pubblicato il 1.10.21
Fanpage, Lobby Nera: inchiesta sulla destra neofascista ·
Il fascismo è ancora tra loro, ma la destra italiana fa finta di non vederlo
L’inchiesta di Fanpage.it sulla Lobby Nera della destra milanese e sui suoi legami con Fratelli d’Italia rivela il legame irrisolto tra la destra istituzionale italiana e il suo ingombrante passato. Che non se ne sia accorta, o che abbia fatto finta di non accorgersene, tocca a Giorgia Meloni archiviare definitivamente ogni deriva neofascista dal suo partito.
I saluti romani e gladiatori. I candidati di Fratelli d’Italia che si chiamano tra loro “camerati”, e rivendicano la loro identità fascista. I “boia chi molla” e le irrisioni a neri, ebrei e giornalisti sotto scorta perché minacciati da gruppi neonazisti. Le battute sulla birreria di Monaco in cui Hitler iniziò la sua ascesa politica verso la dittatura, la guerra e la Shoah.
No, ci dispiace, ma non riusciamo a cogliere la goliardia in tutto quel che abbiamo visto con gli occhi del nostro giornalista infiltrato nella destra milanese nei tre anni in cui è maturata l’inchiesta di Fanpage.it sulla “Lobby nera”.
E no, ci dispiace, non riusciamo nemmeno a tracciare una linea netta che marchi la differenza tra la destra istituzionale e in doppio petto, quella che siede nel Parlamento italiano ed europeo, e che governa città e regioni, e l’estrema destra neo fascista e neo nazista che prova a condizionarla e permearla.
Ancora: no, ci dispiace, ma non è un problema nostro, se non ci riusciamo. Semmai, a fronte di quel che è emerso nella prima puntata della nostra inchiesta, è un problema tutto di Giorgia Meloni e della leadership del suo partito, Fratelli d’Italia. Che si ritrova a dover fare i conti, ancora una volta, con un’eredità e un album di famiglia che riappare improvvisamente più vivo e vegeto che mai, a quasi trent’anni dalla svolta di Fiuggi di Gianfranco Fini e a 18 anni dalla visita in Israele dell’allora Presidente di Alleanza Nazionale, quella in cui definì il fascismo come “male assoluto”.
Oggi, di quel “fascismo come male assoluto” si sono perse le tracce. Rimane il fastidio e l’imbarazzo di Giorgia Meloni, che ci chiede di poter visionare tutto il nostro girato, come se esistesse qualche trucco di montaggio capace di trasformare una stretta di mano in un saluto romano, o un “cheese” in un “Berizzi”. Un saluto romano è un saluto romano, punto. E rimane tale, anche con quelle decine di ore di girato attorno. Glielo diciamo per evitare perda troppo tempo a cercare un trucco che non c'è. Poi faccia lei.
Rimane l’ipocrisia di Carlo Fidanza, che ancora oggi si definisce alieno a un mondo che, affinché fosse tale, avrebbe dovuto tener lontano da ogni evento elettorale e dallo staff della campagna elettorale dei suoi candidati consiglieri, cosa che non avviene.
E rimane lo sconforto nel vedere i due candidati consiglieri scelti proprio da Fidanza come suoi rappresentanti in consiglio comunale, Chiara Valcepina e Francesco Rocca, così disinvolti nell’indossare l’abito del fascista 2.0, che chiacchierano di immigrati da sterminare mentre sorseggia uno spritz, o che congeda la sua “allegra brigata nera” al grido di “boia chi molla”.
Nel migliore dei casi, è una catastrofe politica e culturale: quella di una leader che nemmeno si accorge che i neo fascisti da cui si vuole affrancare si sono agevolmente infiltrati nel suo partito a sua insaputa. Di un capo delegazione al parlamento europeo con un senso dell’umorismo e dell’opportunità imbarazzanti, che mentre dice di dover restare “pulitissimo” perché “nel prossimo anno e mezzo mi gioco tutto”, si diverte a fare la caricatura del fascista in doppiopetto in un evento pubblico nel quale chiunque avrebbe potuto riprenderlo con uno smartphone. Di un partito che per colpa del destino cinico e baro, finisce per imbarcare quei giovani e brillanti neo fascisti che a parole vorrebbe mettere alla porta.
