giornali - grazie ad un servizio di Repubblica Parma - viene riportata la notizia del clamoroso "errore" fatto dalla giunta Pazzoni che, per volontà di alcuni consiglieri, aveva intitolato una via a Paride Mori, esponente fascista (LEGGI LA VICENDA/ LE SCUSE). Dopo gli articoli le scuse del sindaco e il cambio di nome alla via (L'ALTRO MORI). Oggi, un nuovo altro inquietante episodio di violenza che avvelena il clima politico di Traversetolo.
(29 luglio 2010)
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Paride Mori, fascista di Salò
E la sinistra gli dedica una strada
E' accaduto a Traversetolo, dove l'amministrazione di centrosinistra ha intitolato una via all'ufficiale del battaglione dei bersaglieri 'Mussolini'. Il sindaco: "Ci siamo sbagliati, non lo sapevamo".
di MARCO SEVERO
La didascalia sulla targa dice "Capitano dei bersaglieri". Punto e stop. In realtà Paride Mori fu un ufficiale del battaglione 'Bruno Mussolini', inquadrato nelle SS tedesche tra il '43 e il '45. Un fascista. Un 'ragazzo di Salò' e anche di più. Eppure a lui il Comune di Traversetolo - amministrazione di centrosinistra nel cuore dell'Emilia rossa - ha intitolato nei giorni scorsi una strada. Via Paride Mori, capitano dei bersaglieri appunto. Un'autorete, un 'continuiamo a farci del malè d'autore. "Ci siamo sbagliati, non sapevamo chi fosse Mori - ammette il sindaco Alberto Pazzoni - ma nessuno metta in dubbio l'integrità e l'attaccamento di Traversetolo ai valori della Resistenza".
A via Paride Mori si accede tramite via della Libertà, manco a farlo apposta. Siamo in pieno centro, pochi metri dal Municipio. Qualche chilometro più avanti verso l'Appennino c'è Guardasone, borgo scelto da Giampaolo Pansa come ambientazione del recente I tre inverni della paura: ancora un romanzo sulle zone d'ombra della Resistenza. Vietato però fare illazioni, parola di sindaco: "Abbiamo trattato la vicenda con leggerezza - dice Pazzoni - ma non sarebbe giusto pensare a speculazioni storico-politiche".
Questione di burocrazia, piuttosto. Di routine che diventa tagliola. "La questione - spiega il primo cittadino - risale a diversi mesi fa , quando il Consiglio comunale ratificò l'intitolazione di alcune strade discussa nel 2003 in commissione Toponomastica". Un voto e via. Nessuno però si prese la briga di controllare chi diavolo fosse Paride Mori: "Ci siamo fidati dell'opposizione, da cui venne la proposta dell'intitolazione - prosegue Pazzoni - Mori ci fu presentato solo come capitano dei bersaglieri". Un cavallo di Troia della minoranza di centrodestra? Chissà.
C'è voluto Marco Minardi, direttore dell'Istituto storico della Resistenza di Parma per rivelare la gaffe: "Ho fatto alcune ricerche - riferisce lo storico - adempiendo semplicemente al mio compito istituzionale". Paride Mori, nato a Traversetolo ai primi del '900, morì in alta Val Baccia oggi territorio sloveno il 18 febbraio 1944. Era capitano del battaglione dei bersaglieri 'Bruno Mussolinì (terzogenito del Duce), alle dipendenza del Terzo Reich e col compito di presidiare le ferrovie dell'Isonzo attaccate dai partigiani. "Probabilmente per lui non vale l'attenuante della casualità, usata spesso per i giovanissimi arruolati nella Rsi - ragiona Fabio Todero dell'Istituto per la storia del movimento di Liberazione del Friuli Venezia Giulia - essendo un ufficiale sui 40 anni è quasi certo che Mori avesse scelto in modo consapevole". Non a caso l'ufficiale parmense è menzionato nei siti web d'estrema destra, alla voce "Fascisti uccisi in guerra". Così nei blog laltraverita.it, conformismoalmuro.blogspot.com. Ma non è possibile annullare l'intitolazione? "Vedremo - conclude Pazzoni - certamente non nell'immediato futuro". I nostalgici del Duce sentitamente ringraziano.
