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Da Indymedia
contro il fascismo vecchio e nuovo per la liberazione degli antifascisti arrestati l’11 marzo.
LIBERI DI ESSERE ANTIFASCISTI!
Antifascismo è per noi cultura di libertà, desiderio di uguaglianza, di diritti e solidarietà, è lotta senza frontiere per un mondo di liberi e di uguali senza più classi né sfruttamento.
E’ così grande per noi la forza di questi ideali, per i quali generazioni di partigiani hanno lottato, da farci provare un immenso e profondissimo odio per il fascismo, il razzismo e ogni forma di prevaricazione.
L’ANTIFASCISMO NON SI ARRESTA.
L’autorizzazione data l’11 marzo al corteo della fiamma tricolore, partito dichiaratamente neofascista e neonazista, ha aperto una grande ferita a Milano, città dalle tradizioni antifasciste ormai lontane nel tempo.
Quella giornata ha segnato profondamente lo scenario politico milanese e non solo: 41 compagni/e venivano fermati dalle forze dell’ordine, e 25 sono tuttora detenuti nelle carceri di S. Vittore e Bollate con la pesante accusa, tra le altre, di concorso in devastazione e saccheggio.
L’impianto accusatorio contro gli antifascisti arrestati si fonda sull’estrema dilatazione del concetto di concorso per cui, anche prescindendo da prove su condotte specifiche, è la semplice partecipazione al corteo ad essere stata criminalizzata. Ciò dimostra ancora una volta l’asservimento della magistratura alle strategie repressive del potere.
E’ palese quindi come questa grave situazione imponga la necessità di un sostegno e di una difesa politica dei compagni/e incarcerati, che sono oggetto di una criminalizzazione orchestrata, ad ampio raggio, dalla classe politica istituzionale e amplificata dai media sull’onda della campagna elettorale.
Questa logica semplicistica che li dipinge come meri “teppisti della politica” non ci riguarda; il nostro compito è quello di far emergere il patrimonio politico fatto di percorsi di lotta e di ideali che contraddistingue la loro e la nostra vita e che l’11 marzo li ha portati ad essere in quella piazza.
Non occorre elencare i numerosi attacchi a luoghi e persone che negli ultimi anni si sono susseguiti in tutta Italia da parte di formazioni neofasciste; non occorre neanche soffermarsi sull’ondata repressiva che ha investito vari settori di movimento e opposizione sociale; a Milano basta la sentenza del processo S. Paolo, una pagina nera che chiude “coerentemente”, con pesanti condanne, il capitolo processuale, di quel 16 marzo 2003 quando i compagni e le compagne, che confluivano all’ospedale dopo l’assassinio di Dax e il ferimento degli altri compagni accoltellati, venivano violentemente caricati riportandoci alla memoria le violenze poliziesche alla scuola Diaz di Genova 2001.
PER UN 25 APRILE CONTRO IL FASCISMO VECCHIO E NUOVO E LA REPRESSIONE
Crediamo pertanto sia importante costruire per questo 25 aprile una grande giornata di mobilitazione partecipata e di massa. Questo anniversario, che ha senso solo se è continuità di lotta anticapitalista e antifascista, deve essere necessariamente accompagnato da una forte denuncia contro la repressione e contro la detenzione dei nostri compagni/e.
Una grande mobilitazione che abbatta il muro di isolamento che i mezzi repressivi dello stato ci hanno costruito intorno, superando ogni minoritarismo, con un segnale di forte e rinnovata capacità aggregativa.
Il nostro antifascismo non è riducibile solo ad una legittima pratica quotidiana di contrapposizione alla bande neonaziste, ma è espressione di una volontà più generale finalizzata alla crescita di una maggiore coscienza sociale nei quartieri, nelle scuole, nei luoghi del moderno sfruttamento di classe, per costruire una società alternativa senza più servi né padroni.
Un antifascismo che è parte di una lotta più generale contro il sistema capitalista, con una nuova capacità di raccogliere il dissenso e l’opposizione alla precarietà, alla discriminazione, ai privilegi, al razzismo, al sessismo e ad una società basata sullo sfruttamento.
