pubblicato il 20.08.19
Sì, il problema di Roma è (anche) Casapound ·
20 agosto 2019
Violenza per le strade, legittimazione dell'illegalità e avvelenamento dei pozzi: la formazione di estrema destra, al di là della retorica vittimista, è davvero uno dei punti critici della Capitale
Da qualche giorno la scritta “Casapovnd” non campeggia più sullo stabile di via Napoleone III, e a indicare la presenza del fiore all’occhiello delle occupazioni nere c’è uno striscione lievemente polemico che recita “Questo è il problema di Roma”. Tanti adesivi in giro per la città recano lo stesso slogan. Per una volta verrebbe da dargli ragione, perché la vicenda storica, politica, di ordine pubblico e amministrativo di Casapound indica come effettivamente il problema della Capitale risieda anche dentro il movimento di estrema destra.
Fin dal suo avvento sulla scena politica nazionale e romana Casapound ha mutato molte volte pelle e colorazione. Nei primi anni, oltre al claim “fascisti del terzo millennio”, il movimento di Gianluca Iannone ha stentato a definirsi di estrema destra; assumeva infatti la definizione di “estremo-centro-alto”, un modo come un altro per non destare troppo nell’occhio e finire nella ecumenica e silenziosa partitocrazia romana.
L’occupazione dello stabile di Via Napoleone III nasce sotto la giunta Veltroni assieme a molte altre occupazioni portate avanti dal duo Iannone-Giuliano Castellino (oggi tra le fila di Forza Nuova), che ai tempi erano in buoni rapporti. Aprono centri sociali a scopo abitativo un po’ in tutta Roma, e un po’ in tutta Roma l’allora sindaco Veltroni pone le basi per una legittimazione politica dei movimenti di estrema destra che ottengono stabili comunali in cambio dello sgombero di quelli occupati. Accade al Foro 753, struttura non legata a Casapound ma a un ex consigliere comunale, Ugo Cassone, che occupò uno stabile al Celio – precisamente in via Capo d’Africa – che fu poi abbandonato dopo aver ottenuto dalla giunta un immobile in via Beverino.
A oggi le esperienze simili a Casapound sono numerose: si va da CasaMontag sulla Tiberina (una delle occupazioni più antiche), passando per la sezione del Blocco Studentesco in piazza Perin del Vaga, per arrivare a Il cerchio e la croce, il Circolo Futurista Casalbertone, Area 19 e Casa d’Italia a Guidonia. Proprio questa ultima esperienza ci racconta una fase successiva a quella veltroniana, ovvero l’epoca Alemanno, che arruolò nel suo personale politico proprio Giuliano Castellino, fautore di molte occupazioni a scopo abitativo.
L’ingaggio di Castellino con Alemanno crea una frattura nell’estrema destra romana e Casapound rompe con Alemanno. Castellino nel frattempo crea il Popolo di Roma, una formazione che arriva a farsi assegnare addirittura una cisterna idrica dentro Villa Borghese, un bene monumentale che diviene simbolo della potenza politica del fondatore neofascista e dei suoi legami con l’amministrazione.
Roma dal 2003 è un laboratorio fecondo dell’estrema destra locale, che ancora prima era stata una colonna numerosa andata a ingrossare le file del nuovo centrodestra berlusconiano dal 1994 in poi. Questo dato politico è il vero problema di Roma e man mano sta diventando il problema anche dell’intero paese. La lacerazione prodotta in una comunità solida – e solidale – come quella delle periferie romane da parte di movimenti come Casapound è il problema per antonomasia, si direbbe anzi, dato che la disgregazione del tessuto sociale – venduto dalla Giunta Veltroni in nome della pax ideologica dei primi anni Duemila – ha portato lentamente i suoi frutti avvelenati fatti di aggressioni e di una insicurezza percepita nei luoghi di aggregazione sociale (basti pensare ai recenti accadimenti che hanno visto coinvolti i ragazzi del Cinema America).
Anche sotto questo punto di vista gli episodi che hanno riguardato Casapound a Roma sono numerosi e gravi: dal 2011 a febbraio del 2016 sono stati 20 gli arrestati fra militanti e simpatizzanti della formazione di estrema destra, e 359 i denunciati; senza dimenticare che nel 2011 a Firenze Gianluca Casseri – simpatizzante e militante di Casapound – uccise due venditori ambulanti di origine senegalese. Tornando a Roma, nel 2011 c’è da registrare la misteriosa gambizzazione di Andrea Antonini, allora coordinatore e oggi uno dei leader del movimento, e la condanna a 2 anni e 8 mesi per Alberto Palladino, dirigente di Casapound Italia del IV Municipio, per l’aggressione ad alcuni esponenti dei Giovani Democratici la notte del 2 novembre 2011.
Persino da un punto di vista economico Casapound è un problema per Roma, perché come il sistema di cui vorrebbe essere antagonista, la sua libertà pesa sulle tasche dei contribuenti, così come ha certificato la Corte dei Conti che a giugno nell’atto con cui chiude l’indagine sull’immobile dichiara: “Non è tollerabile in uno stato di diritto una sorta di ‘espropriazione al contrario’ che ha finito per sottrarre per oltre tre lustri un immobile di ben sei piani, sede storica di uffici pubblici, al patrimonio (indisponibile) dello stato, causando in tal modo un danno certo e cospicuo all’erario”, danno che per i giudici contabili ammonta a 4,6 milioni di euro.
Oltre a questo, in piena tradizione partitocratica, gli occupanti di Casapound secondo un rapporto della Guardia di Finanza non si trovano in situazione di indigenza economica, tanto che tra loro figurano impiegati in Regione, nell’ente comunale Zetema, nell’azienda di trasporto Cotral, al Policlinico Agostino Gemelli con redditi variabili tra i 30mila e i 55mila euro all’anno, e lo stesso leader Gianluca Iannone che una casa potrebbe permettersela assieme a sua moglie Maria Bambina Crognale visto che nel 2017 hanno guadagnato assieme intorno ai 30mila euro, stando ai dati.
Anche per questa modalità operativa, incurante dell’incoerenza tra quanto professato e quanto poi applicato, si può dire che Casapound è uno dei grandi problemi di Roma: non saranno certamente Virginia Raggi e il Movimento 5 stelle a risolverlo, visti la profondità, il radicamento e il riconoscimento che l’organizzazione ha assunto in questi anni. Un palazzo, di per sé, può lasciare il tempo che trova; ma il clima di mancanza di rispetto delle regole e disprezzo del diverso, unito al metodico avvelenamento dei pozzi per istigare i peggiori e più bassi istinti sociali, colpisce molto più a fondo. Ed è ora di accorgersene e correre ai ripari, anche se i fascisti si giocano la carta delle vittime.
https://www.wired.it/attualita/politica/2019/08/20/casapound-roma-problema/
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