pubblicato il 18.02.16
Stragi di Stato, Associazioni Vittime: "Ministeri e 007 hanno sabotato la desecretazione prevista da Renzi" ·
Stragi di Stato, Associazioni Vittime: "Ministeri e 007 hanno sabotato la desecretazione prevista da Renzi"
E tra le carte dell'inteligence versate all'Archivio Centrale dello Stato spunta un documento nel quale un servizio segreto straniero avvisa quelli italiani: "Giovanni Ventura agente del Sid negli anni della Strage di Piazza Fontana"
ROMA - "Ministeri e servizi segreti hanno sabotato le procedure per declassificare gli atti sulle Stragi di Stato". A due anni dalla "direttiva Renzi" che ha deciso di rendere pubbliche le carte sugli anni della strategia della tensione, le associazioni "Familiari delle vittime" insorgono. "Speravamo di trovare finalmente la verità - dice Paolo Bolognesi, deputato pd e presidente delle associazioni dei familiari - ma hanno desecretato solo carte inutili. In particolare i servizi segreti si rifiutano di fornirci i fascicoli personali dei singoli protagonisti di quei processi, impedendoci di fatto di avere le informazioni necessarie per trovare i responsabili delle stragi".
Bolognesi: "Direttiva Renzi sabotata". "La Direttiva Renzi - dichiara Bolognesi a Repubblica - è stata un atto politico positivo, ma sabotato dall'assenza di una procedura uniforme e un controllo sulle amministrazioni che hanno gestito i documenti. Da quasi due anni, come associazioni dei familiari delle vittime, denunciamo i limiti e la mancata trasparenza di ministeri e servizi segreti nel declassificare e versare gli atti sulle stragi. Non solo non ci hanno ascoltato, ma, recentemente, hanno tentato anche di raccontarci che tutto è stato fatto e bene. Una falsità".
Giovedì, 18 febbraio, alle 14,30, alla Camera, si terrà una conferenza stamoa, spiega Bolognesi, per denunciare "e provare con i fatti che è falso affermare che tutto è stato fatto bene". Alla conferenza stampa saranno presenti tutti i presidenti delle associazioni vittime delle Strati di Stato: oltre a Bolognesi ("Bologna, 2 agosto 1980"), la senatrice Daria Bonfietti ("Strage di Ustica"), Manlio Milani ("Piazza della Loggia"), e Franco Sirotti ("Italicus"), Rosaria Manzo ("Rapido 904"), e Ilaria Moroni (direttrice Archivio Flamigni).
Giovanni Ventura agente del Sid negli anni della Strage di Piazza Fontana"
Casson: "Indaghi il Copasir". Tra le carte dei servizi segreti versate all'Archivio Centrale dello Stato a gennaio, spunta un documento su Giovanni Ventura, protagoniste delle "trame nere" degli anni della Strategia della Tensione, che il segretario del Copasir, Felice Casson (senatore dem) definisce "eccezionale".
Carta intestata Presidenza del consiglio, ufficio Cesis (l'ente che coordina i due servizi segreti, ora chiamato Dis), data 5 marzo 1983. "Oggetto: destra eversiva - Giovanni Ventura". Ecco cosa si legge: "Con nota 20 gennaio scorso il Sisde ha fatto qui pervenire un appunto, trasmessoglio dal collegato servizio (omissis) sul latitante Giovanni Ventura. In tale documento, è scritto che il predetto 'tra il 1966 e il 1970 ha collaborato, in qualità di consulente, con il servizio di informazioni militare italiano (Sid), e la sua consulenza riguardava la lotta anti-sovversiva di sinistra". Altri documenti collegati a questa storia non ce ne sono. Va detto che s'è sempre parlato di un rapporto con il Sid di Ventura, lui stesso non lo aveva mai nascosto. Ma i servizi lo avevano sempre negato e questo è il primo documento che ne parla in modo ufficiale.
Casson aveva conosciuto di persona, nella sua precedente attività di giudice istruttore che aveva indagato sulle stragi di Stato (Peteano) e su Gladio, Ventura. E lo aveva anche interrogato.