(16 luglio 2010)
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Traversetolo, "Dedicate una via
a un altro Mori, quello partigiano"
Dopo la polemica sull'intitolazione di una strada a Paride Mori, fascista di Salò, da parte della giunta di centrosinistra, che quando la notizia è finita sui giornali ha fatto marcia indietro, si fa vivo il nipote di un omonimo, combattente della Resistenza
Abbasso Mori, lunga vita a Mori. Ma Mori chi? Prima c'è stato Paride, ufficiale fascista della Repubblica di Salò a cui la giunta di centrosinistra di Traversetolo ha dedicato una via (LEGGI), salvo poi pentisersene e fare mea culpa quando la notizia è finita sulle pagine dei giornali locali e nazionali (LEGGI). L'altro è Natale, sempre un combattente ma dall'altra parte della barricata: nato a Codogno, in provincia di Milano, partecipò alla Resistenza, ottenendo anche il riconoscimento ufficiale di partigiano.
A svelare la sua esistenza è il nipote Andrea, che ha scritto al sindaco del Comune parmense per chiedergli di intitolare la via dedicata al repubblichino appena tornata anonima a un altro Mori, suo zio. Ecco il testa della lettera inviata ad Alberto Pazzoni.
"Egregio Signor Sindaco,
ho letto sul giornale l'increscioso accaduto nella Sua cittadina, Traversetolo, per l'intitolazione di una strada.
Non entrerò nel merito dell'avvenimento perché questo non è il mio scopo, ma sono qui a proporLe una soluzione ad hoc.
Ben sappiamo che l'umanità si divide in buoni e cattivi esempi, ed è nelle migliori intenzioni delle istituzioni, ma anche nei suoi doveri, esaltarne e proporne i primi affinché il buon modello sia proposto alle nuove generazioni. Nello stesso tempo, come nella circostanza del caso specifico, è giusto che ciò avvenga attraverso una memoria storica che rinsaldi il legame con le nostre radici più sentite e profonde.
Gli eroi, qualcuno ha detto, sono quelli il cui nome non compare da nessuna parte, ma che con vero sacrificio si adoperano per il paese ogni giorno, non solo in guerra ma anche e soprattutto in tempo di pace. La guerra è una disgrazia non voluta, e in questo caso è stata per qualcuno un occasione per mostrare la propria natura. Benigna. Sì perché, colui il quale candido a prendere il posto di Paride Mori non è un eroe nell'accezione classica del termine, ma ha dimostrato di averne la stoffa: Natale Mori.
Un altro Mori, proprio così. Un partigiano combattente. Un uomo che finita la guerra ne ha voluto chiudere il ricordo come di una ferita, e non parlarne più. Rimboccarsi le maniche e ricominciare a costruire, null'altro desiderava. Così ha fatto, e bene. E' con persone come lui, è sopra di lui che l'Italia si è costruita nella parte più solida.
Se gli uomini si dividono in buoni e cattivi, così è anche per i loro nomi e cognomi. E davvero mi dispiacerebbe se nella memoria di questo paese, sul nome Mori si distendesse un'ombra cupa.
E' perciò che riterrei un piccolo grande atto di giustizia, ricordare a futura memoria un esempio da non dimenticare. Quel Natale Mori di cui ben pochi sanno, che anche dopo la guerra ha saputo coltivare i giusti valori e trasmetterli ai suoi figli e non solo, rendendoli orgogliosi della nostra nazione. Che in momenti come questi, non sempre è cosa scontata.
Andrea Mori
(nipote del fu Natale Mori)"
(23 luglio 2010)
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