Ore 14 Presidio di controinformazione San Babila
Ore 18 Presidio davanti al carcere di San Vittore
Prime adesioni: CSA VITTORIA, O.R.S.O., COA T.28., STUD. AUT. COMASCHI, C.S. ETEROTOPIA, GRUINK …
da Panetteria:
iniziative per ricordare la resistenza di ieri e di oggi
25 APRILE: NON SOLO UNA RICORRENZA
I partigiani lottarono contro l’oppressione nazi-fascista e da quella storia, pagata con il sangue, il confino e la prigione, maturò la convinzione e la coscienza di uno Stato laico e antifascista.
A distanza di 61 anni, una gioventù di precari, operai, studenti, eredi di quella storia ha cercato di impedire l’infame sfilata della Fiamma Tricolore, legittimata dal centro destra. Fascisti, cioè la peggiore espressione dell’autoritarismo di questa società, dell’esaltazione di valori militaristi funzionali alla guerra in atto, di campagne xenofobe contro gli immigrati al fine di innescare senso d’insicurezza e paura, distogliendo così l’attenzione contro il vero nemico che non è l’immigrato che vive le nostre stesse se non peggiori condizioni, ma il capitale che ci sfrutta e rende precaria la nostra esistenza.
Come i partigiani di ieri gli antifascisti e anticapitalisti di oggi non agiscono per “bande” come i media vogliono far credere ma sono presenti in tutte le lotte: contro la precarietà del lavoro, contro le carceri e i CPT per gli immigrati, nelle mobilitazioni contro la guerra e al fianco della resistenza irachena e palestinese, contro la riforma Moratti della scuola, contro gli sgomberi delle case occupate, a fianco delle popolazioni che lottano contro l’alta velocità (No Tav).
L’antifascismo è sempre stato un terreno d’intervento e di crescita di generazioni di militanti che hanno cacciato i fascisti dalle fabbriche, li hanno contrastati nei quartieri, li hanno affrontati in piazza e in strada proprio perché questi sono e saranno gli sgherri peggiori della reazione.
Si guarda il dito e non si vede la luna! Si considera violenza quattro macchine e una sede fascista bruciate e non si inorridisce di fronte alla perdita dei posti di lavoro, agli affitti alle stelle, ai mutui da strozzinaggio e alle bombe sganciate sulle popolazioni inermi per le guerre di rapina in Iraq ed Afghanistan.
Oggi come ieri, per tutte queste ragioni, chi non ha delegato l’antifascismo paga un prezzo altissimo: a tutt’oggi 25 compagne/i sono ancora incarcerate/i rischiando anni di galera.
Nonostante la repressione si manifesti con cariche di polizia, denunce ai picchetti operai, minacce di nuovi arresti e continui tentativi di criminalizzazione mediatico-poliziesca, continueremo a esercitare il nostro diritto di essere antifascisti e a pretendere una società diversa.
Solidarietà ai 25 compagni rinchiusi nelle carceri di S.Vittore e Bollate.
L’ANTIFASCISMO NON SI ARRESTA
LIBERTA’ PER I COMPAGNI ARRESTATI
LA SOLIDARIETA’ E’ UN’ARMA
Invitiamo tutti a partecipare alle seguenti iniziative:
Sabato 22 aprile presso la Panetteria Occupata
ore 15:00 incontro sull’attualità della memoria e revisionismo storico: Riflessione su Memoria e Oblio
a seguire “Itinerario Resistente” volantinaggio itinerante nel quartiere di Lambrate
Domenica 23 aprile
ore 12:00 in via Espinasse 172: pranzo di solidarietà e benefit per i compagni arrestati l’11 marzo
Martedì 25 aprile
presidio dalle ore 12,00 in Viale Padova angolo Via Cavezzali per raggiungere la manifestazione cittadina ed arrivare al carcere di San Vittore per far sentire la nostra solidarietà a tutte/i i detenuti
Panetteria Occupata,
via Conte Rosso 20 Milano
Da Indymedia
Dal coordinamento di lotta per la Palestina
APPELLO:25 Aprile 2006 Con chi lotta e non con chi condanna Libertà per gli antifascisti arrestati!
L’11 marzo antifascista a Milano è stato la più chiara manifestazione del fatto che i rigurgiti fascisti trovano e troveranno la più ferma e radicale opposizione proletaria nel nostro paese. Un chiaro monito ai mazzieri fascisti, ai loro fratelli maggiori squadristi in doppiopetto ora ministri del governo Berlusconi e ai loro burattinai della borghesia imperialista, la classe di criminali che sta nuovamente trascinando l’umanità nella catastrofe della guerra.