Nel peggiore dei casi, invece, è qualcosa di molto più grave. È l’ipocrisia di una destra che non solo non ha fatto i conti col suo passato, ma che sta nascondendo – per paura o per opportunità – questo legame mai reciso ai suoi elettori e al resto del Paese.
In entrambi i casi, non è con noi che Giorgia Meloni se la deve prendere, ma con se stessa, per non essersi accorta di cosa succede nel suo partito, o per non averlo affrontato. Al contrario, lei e i suoi tantissimi elettori che nulla hanno a che spartire con fascismo e nazismo, dovrebbero ringraziarci per aver offerto loro l’opportunità di fare pulizia di tutti i residui di un passato impresentabile. Quel che abbiamo mostrato nella nostra inchiesta è di supremo interesse pubblico. Ma è soprattutto interesse loro. Non sprechino la possibilità di affrontare i loro demoni: certe occasioni non capitano due volte.
https://www.fanpage.it/politica/il-fascismo-e-ancora-tra-loro-ma-la-destra-italiana-fa-finta-di-non-vederlo/
La campagna elettorale delle Comunali di Milano di Fratelli d’Italia fra camerati, lobbisti e soldi in nero
Nella prima puntata dell’inchiesta di Fanpage.it “Lobby nera”, vi mostriamo come Carlo Fidanza, europarlamentare e capo delegazione di Fratelli d’Italia, parli del candidato sindaco della sua coalizione Luca Bernardo, e prenda in giro Paolo Berizzi, giornalista sotto scorta perché minacciato dai neonazisti. Nella stessa serata, Fidanza e l’estremista di destra Roberto Jonghi Lavarini, circondati da camerati e candidati, spiegano a un nostro giornalista sotto copertura un modo per dare al partito dei soldi in nero per la campagna elettorale, utilizzando delle “lavatrici”.
Il 22 settembre del 2021 riceviamo una telefonata: l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Carlo Fidanza vuole incontrarci. A comunicarcelo è il "Barone Nero", soprannome di Roberto Jonghi Lavarini, già candidato alla Camera con il partito di Giorgia Meloni nel 2018 e condannato nel 2020 a due anni per apologia del fascismo. Quello che i due vogliono proporci è una modalità per finanziare la campagna elettorale di Fratelli d'Italia per le comunali di Milano.
Come siamo giunti a questo punto?
Quasi tre anni prima, nel 2019, un nostro giornalista è entrato in un gruppo di nostalgici del fascismo, massoni ed ex militari, fingendo di essere un uomo d'affari. Il gruppo è coordinato da Roberto Jonghi Lavarini, il "Barone nero" che da anni influenza le nomine e le politiche dei partiti istituzionali di destra e che adesso ha deciso di mettere le mani anche sulle comunali di Milano.
Video Fanpage su Fdi, procura Milano apre inchiesta: ipotesi finanziamento illecito a partiti
Dopo aver partecipato a decine di incontri riservati tra Jonghi ed esponenti di primo
piano della destra, veniamo a sapere che uno dei principali referenti del gruppo è l'eurodeputato Carlo Fidanza, big del partito di Giorgia Meloni, tanto da esserne diventato il capodelegazione al Parlamento europeo. Anche se in via non ufficiale, il "Barone" collabora alla campagna elettorale di Fratelli d'Italia e sponsorizza insieme all'eurodeputato la candidata al consiglio comunale Chiara Valcepina. Jonghi la definisce "Patriota fra i patrioti, poi anche candidata", lasciando intendere che potrebbe "usare un altro termine al posto di patriota". Per intenderci, i due si scambiano più volte il saluto gladiatorio.