"È un documento molto interessante - spiega Casson - perché fa il punto su una delle figure principali che riguardano la Strategia della Tensione in Italia, e in particolare sulla Strage di piazza Fontana.
Di questo personaggio avevo avuto occasione di parlare in Senato con il mio vicino di banco e collega, Gherardo D'Ambrosio, e insieme avevamo convenuto Venura fosse una delle figure più emblematiche proprio per i rapporti che si raccontava avesse avuto con strutture dell'intelligence". "Rapporti che erano sempre stati negati dai nostri servizi. Ora, però, scopriamo una prova ufficiale della sua collaborazione al Sid grazie a un servizio segreto straniero". "Il problema fondamentale - aggiunge Casson - sarebbe trovare tutti gli altri documenti relativi a quell'appunto. Come segretario del Copasir, porrò la questione al Comitato dal punto di vista istituzionale per individuare il servizio collegato, e rintracciare le risposte susccessive a quel documento che conteneva una notizia molto forte".
Basta parlare di servizi deviati. "Sarebbe ora - ha concluso Casson - di smettere di parlare di servizi deviati negli anni. Quei servizi non erano per niente deviati, rispondevano a una logica ben precisa che era la Strategia della Tensione, quindi al collegamento tra il mondo di neofascisti e gli apparati dello Stato, oltreché con qualche forza politica".
Illeggibili i file degli 007. Ironia della sorte, gli ultimi versamenti dei servizi segreti sulle stragi sono rimasti segreti. I documenti consultabili all'Archivio centrale dello Stato di Roma sono in gran parte illeggibili. Gli studiosi che hanno tentato di consultarli non sono riusciti a leggerli in quanto non era possibile aprire sul computer alcune migliaia di pdf a causa di un non meglio precisato guasto tecnico.
http://www.repubblica.it/politica/2016/02/17/news/stragi_di_stato_direttiva_renzi_documenti_desecretati_associazione_familiari_vittime_protesta_copasir_casson_giovanni_ventur-133642193/
Giovanni Ventura: vita e morte di un colpevole innocente
Inchiesta - 04/08/2010 di Alessandro D'Amato
E’ deceduto oggi a Buenos Aires: insieme a Franco Freda è ritenuto responsabile della bomba di piazza Fontana. Ma per...
E’ deceduto oggi a Buenos Aires: insieme a Franco Freda è ritenuto responsabile della bomba di piazza Fontana. Ma per quella strage è anche stato definitivamente assolto
“Neanche ora lo lasciano tranquillo, eppure se n’erano dimenticati tutti. Purtroppo è vero: Giovanni si è spento dopo la malattia che lo aveva minato nel fisico, da quattro anni appena sessantenne, costringendolo in sedia a rotelle”. E’ la sorella Mariangela a confermarne la morte, togliendo così il velo a un giallo che nelle ultime ore ballava soprattutto nei mass media. Dato per deceduto dal Corriere e invece considerato ancora vivo dall’Ansa ieri notte, Giovanni Ventura è una piccola ‘celebrità’ dell’universo eversivo degli Anni Sessanta.
SEPOLTO IN UN CIMITERO CRISTIANO – Mariangela conferma in una intervista al Gazzettino: “Mio fratello è morto lunedì, nella sua amata Buonos Aires, dove sarà anche sepolto nel cimitero cristiano. Chi non ci credesse venga pure all’ospedale dov’era ricoverato e dove ha passato le ultime settimane soffrendo molto”. Venerdì prossimo, come riporta la stampa locale, si svolgerà una messa in suffragio nella chiesa della Pieve di Castelfranco Veneto (Treviso), dove Ventura ha passato gli anni della scuola e dove vive la sorella. Finisce così la sua vita, mentre rimarranno vivi tutti i misteri che si porta dietro dall’inizio degli anni Settanta. Insieme a Franco Freda, Ventura veniva ormai proverbialmente citato in merito alla strage di Piazza Fontana a Milano, quella per cui vennero accusati gli anarchici Valpreda e Pinelli, poi scagionati quando quest’ultimo era già caduto dal balcone della questura di Milano in preda a un misterioso “male attivo” mentre veniva interrogato dagli uomini del commissario Luigi Calabresi. Ventura, laureato in fiolosofia e militante del Movimento Sociale Italiano, entra in Ordine Nuovo nella seconda metà degli anni Sessanta.