E’ proprio la guerra, conseguenza della crisi del capitalismo e della volontà di mantenere ed incrementare i profitti e di conseguenza lo sfruttamento e l’oppressione, che spinge la classe dirigente anche nel nostro paese a riesumare quello che sembrava morto e sepolto ma che in realtà è stato sempre preservato come arma strategica della borghesia contro il proletariato.
Fascismo e guerra vanno a braccetto. Lo sanno bene i popoli che lottano contro l’oppressione imperialista come il popolo palestinese e iracheno.
Anche la nostra classe dirigente ha le mani sporche di questo sangue.
Fascismo e attacchi alle condizioni di vita e di lavoro dei proletari vanno a braccetto. Come dimostra la limitazione del diritto di sciopero, le cariche della polizia contro i picchetti operai, le denunce contro chi lotta, la detenzione amministrativa, il razzismo, le violenze e gli omicidi contro i lavoratori immigrati.
In questa situazione dobbiamo portare profondo rispetto nei confronti di chi si oppone e ringraziare le centinaia di militanti antifascisti che sono scesi in piazza l’11 marzo ed esprimere la più completa e incondizionata solidarietà agli antifascisti arrestati.
Solidarietà che sta nella natura del movimento di classe come hanno mostrato gli studenti del Tenca che con la loro parola d’ordine “no Viola no scuola” hanno bloccato la didattica e occupato la scuola riuscendo ad imporre la liberazione della loro compagna arrestata.
Solidarietà che non può essere distinta dalla sostanziale rivendicazione politica della pratica dell’antifascismo militante. Perché questa è la nostra storia, dagli Arditi del popolo assieme a tutti quelli che si opposero al fascismo nel ventennio, ai partigiani e il movimento popolare di liberazione della Resistenza, ai militanti della Nuova Resistenza contro il neofascismo e le stragi di stato negli anni ‘60 e ‘70.
Vogliamo che questi compagni vedano riconosciuto il valore della loro azione e per questo proponiamo per loro, simbolicamente nell’incontro con i partigiani, la medaglia d’oro alla resistenza. Questo anche provocatoriamente, proprio nel momento in cui il Presidente di questo stato, che si dice fondato sull’antifascismo la concede invece al prezzolato mercenario fascista Quattrocchi a cui gli imperialisti riconoscono il “valore” di aver attivamente collaborato all’oppressione del popolo dell’Iraq.
A questo scopo si terrà un’assemblea antifascista a Milano il 21 aprile alle ore 21.00 presso l’Aula Magna del Liceo Tenca (Bastioni di Porta Volta/Viale Montello) con la partecipazione di due partigiani, “Sugo” e “Monello”, di compagni e compagne di varie realtà a livello nazionale, per preparare la partecipazione alla manifestazione del 25 Aprile e rivendicare la liberazione degli antifascisti arrestati.
Proponiamo inoltre a tutte le situazioni e ai singoli compagni di sottoscrivere il presente appello e di inviare saluti o interventi che saranno letti durante l’assemblea del 21 aprile a Milano e spediti in carcere.
Morte al Fascismo, libertà ai popoli!
Contro l’imperialismo e il sionismo
con la Resistenza delle masse arabe
Coordinamento di lotta per la Palestina
Studenti antifascisti contro la guerra
Per adesioni:
coordpalestina@yahoo.it,
kasa@inventati.org
25 aprile ‘06 LIBERI TUTTI!LIBERE TUTTE! SUBITO!!!
by c.o.a. T28 Monday, Apr. 24, 2006 at 3:43 PM mail:
25 aprile ‘06 LIBERI TUTTI! LIBERE TUTTE! SUBITO!!!
ORE 14.00 volantinaggio in p.zza San Babila
ORE 18.00 presidio davanti al carcere di San Vittore in solidarità agli/le arrestati/e
Il 25 Aprile ‘06 vogliamo manifestare nelle strade della città di Milano non solo per ricordare il giorno della Liberazione dal nazifascismo ed i tanti partigiani che hanno lottato per la nostra libertà, ma soprattutto per continuare quella lotta e per chiarire che l’antifascismo non è un valore del passato, legato ai giorni della Resistenza , perchè il fascismo è ancora una minaccia attuale.
