pubblicato il 11.07.22
Assalto Cgil, condannati 6 esponenti della galassia nera: sei anni di carcere a Corradetti, Borra, Petri e Ursino ·
I responsabili dell'assalto dovranno scontare complessivamente 33 anni e 2 mesi di prigione. Ad aspettare fuori l'aula l'esito della sentenza del figlio della moglie, Giuliano Castellino. All'Anpi non è stato concesso alcun risarcimento
11 Luglio 2022
Hanno cercato di assaltare i palazzi delle istituzioni, devastando la sede della Cgil e trasformando una manifestazione contro il Green Pass in un giorno all'insegna della guerriglia urbana. Per questo motivo il tribunale di Roma ha condannato per devastazione e resistenza le sei persone che hanno scelto di essere giudicate con rito abbreviato a scontare complessivamente 33 anni e 2 mesi di carcere.
Si tratta di 6 esponenti della galassia nera che dovranno anche risarcire, secondo il giudice, la Cgil e l'associazione Societa Futura, mentre all'Anpi non è stato concesso alcun risarcimento.
Sei anni di carcere a Fabio Corradetti
C'è Fabio Corradetti, il figlio della moglie del leader romano di Forza Nuova, Giuliano Castellino, che attendeva fuori dall'aula di conoscere le sorti del ragazzo, mentre a settembre scoprirà l'esito del processo nei suoi confronti. Proprio Castellino, come anche Roberto Fiore, sono tornati in libertà (per loro cadono gli arresti domiciliari e resta la misura dell'obbligo di firma).
Corradetti è stato condannato a scontare 6 anni di carcere: "Nonostante la giovane età, oltre ad avere un precedente da minorenne per resistenza a pubblico ufficiale, è gravato da precedenti penali specifici per resistenza è lesioni e ha carichi pendenti per violazione di domicilio, possesso d'armi, danneggiamento e tentato omicidio", raccontano gli atti che lo descrivono intento a picchiare un agente e inserito nel gruppo che voleva assaltare le istituzioni.
Le pene per Borra, Petri, Ursino, Bellavista e Torcino
Anche Roberto Borra, Massimiliano Petri e Massimiliano Ursino sono stati condannati a scontare 6 anni di reclusione. Quest'ultimo è un volto già noto agli inquirenti. Classe 1976, la polizia di Roma lo ha segnalato subito dopo i fatti dello scorso 9 ottobre: "Ursino è una persona ampiamente nota a questo ufficio per la sua militanza nel movimento Forza Nuova, essendone responsabile della città di Palermo", si legge negli atti. E ancora Federico Torcino, 33 anni: condannato a scontare 4 anni e 6 mesi di carcere così come Francesco Bellavista, romano classe 1976, condannato a 4,6 anni.
I fatti sono noti. E iniziano lo scorso 9 ottobre, tra le vie del centro storico della Capitale, quando migliaia di persone si radunano per protestare contro le altre misure adottate dal Governo per contenere la diffusione del coronavirus. La manifestazione diventa violenta quando, dal palco di piazza del Popolo, il leader romano di Forza Nuova, Giuliano Castellino annuncia di voler "assediare la Cgil".
Spalleggiato dal suo mentore Roberto Fiore, dall'ex Nar Salvatore Aronica e da altri esponenti della galassia nera italiana, Castellino da il via a un corteo dove una cinquantina di persona si mette alla guida di circa 1500 facinorosi che cerca di assaltare i palazzi delle istituzioni. Si scontrano con la polizia e arrivano davanti la sede del più grande e antico sindacato italiano, la Cgil.
In Corso Italia decine e decine di persone riescono ad entrare tra le stanze della Cgil e devastano computer, porte, finestre e arredi. Il tutto sotto lo sguardo delle telecamere di sicurezza, qualcuno addirittura filmando la scena. Immagini che nei giorni seguenti hanno permesso al pm Gianfederica Dito e alla Digos di risalire agli autori della violenza, accusandoli, a seconda delle posizioni, di istigazione a delinquere, resistenza, devastazione e saccheggio. Un impianto accusatorio che oggi è stato confermato dal tribunale.
L'avvocato difensore: "Faremo appello"
"Questo è il risultato di un processo che definire 'mediaticò è riduttivo - ha commentato uscendo dall'aula l'avvocato Alessandro Marcucci, difensore di Roberto Borra - Purtroppo questi sono i rischi che si corrono nell'affrontare processi cosiddetti di rilievo sociale. I risultati che ne derivano non sempre rispondono a criteri di giustizia - ha continuato -. Attendiamo i 90 giorni che il giudice si è riservata per motivare la sussistenza del reato di devastazione, ma soprattutto il concorso di Roberto Borra nei reati che gli sono stati contestati, alla luce delle condotte realizzate, tutte riprese da video che obiettivamente avrebbero dovuto portare il Giudice ad un diverso convincimento, seppure in sede di giudizio abbreviato".
"Faremo appello - conclude il noto penalista - certi di poter ottenere giustizia dinanzi alla corte territoriale. Forse la sorpresa maggiore di questa sentenza, visto il clima in cui è giunta è stato vedere rigettata la domanda di risarcimento del danno avanzata da una delle parti civili costituita, l'Anpi".
https://roma.repubblica.it/cronaca/2022/07/11/news/assalto_cgil_prime_6_condanne_roma_devastazione_e_resistenza-357429999/
repressione_F
r_lazio
articolo precedente
articolo successivo