Nella cosmesi politica che rende più difficile rintracciare le differenze e soprattutto i contenuti, s'avanza un plotone di biondissime leader. Di bella presenza, rossetto e tacco a spillo, sono il volto nuovo e moderno di molti partiti europei di estrema destra, o per meglio dire populisti, visto che proprio la leadership femminile tende a sfumare o mascherare la natura xenofoba, autoritaria e spesso violenta di queste forze.
Le populisme au féminin è il documentario di Hanna Ladoul, Matthieu Cabanes e Marco La Via appena uscito in Francia. I tre giovani autori hanno seguito alcune di queste nuove e prestanti Signore in Nero, come la francese Marine Le Pen, erede-fotocopia del padre con il sorriso in più, oppure l'ungherese Krisztina Morvai, vestita con l'uniforme delle milizie Jobbik che conducono regolarmente blitz contro i rom.
La domanda dalla quale sono partiti i tre giornalisti è: può una donna rendere più accettabili delle idee di estrema destra? I risultati elettorali sembrano dare una risposta positiva. Nel film vengono intervistate la svizzera Céline Amaudruz, membro dell'Udc al governo federale, la danese Pia Kjaersgaard leader del Partito del popolo, l'ex Miss Belgio Anke van Dermeersch ora figura di spicco del partito indipendentista fiammingo Vlaams Belang, oppure la norvegese Siv Jensen (Partito del progresso), già protagonista di un reality tv che ha cercato, invano, di trovarle un fidanzato. Quasi tutte hanno in comune la battaglia contro l'integralismo islamico, vero collante delle forze populiste europee nell'ultimo decennio. Tutte possono vantarsi di aver allargato la base elettorale di queste forze politiche, a lungo considerate solo maschili.
? solo un trucco? Diceva Barack Obama a proposito di Sarah Palin: "Puoi mettere del rossetto a un maiale, ma sempre un maiale è". Non elegante, ma efficace.
Fonte:
repubblica
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