pubblicato il 19.09.20
Ultras Lazio, la sede di Diabolik sarà sgomberata, il cerchio sulla morte si stringe ·
La sindaca di Roma Virginia Raggi vuole liberare i locali Inail occupati in via Amulio, mentre il Questore emette 44 Daspo e la sorella di Fabrizio Piscitelli viene indagata per corruzione in una inchiesta su presunti favori agli Irriducibili detenuti
18 settembre 2020
Una sequenza apparentemente scollegata di fatti ha attraversato nelle ultime ore mondi e vicende connesse alla morte di Fabrizio Piscitelli, Diabolik, il leader degli Irriducibili freddato con un colpo di pistola nell’agosto dello scorso anno in via Lemonia, nel Parco degli Acquedotti a Roma. Cioè a pochi centinaia di metri dalla sede del Municipio Roma VII, dove giovedì la presidente Monica Lozzi, da poco passata dal Movimento Cinque Stelle ad Exit Italia di Gianluca Paragone, dando indicazione di astensione alla sua maggioranza, ha bocciato l’approvazione di una delibera di sgombero dei locali Inail occupati dagli Ultras Lazio in Via Amulio, 47 promossa dalla consigliera del Partito Democratico Francesca Biondo. Una delibera che chiedeva al Municipio di attivarsi presso le istituzioni competenti (Comune e Questura) per mettere fine ad una decennale occupazione di quei locali che furono ceduti da Forza Nuova a Piscitelli, locali che come già raccontato nelle nostre inchieste sono stati addirittura cancellati dalle planimetrie. Tuttavia, per il capogruppo del Movimento Cinque Stelle in consiglio municipale Andrea Guido Roy, «questo gruppo non produce problemi di legalità sul nostro territorio, che non si può certo dire che sia attraversato dalla violenza». E pazienza per la bomba carta esplosa in piena notte oltre un anno fa davanti alla sede, i numerosi episodi di violenza squadrista, le affissioni abusive partite neanche un mese fa e l’omicidio dello stesso Piscitelli avvenuto nel tardo pomeriggio in un parco pubblico dello stesso territorio. «Per i Cinque Stelle del Municipio l’atto non meritava di essere votato perché “ideologico” - ha dichiarato Francesca Biondo, che ha poi sottolineato che «non hanno detto una parola sul traffico di stupefacenti e il danno continuo per i residenti che fanno la gincana tra intimidazioni e occupazione di tutta la via fino a tarda notte».
Mentre Roy e la presidente Monica Lozzi mitizzavano, il Questore di Roma Carmine Esposito emetteva 44 provvedimenti di Daspo nei confronti di altrettanti appartenenti degli Irriducibili che scontano misure cautelari legate all’operazione “Grande Raccordo Criminale” che nel novembre 2019 aveva di fatto smantellato, grazie alle indagini del Gico della Guardia di Finanza di Roma, l’organizzazione criminale di Fabrizio Piscitelli e Fabrizio Fabietti che saldandosi avevano unito le piazze di spaccio di Tor Bella Monaca e di Roma Nord. I Daspo, definiti «fuori contesto» poiché riferibili ad azioni che scaturiscono da episodi avvenuti fuori dallo stadio, sono l’ultima dimostrazione che gli Irriducibili ieri e gli Ultras Lazio oggi agiscono da canale di confluenza di molteplici interessi illeciti, avendo una struttura di tipo organizzativo al loro interno che coniuga diversi interessi ma un unico scopo: fare soldi.
Dopo l'astensione maturata in VII Municipio e l’emissione dei Daspo è intervenuta la sindaca di Roma, Virginia Raggi, che chiederà all'Inail, proprietaria dello stabile, e alle forze dell’ordine di procedere alla liberazione dei locali, colmando così un vuoto politico che rischiava di far diventare il voto municipale una “Caporetto” della legalità.
