«Ai caduti e dispersi militari e civili della Repubblica sociale italiana (1943-1945)». E poi una citazione di Giusuè Carducci: «L'Italia avanti tutto! L'Italia sopra tutto!». Poche parole racchiuse in una decorazione a forma di cerchio, scolpite su una lapide in cui l'unico simbolo che compare è una sottile striscia tricolore.
Da ieri a Parma anche i caduti della Repubblica di Salò hanno un luogo in cui essere ricordati: un'ala seminascosta del cimitero della Villetta, dove è stata scoperta una lastra di pietra chiara voluta dall'Associazione nazionale famiglie dei caduti e dispersi della Rsi, la cui posa è stata approvata dalla giunta municipale alcune settimane fa con un voto unanime (a parte un'astensione). La cerimonia di inaugurazione, ieri mattina, volutamente non è stata pubblicizzata in alcun modo dagli organizzatori per evitare il rischio di contestazioni. A prendervi parte alcune decine di persone: fra loro, oltre ai rappresentanti dell'associazione e ad alcuni storici esponenti della destra parmigiana, anche qualche reduce della Rsi. Fra i presenti anche l'assessore comunale Davide Mora, che ha precisato di essere intervenuto a titolo strettamente personale.
Fonti:
Gazzetta di Parma
Nessuna commemorazione dei fascisti
Il 2 giugno, ricorrenza della festa della Repubblica nata dalla Resistenza antifascista, al cimitero di Parma è stata scoperta una targa in pietra in memoria dei caduti della Repubblica Sociale Italiana.
La R.S.I., con sede a Salò (sul lago di Garda), fu uno Stato fantoccio creato dai Tedeschi, che al 10 settembre 1943 avevano occupato militarmente Nord e Centro Italia, a capo del quale essi misero Mussolini, da loro stessi liberato il 12 settembre ??43. La RSI si distinse particolarmente nella feroce repressione antipartigiana al fianco e per conto dei nazisti.
Una parte delle regioni nordorientali, regione tridentino-bellunese e quella friulana e istriana, non furono nemmeno sotto la sua giurisdizione ma col nome di «zona di operazioni delle Prealpi» e di «litorale adriatico» passarono direttamente sotto la sovranità tedesca.
Così nelle zone del confine nordorientale e del litorale adriatico i militari italiani combatterono alle dipendenze nemmeno della Repubblica fascista di Salò ma direttamente della Germania nazista.
Così fra le stesse vittime delle foibe vi sono stati italiani che hanno combattuto agli ordini direttamente della Germania nazista.
La pietà umana non può essere confusa con i fatti, con la storia, con le idee. Le idee non sono certo uguali, sono ben diverse, libertà, democrazia, progresso sociale e uguaglianza sono i valori dell??antifascismo codificati nella Costituzione repubblicana del ??48. Così pure diversi sono i fatti storici, fatti di cause, il nazifascismo, e di effetti, la resistenza partigiana, ben distinti e non sovrapponibili.
La pietà umana sia per tutti i morti. Il ricordo pubblico, la commemorazione, la celebrazione, no.
Nessuna onorificenza e nessuna commemorazione per i fascisti, nessuna strada e nessuna lapide.
Né in Italia né a Parma città delle Barricate del ??22 e medaglia d??oro della Resistenza.
Comitato antifascista e per la memoria storica-Parma 3/6/2011
La posa della lapide ai caduti della RSI presso il cimitero continua a registrare la condanna e la dura reazione di tutti coloro che si riconoscono nei valori dell'antifascismo:
Lunedi pomeriggio, un giovane è entrato nel cimitero della Villetta ed ha staccato la lapide dal muro. Sicuro di essere nel giusto, non è scappato, ma si è fermato a spiegare le ragioni del suo gesto; il gesto di un singolo che ha dato in verità corpo al desiderio che in tanti hanno avuto dopo la notizia dell'inaugurazione in sordina. E a lui va tutta la solidarietà della Parma antifascista che non lo lascerà solo nel caso la repressione bussasse alla sua porta.
Il giorno seguente, la questione è approdata nella seduta del consiglio comunale, durante la quale, il sindaco-pupazzo, interpellato dall'opposizione, non ha risposto con un suo intervento, ma ha deciso di passare la palla al vicesindaco Buzzi. Lo scandaloso silenzio del "primo cittadino" ha scatenato la reazione del pubblico, tra i quali erano presenti alcuni antifascisti che hanno contestato la decisione della giunta e lanciato alcuni volantini. Nello stesso momento gli esponenti dell'opposizione (esclusi Biacchi e Pizzigoni..) hanno lasciato l'aula mettendo così a rischio il proseguimento della seduta.
La dichiarazione del vicesindaco, in seguito a questi avvenimenti, ricalca quelle da lui rilasciate anche nei giorni scorsi: la targa, a suo dire, è stata posta per dare la possibilità ai parenti di poter ricordare i propri morti. Peccato che la lapide li ricordi in quanto appartenenti alla RSI, cioè voglia in un sol colpo rendere omaggio anche ad una delle più tristi pagine della nostra storia. Non solo, essa è stata voluta non da alcune famiglie, ma dall""Associazione nazionale famiglie dei caduti e dispersi della Rsi", la cui attività non si limita a commemorare i propri morti, ma anche ad organizzare messe per Mussolini o in ricordo dei più efferati battaglioni dell'RSI, e talvolta insieme ai camerati di Forza Nuova, come l'associazione stessa dichiara, per rendersi "interprete fedele della passione dei sopravvissuti, custodi dei sacri valori per i quali tanti nostri Cari sono caduti". Ci sembra tutto abbastanza esplicito, molto più che le dichiarazioni della giunta. Che tale associazione si dichiari allineata ai valori del fascismo, non ci stupisce, ma che a promuovere una tale iniziativa sia il Comune, la cui giunta dovrebbe rappresentare la Parma medaglia d'oro, ci fa veramente incazzare.
In aggiunta, nella sua dichiarazione Buzzi definisce "nazisti" i contestatori; un'accusa che spesso viene usata quando la partecipazione popolare, senza alcuna delega, combatte la politica o i soprusi di questa amministrazione. Questa accusa, come sempre, la rispediamo al mittente, visto che chi ha scelto di promuovere la posa della lapide (per rendere favori a qualcuno od ottenere qualche voto in più..) non si è vergognato nel leggere che ricorda proprio chi affiancò i nazisti (quelli veri) nelle loro battute di caccia nei nostri paesi, nelle nostre campagne, sui nostri monti.
Fonti:
Parmantifascista
iniziative_fasciste
r_emiliaromagna