pubblicato il 9.03.22
A gennaio aggredito un 17enne in via Mazzini: oggi perquisizioni per 23 militanti di CasaPound ·
Il 22 gennaio, in pieno centro a Verona, un 17enne è stato aggredito da un gruppo di giovani ricondotti dalla Digos a CasaPound e Blocco Studentesco. Questa mattina sono scattate le perquisizioni per 23 di loro.
8 Marzo 2022
Perquisite questa mattina le abitazioni di 23 militanti di CasaPound e Blocco Studentesco, la relativa organizzazione giovanile. La Digos e la Procura di Verona hanno deciso questo passo in seguito all’aggressione dello scorso 22 gennaio in pieno centro a Verona. Un gruppo di giovanissimi, e in particolare un 17enne, avevano subito intimidazioni e anche aggressione fisica da parte di un gruppo di militanti della formazione di estrema destra, secondo la ricostruzione della Digos della Questura scaligera.
L’aggressione del 22 gennaio 2022
Era il 22 gennaio scorso quando un ragazzino di soli 17 anni è stato aggredito nella centralissima via Mazzini sotto gli occhi attoniti di chi si trovava lì per fare shopping o per godersi la bella giornata di sole.
La vittima non era sola, ma in compagnia di altri 4 amici, tutti minorenni proprio come lui e tutti “colpevoli” di aver incontrato sulla propria strada altri giovani, più grandi di loro, che quel pomeriggio avevano deciso di percorrere le vie del centro cittadino con un obiettivo ben chiaro: dare la “caccia” a chiunque sembrasse appartenere a una “baby gang”.
È stato questo il movente dell’aggressione, anche se la vittima e i suoi amici non appartengono a bande giovanili. Probabilmente il loro modo di vestire, i loro tratti somatici o chissà cos’altro hanno fatto sì che venissero così etichettati dal “gruppo” e quindi ritenuti meritevoli di particolare attenzione.
L’aggressione trova origine nel “confronto” avviato sui social tra giovani appartenenti alla formazione di estrema destra CasaPound Italia ed un giovane verosimilmente appartenente alle sedicenti baby gang, dimorante in provincia di Milano. Agli insulti scambiati reciprocamente sui social, è seguito un appuntamento per la resa dei conti in zona Torricelle che, secondo i piani, si sarebbe dovuto svolgere proprio nel primo pomeriggio di sabato 22 gennaio.
Il tutto non è sfuggito, però, alla Digos scaligera che, oltre a denunciare il giovane dimorante in provincia di Milano per istigazione a delinquere, tenuto conto dei contenuti preoccupanti dei messaggi postati, ha monitorato le mosse dei giovani de “Il Mastino” (il punto di ritrovo in Veronetta, riconducibile a CasaPound Italia) e predisposto uno specifico servizio di osservazione finalizzato proprio a evitare che elementi delle due formazioni potessero dare seguito a quanto sino a quel momento prospettato solo nel mondo virtuale.
Nonostante l’attività preventiva, nel primo pomeriggio di sabato 22 gennaio, sulle Torricelle sono stati identificati dal personale Digos 23 giovani, tutti vestiti di scuro, alcuni con degli ombrelli al seguito nonostante la giornata di sole, e tutti appartenenti a CasaPound Italia e Blocco Studentesco (il movimento giovanile del partito). Alcuni di loro erano giunti da altre province.
La presenza di costoro non era casuale: secondo la Digos erano lì pronti a intercettare la controparte, nell’eventualità che quest’ultima avesse deciso comunque di presentarsi all’appuntamento. Dopo averli allontanati, si sono diretti in centro città sempre intenzionati a cercare qualcuno da “affrontare”. Infatti, giunti compatti all’altezza di Porta Leoni, hanno iniziato a inveire nei confronti di un ragazzo che aveva avuto l’unica responsabilità di incrociare il loro cammino.
Essendosi accorti della presenza del personale Digos, hanno deciso di desistere. Incamminatisi in via Mazzini sempre in maniera compatta e passando in rassegna con sguardi intimidatori tutti i giovani presenti, hanno raggiunto piazza Bra. Alcuni sempre muniti di ombrelli nonostante la giornata di sole. Approfittando dell’allontanamento momentaneo della pattuglia Digos per un altro intervento nella stessa piazza Bra, il gruppo è tornato in via Mazzini e ha agganciato le giovani vittime all’altezza della fontanella di fronte alla farmacia “Due Campane”.
Dopo avergli rivolto insulti e dopo averli minacciati, hanno deciso di passare alle mani: nel giro di pochi minuti uno dei cinque giovani è stato ripetutamente aggredito dal gruppo.
Dopo aver ricevuto calci e pugni da parte di tre militanti di Cpi, comunque spalleggiati dall’intero gruppo, il giovane è stato nuovamente afferrato all’altezza del negozio “Grand Vision”. Durante questa seconda aggressione, mentre uno dei militanti di Cpi (già coinvolto nella prima aggressione) ha afferrato e immobilizzato la testa del giovane stringendola in un braccio, lo ha costretto a voltare il viso verso gli altri, con due di loro (di cui uno responsabile anche della prima aggressione), lo colpivano nuovamente con calci e pugni al volto. Gli altri amici della vittima sono riusciti, invece, a scappare per le vie del centro.