È proprio il "Barone" a presentarci la candidata Valcepina durante un aperitivo con i suoi sostenitori, dicendole che lavoriamo per una importante società finanziaria a livello internazionale.
Poche settimane dopo, il 3 settembre 2021 è la stessa Valcepina a introdurci come uomini d'affari a Fidanza, il quale si mostra subito disponibile ad aiutare la nostra società finanziaria con delle "sponde a livello internazionale". Siamo a un aperitivo elettorale e la candidata di Fratelli d'Italia sta tenendo un comizio in vista delle comunali di Milano, accompagnata dalla deputata di Fdi, Paola Frassinetti, e da altri candidati ai vari consigli municipali.
Nonostante la sua candidata stesse ancora parlando, l'europarlamentare Fidanza che ci aveva conosciuti soltanto da pochi minuti, ci chiama in disparte, proponendoci di finanziare un loro evento anche utilizzando del "black", cioè con soldi in nero: “Le modalità sono: o versare sul conto corrente dedicato che lei ha aperto per le elezioni, o, se vi è più comodo fare il black, lei si paga il bar e col black si coprono le altre spese, – dice sottovoce – a quel punto fai direttamente con lei, senza che diamo il black al bar, perché non è mai piacevole, poi la gente chiacchiera”.
È a questo punto che assecondiamo la sua richiesta, esclusivamente per capire come possano ricevere e giustificare dei soldi in nero. Scopriamo che l'uomo che si occuperebbe di questa operazione è sempre il "Barone", che di Fidanza è amico e referente, A lui chiediamo di spiegarci nel dettaglio come funziona il sistema per degli importi più alti: “Tot ai consiglieri di zona, quindi gli do i contanti e dico: ‘Fai l'evento, ma devi invitare la Valcepina, Fidanza e Rocca’ – spiega Jonghi – Gli altri, invece, due imprenditori se li prendono privatamente perché loro hanno il giro di nero e fanno versamenti sul conto della Valcepina”.
Sono loro stessi a fornirci ulteriori dettagli qualche settimana dopo, il 22 settembre 2021, durante una cena elettorale pubblica a cui veniamo invitati da Jonghi perché "l'eurodeputato vuole vederti". Mancano nove giorni al voto delle amministrative e siamo al termine di una “serata patriottica” organizzata dalla corrente del maggiorente di Fratelli d'Italia in vista del voto. È in questo contesto che l’onorevole e Jonghi ci spiegano come riuscirebbero a rendicontare il finanziamento in nero.
“Abbiamo trovato tramite il nostro presidente di circolo che è commercialista una serie di lavatrici – rassicura il “Barone nero” dopo averci chiesto di posare sul tavolo i telefoni – Abbiamo poi un giro, sistemiamo noi le cose con lui”, conclude indicando Fidanza, che è al suo fianco. L’europarlamentare conferma: “Roberto trova quattro o cinque professionisti, queste persone fanno loro il versamento tracciato sul conto elettorale”.
Alla serata patriottica non si parla solo di fondi sommersi. Oltre ai soliti comizi pre elettorali, gli esponenti di Fratelli d’Italia, che si definiscono "una allegra brigata nera", si lasciano andare a considerazioni di ogni genere. La candidata al consiglio comunale Chiara Valcepina esordisce esasperata: “Altri cinque anni di Sala e ci possiamo sparare”. Subito dopo di lei, l’altro candidato di punta del gruppo di Fidanza, Francesco Rocca, conclude così il suo breve comizio: “Vi ringrazio e boia chi molla”.
Quando tocca a lui, Carlo Fidanza è spietato col candidato sindaco del centrodestra Luca Bernardo: “Abbiamo fatto qualche cazzata anche noi, abbiamo messo un capolista un po’ particolare. Mai come in questo caso il vecchio motto montanelliano del turarsi il naso è la cosa da fare”.
