pubblicato il 28.03.17
Casapound Polidori indagato anche a Tivoli ·
Ai domiciliari per il pestaggio a Vignanello, non sarebbe nuovo ad atti di violenza
Il 30enne, agli arresti domiciliari dallo scorso 15 marzo, per il brutale pestaggio ad un giovane di Vignanello, risulterebbe iscritto dalla procura di Tivoli, nella lista degli indagati per analoghi atti di aggressione e violenza legati a motivi politici. Con ogni probabilità, i fatti sono da far risalire al novembre del 2014 e sarebbero legati alla spedizione punitiva allo stadio del Magliano Sabina contro i tifosi della squadra Ardita San Paolo, messa a segno da alcuni militanti della tifoseria viterbese, chiara antagonista politica della squadra romana.
Dei precedenti, questi, che avrebbero portato il Gip Savina Poli ad accogliere, senza riserve, le richieste del pubblico ministero sulla misura cautelare da applicare al giovane, in seguito all’aggressione a Vignanello del 12 febbraio, quando Polidori, assieme ad un gruppo di amici avrebbe rincorso e poi aggredito il giovane Paolo, all’uscita di una nota pizzeria del paese.
La sua colpa? Aver pubblicato su Facebook una vignetta satirica contro il movimento politico Casapound, all’interno del quale milita l’intero gruppo di presunti responsabili. Prima le strattonate, poi le cinghiate alla schiena e infine i pugni che hanno causato al ragazzo la rottura del setto nasale e una prognosi per lesioni di 30 giorni. Il tutto mentre quest’ultimo, impaurito e senza reagire, sarebbe stato accerchiato da cinque militanti di Casapound, presumibilmente guidati dal Polidori, presidente della sezione Cimini del movimento.
Un’aggressione fisica accompagnata anche da minacce verbali. ''Non devi più prendere in giro Casapound! Ti devi fare i cazzi tuoi!'' avrebbero detto al giovane Paolo, terrorizzato dal giorno del pestaggio. Tanto che, dimesso dall’ospedale, non sarebbe più uscito di casa, per paura che l’episodio potesse avere seguito. Stando alle dichiarazioni degli abitanti, infatti, in tutto il paese, da quel giorno, si sarebbe diffuso ''un clima di terrore''. Per un episodio di violenza che, anche secondo lo stesso Gip Poli, non trova alcuna giustificazione reale, se non nella volontà di dare sfogo ad un impulso criminale. E che sarebbe, comunque, del tutto sproporzionato rispetto all’ ''offesa'' subita.
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