Al giovane, immediatamente soccorso, è stata riscontrata una “policontusione” e “possibile infrazione ossa nasali” con prognosi di 15 giorni.
https://daily.veronanetwork.it/news/a-gennaio-aggredito-un-17enne-in-via-mazzini-oggi-perquisizioni-per-23-militanti-di-casapound/
Inseguimento e pestaggio in via Mazzini, adolescente picchiato dal branco
26 gennaio 2022
Ci risiamo. Il branco ha colpito ancora. Hanno avuto gioco facile stavolta, hanno preso di mira ragazzini più giovani in piena via Mazzini, nel pomeriggio di sabato, verso le 17. Quando la città cercava di affrancarsi da pandemia e contagi e più di qualcuno ha azzardato lo shopping in centro.
La vittima, un adolescente che è stato più lento degli altri a scappare e quindi è stato raggiunto dal branco che lo ha pestato di botte. Lasciandolo poi a terra con un occhio gonfio. Ci sono indagini in corso, e stanno coinvolgendo sia la Digos che squadra Mobile e Volanti. Si stanno visionando le immagini delle telecamere, alla ricerca di un indizio da cui partire per arrivare ad almeno uno dei responsabili e da lì, agli altri, in un domino di violenza che però rischia di trovare una barriera di omertà.
Gli inquirenti hanno ascoltato il ragazzo in due occasioni. La sua versione è cambiata nel corso delle ore. Prima ha denunciato che l’aggressione era iniziata in un luogo diverso, e quindi, in via Mazzini ci sarebbe stato l’epilogo. Il giovane, descritto come un «ragazzetto qualunque», nessun precedente. Purtroppo nel fine settimana, la cosa non è nuova, episodi come questi accadono.
Spesso vengono allertate le forze dell’ordine, non sempre si trovano i protagonisti delle scazzottate. Ma questa è avvenuta sotto gli occhi di molti, in un orario pomeridiano, e quando in circolazione c’erano numerose pattuglie visto che poche ore prima in piazza c’era stato il presidio dei no green pass.
«Ero con mio marito all’interno di un negozio di via Mazzini. Abbiamo sentito delle urla, e dalla vetrina abbiamo visto venti o trenta giovani correre in direzione di piazza Erbe. Ci siamo affacciati dalla porta del negozio e abbiamo visto il gruppo girare compattamente in vicolo San Tommaso Apostolo. A quel punto ci siamo accorti di un ragazzino sui 15 anni di età che piangeva, con un occhio gonfio e altri segni di percosse, e che veniva accolto e medicato dalle commesse di un negozio di abbigliamento. Ci siamo avvicinati e abbiamo ascoltato il suo racconto: lui e i suoi amici erano stati seguiti da piazza Bra da un gruppo di ragazzi più grandi di loro (all’incirca ventenni e forse più), provocati con spintoni e insulti, e infine rincorsi», ci racconta una testimone. «Il ragazzino che era rimasto più indietro era stato quindi aggredito con calci, pugni e colpi inferti con ombrelli. Mentre ascoltavamo il suo racconto, il ragazzino veniva raggiunto dai suoi amici, altri cinque giovanissimi, che avevano trovato rifugio in un grande magazzino e che confermavano l’accaduto. Abbiamo telefonato al 113, come hanno fatto altre persone che avevano assistito alla scena e sono giunti sul posto due equipaggi della polizia, oltre all’ambulanza del 118. I ragazzini aggrediti erano sconvolti, increduli del fatto di essere stati provocati senza ragione e anche del fatto che, da piazza Bra al termine di via Mazzini (a quell’ora gremita di gente) nessun adulto avesse capito cosa stesse succedendo».
«I ragazzini hanno detto, anche ai poliziotti intervenuti, che gli aggressori erano tutti vestiti di nero. Il particolare del vestiario ci è stato confermato da un militare di guardia davanti alla sinagoga: lui e il suo collega avevano notato un gruppo di più di venti persone, vestite di nero, dirigersi una mezz’ora prima verso piazza Bra», aggiunge la testimone. Nelle immagini delle telecamere cittadine che la polizia sta visionando si vede il gruppo di ragazzi vestiti di nero, ma non ci sarebbero altri elementi identificativi. «Quello a cui abbiamo assistito è un fatto gravissimo, e spero che non sia derubricato a semplice “bravata del week end” da parte di un gruppo di balordi, ma considerato un evento “sentinella” di quanto sta accadendo nella nostra città. È sconvolgente che, in pieno centro città, qualcuno si senta legittimato e impunito al punto di aggredire senza motivo altri ragazzi, peraltro più giovani. Mi auguro che la polizia possa individuare quanto prima i responsabili di un episodio che per fortuna non ha avuto conseguenze tragiche, ma che poteva sicuramente averle. Se vi sono gruppi organizzati che pensano di potere agire impuniti nella nostra città, mettendo in atto violenze e intimidazioni, vanno fermati prima che si ripetano tragedie come quella accaduta a Tommasoli», conclude la donna. Da quando è scoppiata la pandemia le forze dell’ordine si trovano a fronteggiare il nuovo allarme del disagio giovanile, argomento che è stato trattato più volte in sede di comitato ordine pubblico e che vede protagonisti, oltre alle forze dell’ordine, anche la scuola e gli psicologi e che vede protagonisti ragazzi di qualsiasi classe sociale..
https://www.larena.it/territori/citt%C3%A0/aggressioni-in-centro-in-corso-perquisizioni-nelle-case-di-23-militanti-di-casapound-1.9242289
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