|
|
Articolo di Colaprico che individua l’inizio nell’impunità per i fatti di Conchetta
by da repubblica Saturday, Mar. 05, 2005 (indy)
La politica apra gli occhi.
Articolo molto interessante.
C´è da sperare che per una volta Milano contraddica la sua storia e che quello che sta accadendo ora, nelle sue strade, non si diffonda nel resto dell´Italia. Petardi, molotov e assalti stanno surriscaldando la campagna elettorale. Ragionando forse per schematismi, la destra di An e la sinistra di Rifondazione hanno alzato i toni e gli aggettivi della politica. E, nell´estrema e nell´estrema sinistra, qualcuno è passato ai fatti. Tutto questo non poteva non succedere. Proviamo a ricapitolare qualche evento, apparentemente scollegato.
Innanzitutto, due «entità» di non facile definizione – diciamo quello che resta dei naziskin e alcune frange di frequentatori dei centro sociali – sono da tempo ai ferri corti. Attacchi e furti reciproci, risse, agguati. L´episodio più grave sul Naviglio ad agosto, quando un gruppone di nazisti, frequentatori dello stadio, con mazze e coltelli hanno ridotto malissimo non pochi ragazzi del centro sociale Conchetta. Uno degli aggressori ha perso, nell´attacco, il portafoglio. È stato identificato e arrestato. Poco dopo messo agli arresti domiciliari. È vero che le indagini possono essere complicate, ma la sensazione (sbagliata) che si è diffusa nell´estrema sinistra è che «quelli di destra» non pagano mai, o quasi mai. E quindi, bisogna difendersi più duramente, e in proprio.
Di questo scenario giovanile, la politica può anche decidere di non tenere conto. Ma, nel frattempo, sono successe due cose. Nei piani alti dello scacchiere è accaduto un imprevisto. Alleanza nazionale deve fare i conti con l´uscita di Alessandra Mussolini. Il timore di perdere voti, e dunque terreno nei confronti dell´alleato non amato della Lega, An ha deciso di aggiungere un po´ di color nero nei suoi candidati. «Ci vuole più destra», è stato detto.
E così, per il timore di perdere voti, An ha preso la decisione drastica di aggiungere nero alle liste. «Ci vuole più destra», è stato stabilito. Ed ecco, come consiglieri regionali, due candidati un po´ speciali e molto visibili. Il «vecchio» Piergianni Prosperini, che nei manifesti s´è abbigliato da crociato autodefinendosi «flagello dei centri sociali». E c´è il «nuovo» Lino Guaglianone, tutto «Volontà e passione», come assicura il suo slogan in rima, ma con un passato particolare: era amico personale di Gilberto Cavallini, leader dei Nar, rapinatore, assassino di un giovane in eskimo e di due carabinieri. A quei tempi, l´ha aiutato. «Un favore a un amico», dice lui, ancora oggi, incurante del fatto che la sua candidatura abbia creato tante tensioni persino dentro il partito. È legittimo che una persona, dopo aver pagato i suoi debiti con la giustizia, torni alla vita normale e alla politica. È possibile che cambi atteggiamento. Ma un mese fa, Silvia Ferretto, nome di An in Regione, dovette abbandonare molto velocemente una riunione di partito, per contrasti con Romano Larussa, il grande sponsor di Guaglianone.
Nel frattempo il tam tam dell´estrema sinistra contro Guaglianone è stato fortissimo. E ha coinciso – ecco il secondo elemento totalmente imprevisto e potenzialmente micidiale – con la nuova strategia bombarola lanciata dalla «Federazione anarchica informale», alla quale avrebbero aderito, secondo fonti qualificate, alcune frange degli autonomi milanesi. Gli uffici di Prosperini e Guaglianone sono stati bersagliati con molotov e benzina. Un «contesto» tale da allarmare la prefettura, dove non si sottovaluta l´ipotesi di un´accelerazione verso lo schianto, verso qualcosa di più grave che «danni alle cose».
Perciò ieri in corso Monforte sono stati convocati velocemente istituzioni locali e sindacati: «La competizione elettorale rende gli animi più accesi e vivaci – ha sottolineato il prefetto Ferrante – e rappresenta un´occasione che può essere utilizzata da chi vuole seminare disordine…». Basterà questo appello? Difficile da dire. Per di più, questa mattina comincia il processo per direttissima contro Daniele Armanini, 28 anni, il frequentatore del centro sociale Vittoria arrestato otto giorni fa per la bottiglia incendiaria in corso Lodi contro uno dei tanti gazebo di Guaglianone.
Sarà questo giovane isolato ad essere il primo parafulmine di una vicenda che si va aggrovigliando? Che segnale lancerà oggi Milano al resto d´Italia?
piero colaprico