Il resto della serata è un continuo di saluti gladiatori e di “camerata”. C’è anche chi, come la presidentessa del Municipio 7 Norma Iannacone rivendica la patente di vera “fascista”. Il candidato di Zona 3 Mattia Ferrarese, mentre si racconta un aneddoto su una persona di religione ebraica, fa il saluto romano, e Carlo Fidanza, in piedi accanto a lui, inizia a ridere e a mimare il gesto urlando in falsetto: “Camerata, camerata!”.
Quando arriva il momento della foto di rito, da pubblicare sui social, l’europarlamentare al posto del “cheese”, esorta tutti a dire il nome di Paolo Berizzi, il giornalista sotto scorta per le minacce ricevute dai neonazisti. I candidati se la ridono e in coro rispondono: “Berizzi”. Mentre stiamo per andare via, Fidanza ci prende di nuovo in disparte e ribadisce: “C’ho una partita: in un anno e mezzo mi gioco il futuro della mia carriera. Devo essere proprio limpido”.
https://www.fanpage.it/politica/la-campagna-elettorale-delle-comunali-di-milano-di-fratelli-ditalia-fra-camerati-lobbisti-e-soldi-in-nero/
Inchiesta Fanpage, il Barone nero Jonghi Lavarini: “Solo goliardate da bar, tanto rumore per nulla”
Il ‘Barone nero’ Roberto Jonghi Lavarini, uno dei principali organizzatori della campagna elettorale di Fratelli d’Italia a Milano, coinvolto nell’inchiesta di Fanpage.it ‘Lobby nera’, commenta così il video: “Tanto rumore per nulla, tanto fumo e niente arrosto. Solo battute, millanterie e goliardate da bar”.
Uno dei principali organizzatori della campagna elettorale per le amministrative di Fratelli d'Italia a Milano, Roberto Jonghi Lavarini, soprannominato il ‘Barone nero', storico esponente della destra milanese condannato a due anni per apologia del fascismo, ha commentato l'inchiesta di Fanpage.it, ‘Lobby nera‘, cercando di minimizzare le immagini riprese dal nostro giornalista infiltrato, durante alcuni eventi del partito: "Tanto rumore per nulla, tanto fumo e niente arrosto. Solo battute, millanterie e goliardate da bar".
Uno dei principali esponenti del partito di Giorgia Meloni, l'eurodeputato di Fratelli d'Italia, Carlo Fidanza, è stato costretto ad autospendersi, lasciando l'incarico di capodelegazione di Fdi al Parlamento Ue: nel video proponeva al giornalista di Fanpage.it, camuffato da imprenditore, di sostenere la campagna elettorale della candidata al Consiglio comunale di Milano, Chiara Valcepina, con finanziamenti irregolari: "È un chiaro, provocatorio e strumentale, attacco politico alla destra e al centrodestra, a due giorni dal voto", ha commentato Lavarini, che poi ha spiegato di attendere indicazioni da avvocati e amici coinvolti per diramare un comunicato ufficiale sulla vicenda. Il Barone nero nel video parla chiaramente di "lavatrici" per ripulire gli eventuali versamenti ricevuti in nero. Nel video vengono ripresi anche saluti romani, e si sentono battute contro di ebrei, frasi che inneggiano al fascismo e al nazismo.
L'esposto in procura presentato da Europa Verde
Europa Verde ha presentato un esposto alla procura di Milano, per chiedere un approfondimento sui retroscena dell'inchiesta giornalistica di Fanpage.it sui presunti finanziamenti in nero. L'esposto, firmato da Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, i due co-portavoce del partito ambientalista, è già al vaglio del procuratore Francesco Greco e sarà esaminato dai magistrati del dipartimento "Delitti contro la Pubblica Amministrazione", diretto dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, i quali dovranno valutare la presenza di profili penalmente rilevanti che potrebbero coinvolgere esponenti del partito di Giorgia Meloni.
https://www.fanpage.it/politica/inchiesta-fanpage-il-barone-nero-jonghi-lavarini-solo-goliardate-da-bar-tanto-rumore-per-nulla/
documentazione
r_lombardia
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