pubblicato il 19.02.14
Padova Firme false per Forza Nuova, chiesto il processo per 7 politici ·
Il 23 aprile davanti al giudice dell??udienza preliminare anche gli assessori provinciali Mauro Fecchio ed Enrico Pavanetto. L'accusa è di aver "certificato" le false firme dell'estrema destra
di Carlo Bellotto
I politici sotto accusa per le firme false
PADOVA. Nella loro qualità di pubblici ufficiali, deputati ad autenticare le firme dei sottoscrittori della lista provinciale per l??elezione del consiglio regionale del Veneto del 2010 di Forza Nuova, hanno certificato che le firme di alcune persone erano vere ed erano state apposte in loro presenza. Non era vero. Quindi il pm Marco Peraro ne chiede il rinvio a giudizio e sette politici di centrodestra finiranno il 23 aprile (quindi all??incirca un mese prima delle elezioni comunali) davanti al giudice Chiara Bitozzi che deciderà in merito al loro rinvio a giudizio. L??accusa per tutti è di aver formato e sottoscritto una lista di elettori in parte falsa, visto che per l??accusa gli elettori (34 in tutto) non avevano mai apposto le predette sottoscrizioni. Sulla base di una segnalazione anonima il pm Peraro ha deciso di volerci veder chiaro.
Gli indagati. A finire nei guai personaggi di spicco della politica di destra padovana: gli assessori provinciali Mauro Fecchio di Correzzola (gli vengono contestate 3 firme fasulle) ed Enrico Pavanetto di Piazzola sul Brenta (4 firme); i consiglieri comunali Stefano Grigoletto di Padova (9 firme) e Vittorio Aliprandi di Bagnoli di Sopra (8 firme); il presidente del quartiere Arcella Luisella Rettore di Padova (4 firme), e i due consiglieri provinciali Mauro Spigarolo di Carmignano di Brenta (3 firme) e Gianfranco Vezzaro di Campodoro (3 firme).
L??indagine. Sul tavolo del pubblico ministero Marco Peraro, un fascicolo che contiene poco più di un centinaio di firme, raccolte a sostegno della corsa a governatore del Veneto dell??esponente di Forza Nuova (Fn) Paolo Caratossidis. Sembra che 34 delle persone che risultano aver apposto il proprio nominativo sui moduli elettorali, non sapessero di averlo fatto. L??indagine prende avvio da Arezzo per una coincidenza e i fatti sono stati commessi, a seconda dei casi, rispettivamente dall??ottobre 2009 al 18 febbraio 2010, 5 episodi e Padova e 2 a Este. Lo scenario di allora è la corsa alla presidenza della Regione Veneto, vinta poi dal leghista Luca Zaia ancora al timone della Regione. Tutti i partiti, per partecipare alle elezioni, devono raccogliere delle firme a sostegno del proprio candidato presidente: così stabilisce la legge. Si tratta di nominativi sui quali un pubblico ufficiale (come si è visto un assessore, un consigliere, un presidente di quartiere) deve apporre il sigillo, pena la non validità dei moduli raccolti. Gli indagati si sono prestati a compiere un lavoro che di fatto è routine per i politici che rivestono ruoli istituzionali.
L'aiuto a Forza Nuova. L??assessore Fecchio si era già difeso spiegando che autentica firme per le elezioni politiche da vent??anni e che e che lo si fa sempre in buona fede, guidati dallo spirito istituzionale. Forza Nuova non poteva contare su nessuno dei ??suoi?, quindi ha chiesto aiuto a assessori e consiglieri dell??area ex Alleanza Nazionale per autenticare le firme. Nell??estate del 2013 i poliziotti della Digos, su mandato della procura, hanno passato al setaccio i nominativi raccolti a sostegno di Caratossidis. Interrogato in merito al suo nominativo che compariva in quella lista infatti, pare che più di qualche presunto sostenitore abbia dichiarato di non aver mai messo la firma da nessuna parte. Gli indagati entrano in gioco perché quei nominativi li hanno autenticati in sede di raccolta (nei banchetti elettorali) in quanto pubblici ufficiali. Nutrita come ovvio la pattuglia di difensore che assiste gli imputati: Aliprandi è difeso da Andrea Sanguin, Fecchio da Alberto Berardi, Grigoletto da Giuseppe Pavan, Pavanetto da Leonardo Mazzucato, Rettore da Giuseppina Zoccarato, Spigarolo da Sabrina Contarin e Vezzaro da Leonardo Mazzucato. Ora bisognerà attendere la decisione del giudice.
19 febbraio 2014
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