pubblicato il 17.02.19
Neofascismo, cacciatori di fake news a Savona: "Quell'eccidio fantasma del monte Manfrei" ·
Una strage partigiana mai provata che esiste solo per i nostalgici del ventennio. Ora un convegno cerca di far luce su un caso esemplare di propaganda revisionista, fortemente sostenuto dal consigliere Vaccarezza di Forza Italia
17 febbraio 2019
Da alcuni anni a giugno un gruppo di nostalgici del ventennio organizza la commemorazione di un eccidio di cui non esiste prova. Ma nonostante l’assenza di documenti, studi, testimonianze attendibili, riscontri, il presunto massacro del monte Manfrei nei dintorni di Urbe è ormai entrato a far parte di quel circuito revisionista della guerra di Resistenza nel quale i partigiani indossano le vesti dei carnefici e le camicie nere quelle delle vittime, mentre le truppe naziste quasi scompaiono come un dettaglio insignificante.
Per provare a fare un po’ di chiarezza, giovedì 21 febbraio a Savona, alle 20.45, presso la società di mutuo soccorso la Generale, l’associazione Villapiana Antifascista e l’Anpi hanno invitato a parlare del caso Manfrei gli storici e i ricercatori del gruppo “Nicoletta Bourbaki”, ovvero un collettivo che studia il revisionismo storiografico in rete, si occupa di false notizie a tema storico e sulle ideologie neofasciste, nato nel 2012 durante una discussione su Giap, il blog di Wu Ming. La loro inchiesta sul Manfrei è stata pubblicata on line verso al fine dello scorso anno.
Se il fantomatico eccidio del Manfrei è entrato a far parte di questa storiografia di comodo, il merito è di un gruppetto di sostenitori della Repubblica neofascista di Salò, un prete, qualche associazione di ex paracaduti e, soprattutto di Angelo Vaccarezza, ex sindaco di Loano, ex presidente della Provincia e oggi capogruppo di Forza Italia in Regione Liguria.
Neofascismo, cacciatori di fake news a Savona: "Quell'eccidio fantasma del monte Manfrei"
A sinistra Vaccarezza
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Vaccarezza ha partecipato all’inaugurazione del sacrario e ogni anno sui social non perde occasione per ricordare che a Manfrei sono state uccise “centinaia” di militari di Salò. Inoltre Vaccarezza partecipò alla contestatissima celebrazione dei caduti fascisti a Staglieno organizzata dai neofascisti di Lealtà Azione e alla quale partecipò in rappresentanza del sindaco il consigliere delegato Gambino. Vaccarezza, pur mai sfiorato dalle polemiche, è da sempre molto vicino a chi ricorda i repubblichini e a Manfrei ha partecipato anche con tanto di fascia istituzionale.
Quanto all’eccidio mai provato, la propaganda nostalgica dell’ultimo decennio trova spazio in questo periodo, con la salita al potere centrale e locale della Lega di Salvini che non nasconde simpatie per l’ultra destra. Il lavoro del collettivo Bourbaki è quanto mai dettagliato nel sottolineare i macroscopici buchi e passaggi illogici delle varie ricostruzioni della recente pubblicistica revisionista.
Neofascismo, cacciatori di fake news a Savona: "Quell'eccidio fantasma del monte Manfrei"
La commemorazione è occasione per indossare le divise del ventennio
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In particolare, emerge dallo studio, come i 200 marò che vennero catturati e tenuti prigionieri nei dintorni di Urbe furono poi condotti a Sestri Ponente con destinazione campi di prigionia in Toscana. Una decina di fascisti, riconosciuti dalla popolazione locale come i responsabili di efferate violenze venne effettivamente fucilata sul posto. Altri repubblichini vennero inoltre uccisi fra Urbe, Sassello e Palo ma le uccisioni sarebbero avvenute in precedenza e i corpi già recuperati prima del cosiddetto eccidio che secondo la onlus Croce del Manfrei, sarebbe avvenuto negli ultimi giorni di aprile del 1945. Bourbaki, inoltre, sottolineano come le prime notizie circa l’eccidio risalgano agli anni ’50 quando sindaco di Urbe era diventato un ex membro del partito fascista. Fra le molte ipotesi spacciate come verità con il fine di garantire anche alla Liguria una “foiba rossa” grazie alla quale nascondere rastrellamenti, stupri, uccisioni delle camicie nere, c’è anche la voce fantasiosa secondo la quale per seppellire i corpi dei duecento venne fatta crollare un costone di montagna con dell’esplosivo. Naturalmente non c’è alcuna prova concreta di tale ricostruzione.
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L’iniziativa di Anpi e di Villapiana Antifascista non sembra arrivare a caso. Da mesi, anche a Savona, come già era accaduto a Genova, l’onda nera neofascista si è estesa rapidamente. E accanto a iniziative solidali, sovraniste e popolari si accompagna una costante opera di propaganda volta in molti casi a mescolare le carte, assai chiare per la Storia con la “s” maiuscola, della guerra di Resistenza.
https://genova.repubblica.it/cronaca/2019/02/17/news/quell_eccidio_fantasma_del_manfrei_che_esisste_solo_per_i_nostalgici_del_ventennio-219316340/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P17-S1.4-T1
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