pubblicato il 21.10.20
Modena, "Torna nel tuo paese" aggredito a bastonate e colpi di machete ·
Così è avvenuta l'aggressione, il 15 luglio in strada a Modena, ai danni di un 22enne del Burkina Faso, per cui sono stati arrestati padre e due figli, tutti italiani, di 53, 30 e 24 anni.
21 Ottobre 2020
MODENA Uno lo ha preso a bastonate in testa, un altro lo ha colpito con il machete e lo ha accoltellato a un braccio. Intanto gli gridavano offese razziste e frasi come: «Tornatene al tuo Paese, qui comandiamo noi». Così è avvenuta l'aggressione, il 15 luglio in strada a Modena, ai danni di un 22enne del Burkina Faso, per cui sono stati arrestati padre e due figli, tutti italiani, di 53, 30 e 24 anni.
Gli agenti hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip della città emiliana, nei confronti di un 53enne e dei figli di 30 e 24 anni. I tre sono ritenuti responsabili, in concorso, di tentato omicidio aggravato da discriminazione e odio razziale. I fatti risalgono a metà luglio scorso ed erano avvenuti in una zona della periferia di Modena.
https://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca/2020/10/21/news/modena-torna-nel-tuo-paese-e-lo-aggrediscono-a-bastonate-e-colpi-di-machete-1.39442924
"Tornatene al tuo Paese", e poi i colpi di machete: Modena, tre arresti per tentato omicidio con odio razziale
La vittima è un ragazzo del Burkina Faso. In carcere un uomo e i due figli
21 Ottobre 2020
MODENA - E' stato colpito prima con bastonate in testa, poi ferito con un machete al braccio, mentre veniva coperto di offese razziste come "Tornatene al tuo Paese, qui comandiamo noi": per l'aggressione a un 22enne del Burkina Faso sono finiti ora in carcere un uomo di 53 anni e i suoi due figli, di 30 e 24 anni. Per loro l'accusa formilata è di tentato omicidio aggravato da discriminazione e odio razziale.
L'episodio è avvenuto il 15 luglio nella zona sud della città e si tratterebbe di una spedizione punitiva, secondo quanto accertato dalle indagini della squadra mobile. Il ragazzo sarebbe stato preso di mira per i contatti di conoscenza che aveva con alcuni marocchini con cui gli aggressori avevano un conto in sospeso, ma la sua unica 'colpa', spiegano gli investigatori, è quella di essersi trovato "al posto sbagliato al momento sbagliato". Il giovane ha tentato di difendersi dai fendenti e per questo è stato colpito al braccio e non in parti letali, ma anche ora, dopo un'operazione, non ha recuperato la piena funzionalità dell'arto.
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