pubblicato il 21.10.19
Roma Cinema America, domiciliari per gli aggressori ·
21 ottobre 2019
Colpiscono le parole del Gip Clementina Forleo contenute nell’ordinanza di arresto ai domiciliari a carico dei tre attivisti di Blocco studentesco e CasaPound, che nella notte tra 15 e 16 giugno aggredirono un gruppo di ragazzi rei, ai loro occhi, di portare la maglietta «antifascista» del Cineesma America. Colpiscono, perché il giudice Forleo sottolinea che l’episodio: «Deve considerarsi di particolare allarme sociale. Speculare di un più ampio disegno di sopraffazione politica nell’ambito di un territorio che gli indagati considerano di “loro appartenenza”, e in cui l’ubicazione del Cinema America appare sgradita». L’aggressione avvenne nella notte tra 15 e 16 giugno. Iniziata dal trentottenne Stefano Borghese, che aveva intimato a David Habib, incontrato a Trastevere in via San Francesco a Ripa, di togliersi la maglietta del Cinema America perché antifascista, e aveva generato l’aggressione dei suoi compagni ai danni di David e del suo gruppo di amici, poi culminata nella bottigliata di Matteo Vargiu, 23 anni, al volto di Valerio Colantoni, e nella capocciata di Marco Ciurleo, anch’egli ventitreenne, a David Habib Per il gip Forleo, quindi, l’aggressione va contestualizzata in un panorama: «Di più alto disegno di sopraffazione politica» che deve destare: «Particolare allarme sociale». Vargiu, Ciurleo e Borghese, solo tre dei nove aggressori, sono stati identificati grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza dei negozi in via San Francesco a Ripa, dalle quali gli inquirenti sono riusciti a risalire alle loro foto, che i ragazzi aggrediti hanno confermato. I tre sono stati arrestati lunedì 7 ottobre dagli agenti della Digos su richiesta del pm Eugenio Albamonte, per: «Tentata violenza privata e lesioni personali aggravate dai futili motivi legati all’appartenenza delle vittime a un contesto sociale e politico di ideologia opposta». Si tratta di tre militanti di CasaPound, e del suo movimento giovanile, il Blocco Studentesco, che hanno, soprattutto Vargiu e Ciurleo, una lunga serie di precedenti per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, invasione di edificio, tutti reati: «Legati - si legge nell’ordinanza del gip - alla loro appartenenza alla destra radicale». I fatti del Cinema America sono per il presidente dell’associazione, il ventisettenne Valerio Carocci: «Più legati alla nostra presenza nelle periferie che nel centro storico. Le nostre iniziative a Ostia, Tor Sapienza, Tor Cervara, Casal Bruciato, spaventano la destra che ha sempre rivendicato una presenza storica in quei territori. La molla che ha fatto scattare tutto sono le centinaia di famiglie che, a prescindere dal credo politico, seguono quello che facciamo, in incontri e confronti che fanno crescere le persone e che spaventano chi fa propaganda politica nell’ignoranza, basandosi sulla violenza e non sulla democrazia». Carocci ha aggiunto inoltre: «Noi ci costituiremo parte civile al processo. È una decisione che abbiamo preso in accordo con tutti i 21 ragazzi “storici” animatori della nostra associazione Piccolo Cinema America». Le varie aggressioni ai ragazzi del Cinema America, tra cui quella della notte tra 15 e 16 giugno a Trastevere, le minacce alla ex fidanzata di Carocci Federica Zacchia del 19 giugno e l’aggressione a Frosinone del 29 luglio, vanno, come traspare dalle parole del gip Forleo, contestualizzate nel più ampio fenomeno di graduale crescita dei movimenti di destra radicale sul territorio capitolino, regionale e nazionale. Questi movimenti continuano a crescere e a radicarsi a Roma e in tutta Italia, come testimoniano gli ormai tanti singoli episodi che formano l’inquietante mosaico che ci mostra quanto, sul territorio della nostra città, della nostra regione, del nostro paese, sia ancora radicata e forte l’influenza della cultura della destra radicale, di evidente ispirazione nazi-fascista, come viene evidenziato dallo studio sistematico del giornalista di Repubblica Paolo Berizzi, nel suo libro “Nazi Italia. Viaggio in un Paese che si è riscoperto fascista”. Il problema non è però soltanto italiano. L’inquietante attacco del neonazista ventisettenne Stephan Balliet alla sinagoga di Halle, in Germania, ci testimonia che la questione riguarda quantomeno tutto il vecchio continente. È un problema vasto, complesso, serio, impossibile da approfondire in questa sede, in cui si può solo ribadire che, come afferma il gip Forleo, la questione deve: «Allarmarci», visto e considerato che, per una piccola ma sempre più inquietante frangia della nostra società, Balliet è l’eroe, e la democrazia coi suoi valori il nemico.
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