Secondo quanto si apprende da fonti del Campidoglio, la mozione gemella che richiede lo sgombero promossa dal consigliere dem Giovanni Zannola in Assemblea Capitolina sarà votata i primi giorni di ottobre, dopo l’assestamento di bilancio. Vista la diversa complessità dell’operazione di sgombero di Casa Pound, il tutto dovrebbe essere concluso entro la fine dell’anno. Ma i guai per gli Ultras Lazio non finiscono qua perché, nonostante il cambio di nome, il gruppo sta perdendo l’antica egemonia del muretto della Curva Nord. Sono sempre di più i tifosi che si dissociano dal modus operandi e dall’ideologia fascista del gruppo, tanto che qualche settimana fa sulla pagina “La voce della Nord” (pagina ufficiale degli Ultras Lazio), dopo pochi minuti la pubblicazione della foto di uno striscione che recitava «Il vostro inchiostro non macchia i nostri ideali. Saluti romani a tutti siamo i soliti laziali», gli amministratori hanno rimosso il contenuto perché sommersi dalle critiche dei tifosi biancocelesti stanchi dell’assimilazione dei colori della propria squadra alla figura di Piscitelli, ai suoi giri criminali e all’ideologia neofascista. A questo proposito, è da registrare anche la nascita dell’associazione “Lazio e libertà”, che promuove l’integrazione culturale, sportiva e combatte ogni forma di fascismo o discriminazione ed in poco tempo ha radunato tantissimi tifosi stanchi dell’equazione “laziale=fascista”. L’associazione qualche giorno fa ha esposto uno striscione davanti la sede della Lazio a Formello con lo slogan «La Lazio non è nera, ma bianco celeste».
Gli Ultras Lazio sembrano comunque non accantonare i loro propositi e, anche se non è possibile accedere allo Stadio Olimpico per assistere agli incontri casalinghi della Lazio, in spregio ed opposizione ad ogni dispositivo di sicurezza per l’emergenza Covid il gruppo ha convocato la tifoseria a Ponte Milvio già questo sabato, alle 15, per l’amichevole della Lazio contro il Benevento, sotto il motto «che nessun si tiri indietro, non si ceda neanche un metro», si apprestano alla prima esibizione pubblica che si annuncia ovviamente fuori da ogni legalità.
Sul versante connesso alla figura di Fabrizio Piscitelli, invece, ci sono da registrare due episodi: il primo riguarda la sorella, Angela, impiegata al ministero della Giustizia, che è stata colpita da un avviso di garanzia per corruzione nell’ambito di una inchiesta che, secondo gli inquirenti, avrebbe favorito diversi detenuti del carcere di Regina Coeli mediante un sistema i pizzini che i detenuti, tutti legati agli Irriducibili, avrebbero utilizzato per comunicare all’esterno del penitenziario, ricevere comunicazioni, droga e altri benefici in cambio di soldi e biglietti per assistere ad eventi ceduti ad una rete di agenti penitenziari capitanati da Antonio Pappone, sodale degli Irriducibili e amico di Piscitelli. Gli uomini della Guardia di Finanza, durante la perquisizione nella sua abitazione, avrebbero trovato 4000 euro in contanti, una pianta di marijuana e una poesia dedicata allo stesso Diabolik.
In particolare il braccio destro di Piscitelli, Marco Turchetta, detenuto in seguito all’operazione “Grande Raccordo Criminale” avrebbe fatto giungere in questo frangente all’esterno un messaggio chiaro: «Non mi pento». Un messaggio che ha rassicurato l’ambiente della criminalità organizzata romana e che racconta il sottobosco di complicità interne ed esterne che si celano dietro l’assassinio di Fabrizio Piscitelli. Secondo un nostro informatore, in passato facente parte di una batteria di picchiatori che agiva per conto del sodalizio, «quel messaggio racconta molte cose. Chi ha ucciso Piscitelli è pronto ad uccidere ancora, se internamente verranno svelati gli assetti e le motivazioni che hanno portato al superamento del comando di Diabolik. Lo sapevano tutti quelli che gli stavano intorno che avrebbe fatto una brutta fine: è stata una congiura e anche l’atteggiamento morboso che hanno sulla sua memoria lo conferma, con queste scenate - continua la nostra fonte - cercano di coprire le loro responsabilità e di non dare adito alle rivelazioni sulla vera natura di Fabrizio, che non era un santo e non era manco fedele».
Chissà se nelle prossime settimane mentre qualcuno sgombererà i locali di Via Amulio si scioglieranno gli ultimi nodi intorno alla morte della “Strega” Piscitelli, chissà se chiusa una sede e individuato un assassino la storia lo lascerà riposare in pace o se altre trame e altri collegamenti emergeranno, perché forse è vero che «è uno che, se muore, non ci credere, perché è capace pure di rinascere», così come è vero che, sempre più, i sodalizi criminali di Diabolik somigliano per intensità e metodi ad una mafia nuova e antica al tempo stesso.
https://espresso.repubblica.it/attualita/2020/09/18/news/ultras-lazio-vicino-lo-sgombero-per-la-sede-di-via-amulio-a-roma-il-braccio-destro-di-diabolik-marco-turchetta-dal-carcere-non-mi-pento-1.353382
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