Viviamo infatti un periodo in cui il riemergere di idee fasciste è palese , basta pensare alle recenti leggi varate o proposte: contro le donne , con l’attacco alla legge 194 e al diritto all’ aborto; contro i migranti, con l’introduzione di un vero e proprio reato, quello di essere straniero in questo paese; contro i lavoratori, con la legge Biagi che rende il lavoro sempre più precario, instabile e sfruttato; contro gli studenti, con la riforma Moratti , che sottrae fondi all’ istruzione pubblica per finanziare le scuole private e quindi estendere un tipo di cultura elitaria e sempre più funzionale alle leggi del mercato; contro la mempria storica con le proposte di attribuire la qualifica di ” militari belligeranti” ai repubblichini di Salò, equiparandoli ai Partigiani, e di definire le stragi naziste (Marzabotto, Sant’ Anna di Stazzema e altre) come “reati di natura politica” e quindi cancellabili con l’amnistia del ‘59.
Basta infine pensare alle ultime consultazioni elettorali in cui la destra al governo ha aperto spazi a vere e proprie formazioni neofasciste, come la Fiamma Tricolore, il nuovo Msi di Saya, il Mis di Rauti, Alternativa Sociale (Forza Nuova, Azione Sociale, Fronte Nazionale) in cui riemergono vecchi stragisti e squadristi.
All’ interno di queste formazioni neofasciste si nascondono i responsabili del lunghissimo elenco di aggressioni, anche a colpi di molotov e coltelli, che proprio negli ultimi tempi sono state sferrate non solo contro i centri sociali e chi li frequenta, ma anche contro gli stranieri, contro chi si rifiuta di prendere un loro volantino o contro chi legge un quotidiano considerato di sinistra.
Sono alcune di queste formazioni neofasciste che hanno cercato di “marciare su” tutta l’Italia: a Milano il primo tentativo a fine gennaio era stato vietato dalla questura per le proteste dei movimenti antifascisti,della comunità ebraica, di alcuni esponenti dei partiti di sinistra, perchè concomitante con la “Settimana della Memoria”, nella quale si ricordano le vittime dell’ olocausto nazifascista.L’ 11 marzo purtroppo sono riuscite a sfilare, riempiendo la città di saluti romani, bandiere inneggianti al Duce …... questa è apologia di fascismo .
Siamo scesi in piazza quel giorno proprio per evitare che si diffondesse l’ odio razzista, xenofobo, intollerante e sessista, ed eravamo spinti dagli stessi valori di libertà e solidarietà, che i partigiani ci hanno tramandato,combattendo fino alla morte, e che ogni giorno ci spingono a lottare contro le ingiustizie di questa società: la negazione dei diritti fondamentali come la casa, il lavoro, la salute,l’ istruzione, ecc.
Non ci stupisce il ruolo svolto in quella giornata dalla questura,che ha mobilitato centinaia di agenti per garantire ai fascisti di sfilare tranquillamente in città (dando ancora una volta visibilità all’ inquietante alleanza tra apparati di polizia—destra al governo—destra radicale) e per reprimere glile antifascistie con la violenza proprio come durante il regime nazifascista.
Era strumentale alla campagna elettorale in corso criminalizzare la manifestazione antifascista in modo spettacolare: le operazioni poliziesche iniziate con pesanti cariche, piogge di lacrimogeni anche ad altezza uomo e rastrellamenti, si sono concluse co il fermo di 43 compagne e compagni e la successiva convalida di 25 arresti nelle carceri di San Vittore e Bollate.
Le accuse di concorso in devastazione,saccheggio e resistenza a pubblico ufficiale,oltretutto,non sono state basate su prove oggettive, ma sulla semplice presenza in quella piazza in quel giorno….. Con un simile teorema chiunque potrebbe privato della propria libertà, solo per aver partecipato ad una manifestazione.
Anche il ruolo svolto dai mezzi di comunicazione è stato coerente con il contesto della montatura repressiva e strumentale alla campagna elettorale: come il regime fascista perseguitava i Partigiani dipingendoli come “banditi”, anche oggi 25 compagni/e antifascisti/e sono stati definiti “teppisti” ed accusati addirittura di aver incendiato palazzi e terrorizzato bambini. Queste accuse,chiaramente false, servono solo a dipingerli come violenti e condannabili dall’ opinione pubblica, offuscando la reale internità dei nostri compagni e delle nostre compagne nelle lotte quotidiane contro la guerra, le devastazioni del territorio e per il diritto a servizi sociali gratuiti e popolari.
Per tutti questi motivi invitiamo tutti e tutte a manifestare il 25 aprile a Milano per urlare sotto il carcere di San Vittore che VOGLIAMO L’ IMMEDIATA LIBERTA’ DEI COMPAGNI E DELLE COMPAGNE ANTIFASCISTI/E.