CONDANNATO PER ASSOCIAZIONE SOVVERSIVA – All’epoca gli Ordinovisti si stanno specializzando in un’attività alquanto sospetta: l’infiltrazione in gruppi di sinistra e anarchici, teorizzata come una delle tecniche della guerra rivoluzionaria che il movimento deve utilizzare per prendere il potere. Insieme a Mario Merlino, Ventura si infiltra negli ambienti filocinesi di Padova. Il suo dossier al Sid (i servizi segreti dell’epoca) rivela una finta conversione al marxismo finanziata dai conti Pietro e Alvise Loredan. Quando comincia a dispiegarsi la strategia della tensione, l’ordinovista Carlo Digilio dice di aver ricevuto proprio da Ventura alcune confidenze sulla cellula veneta: “Diceva di aver avuto dei finanziamenti per queste attività dai Servizi di Roma. Mi disse che lo stesso ruolo di agente era anche di Delfo Zorzi”. Nel 1973, dopo il suo arresto, Ventura confessa il suo ruolo in 21 attentati del 1969, bombe che scoppiano a Milano e sui treni provocando 12 feriti, attentati per i quali viene condannato per associazione sovversiva.
L’AGENTE Z – Ma Ventura, che inizia a collaborare con i magistrati, agli inquirenti dice qualcosa di importantissimo. Dice di aver partecipato alle attività del gruppo Freda su incarico di un italiano e un rumeno, membri, a suo dire, di un servizio segreto internazionale, che gli garantiscono copertura e gli chiedono di mettere alcune delle bombe che poi scoppiano tra Milano e il Nord-Est. L’italiano, sostiene Ventura, è lo stesso che gli ha consegnato una serie di documenti sul Sid che vengono ritrovati in una cassetta di sicurezza intestata alla madre a Montebelluna in Piemonte. Mentre vengono alla luce le prime ammissioni di Ventura, Guido Giannettini, ufficialmente giornalista, si rende irreperibile. In realtà Giannettini, noto come Agente Z, è un agente del Sid organivamente legato allo Stato maggiore della Difesa. Lo dichiara durante un’intervista Giulio Andreotti, costringendo così Giannettini a una precipitosa fuga in Argentina mentre viene inseguito dai magistrati di mezza Italia. Giannettini, dice l’allora presidente del Consiglio durante un’interrogatorio, non ha però mai fornito informazioni utili per l’attentato di Piazza Fontana. Quando è costretto a costituirsi, ribalta la versione di Ventura: lui ha soltanto cercato di ottenere informazioni sui neofascisti tramite Freda, il quale ha poi utilizzato Ventura.
CONDANNATI ALL’ERGASTOLO – Freda, Ventura e Giannettini vengono condannati in primo grado all’ergastolo per la strage di Piazza Fontana. Ventura è colpevole. Ma l’appello ribalta la sentenza: assolti per insufficienza di prove. Ventura è innocente. Nel giugno 2005, al termine dell’ultimo processo su piazza Fontana, riaperto negli anni Novanta a Milano per trovare i complici di Freda e Ventura, la Corte di Cassazione conferma però la responsabilità di Freda e Ventura in ordine alla strage. Secondo la Corte, l’eccidio del 12 dicembre 1969 fu organizzato da “un gruppo eversivo costituito a Padova nell’alveo di Ordine Nuovo” e “capitanato da Franco Freda e Giovanni Ventura”. Ventura è di nuovo colpevole, ma il giudizio ha valore di sola condanna morale e storica, in quanto i due imputati sono già stati assolti irrevocabilmente dalla corte d’assise d’appello di Bari, che li ha condannati solo per le bombe sui treni (ancora Wikipedia). Nel frattempo lui a Buenos Aires gestisce un ristorante che si chiama Filo, fino alla morte che lo coglie lunedì scorso.
http://www.giornalettismo.com/archives/75426/giovanni-ventura-piazza-fontana-freda/
stragismo
r_nazionale
articolo precedente
articolo successivo