L’ANTIFASCISMO NON SI ARRESTA !
ORA E SEMPRE RESISTENZA!
LIBERI TUTTI ! LIBERI TUTTE! SUBITO!!!
Per sottoscrizioni : conto corrente n. 4023 6004 2648 4897
(intestato a Rizzo Alessandra)
Centro Occupato Autogestito T 28
Via dei Transiti 28, Milano
coa.transiti@tiscali.it
Sul corteo del 25 Aprile:
Da Indymedia
[Milano] Liberazione, scontro fra i Poli sul corteo
by dal corriere Wednesday, Apr. 19, 2006 at 12:05 PM
La candidata sindaco della Cdl rilancia la polemica aperta da Albertini. «Giusto onorare anche i caduti di Salò». La Moratti: al 25 aprile ci sarò, ma niente bandiere di partito. L’Anpi: no ai bavagli.
Nuovo 25 aprile, solite, inesauribili, polemiche. «Parteciperò al corteo per la festa della Liberazione – ha detto ieri il candidato sindaco del centrodestra, Letizia Moratti -. Mi auguro che tutta la città scenda in strada. Ma senza bandiere». Un’idea che non piace agli organizzatori della manifestazione. «Non mettiamo il bavaglio al 25 aprile», auspica, in particolare, Tino Casali dell’Anpi, l’associazione nazionale partigiani. E ancora: «Non saremo noi a vietare le bandiere delle organizzazioni democratiche, dai sindacati ai partiti». Sulla stessa linea il medaglia d’oro della resistenza Giovanni Pesce: «Alla Liberazione contribuirono le forze politiche, dai comunisti, ai socialisti, passando per Partito d’Azione e Democrazia Cristiana. Non mi sembra giusto negare oggi ai partiti il diritto di partecipare».
LA MANIFESTAZIONE – La manifestazione del 25 aprile partirà alle 15 da piazza Lima. Il percorso: piazza Oberdan, corso Venezia, San Babila, Duomo. Dal palco parleranno i presidenti delle associazioni partigiane, il vicepresidente del Csm, Virginio Rognoni, il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, in rappresentanza di tutto il sindacato confederale. Non ci sarà il sindaco, Gabriele Albertini. Ha già aderito («come ogni anno») il candidato del centrosinistra, Bruno Ferrante.
I PRECEDENTI – La polemica sulle bandiere che colorano il 25 aprile non è nuova. L’anno scorso Albertini si era augurato che nella sfilata campeggiassero solo tricolori. Così non avvenne. «Doveva essere la festa di tutti – commentò allora Albertini -. Di tricolori ne ho visti quattro, mentre le bandiere rosse ho smesso di contarle perché erano troppe…».
GLI EX PARTIGIANI – Il 25 aprile dell’anno scorso il sindaco fece i conti con i fischi dei manifestanti. Stessa sorte per il presidente della Regione, Roberto Formigoni. La prospettiva dei «buuu» non fa tentennare Letizia Moratti: «Non si devono temere le manifestazioni dove può accadere di essere fischiati», dice l’aspirante prima cittadina. Che non rinnega l’abitudine del sindaco Albertini di fare visita, senza fascia tricolore, alle tombe dei caduti della Repubblica sociale: «I caduti non hanno colori politici».
I PARTITI – «Immagino che l’idea di un 25 aprile senza bandiere alla Moratti sia stata suggerita da Lino Guaglianone, il suo alleato di Alternativa sociale – chiosa Pierfrancesco Majorino, coordinatore cittadino dei Ds -. Noi saremo in piazza con le bandiere rosse dei Ds, quelle Verdi dell’Ulivo e il tricolore di cui andiamo orgogliosi».
Il coordinatore milanese di An, Massimo Turci, cambia argomento: «Il 25 aprile potrebbe diventare la giornata nazionale contro le violenze sui bambini. Sarebbe sbagliato aggiungere nuove date al calendario dei ricordi». Nel merito della ricorrenza Turci non entra: «Non la sento, non ho mai festeggiato». Maurizio Lupi, coordinatore cittadino di Forza Italia, invita al senso di responsabilità: «Il 25 aprile non diventi una festa di una parte, tanto più alla vigilia di una competizione elettorale importante per Milano. Se alcuni partiti vogliono appropriarsi di questa ricorrenza, noi non ci stiamo».